“Sono odiato perché stimo la Meloni”: la denuncia di Pino Insegno

di Gaetano Ferraro


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“Sono odiato perché approvo la Meloni“. Non usa mezzi termini Pino Insegno, conduttore tv che sta per fare il suo rientro in Rai, per spiegare i motivi delle critiche che gli vengono mosse da una parte del mondo dello spettacolo. Intervistato da Libero, Insegno punta il dito contro l’ostilità di cui sarebbe vittima per le sue posizioni politiche vicine al centrodestra e in particolare alla leader di Fratelli d’Italia, indicata da molti come la ragione del suo rilancio professionale in Rai.

Le critiche ricevute nel mondo dello spettacolo

“Mi è stato detto che un attore non deve schierarsi. E perché? Vedo ogni giorno tanti illustri colleghi parlare e dire la loro dal palco del primo maggio in giù” afferma Pino Insegno, riferendosi all’adesione politica di diversi personaggi dello spettacolo schierati a sinistra. “Sono divisivo per una scelta politica che poi è anche maggioritaria nel Paese” sottolinea il conduttore, rimarcando come le sue idee siano in fondo condivise dalla maggior parte degli italiani, come dimostrano i risultati elettorali.

L’appello al confronto civile

Insegno difende poi l’utilizzo dei social network, nonostante gli attacchi gratuiti di cui è bersaglio: “Certo faccio sempre una battuta, Gesù aveva solo 12 follower e uno ha abbandonato il gruppo, guardate che ha fatto! Però i social hanno anche lati positivi”. Infine lancia un appello al confronto: “Anche se su 10mila persone solo 200 la pensassero diversamente, starei ad ascoltare le ragioni e le critiche di quei 200. Il problema è quando l’attacco è gratuito e dettato solo dall’appartenenza a una fazione”.

Il diritto di esprimere le proprie idee

Insegno rivendica il suo diritto a esprimere le proprie idee: “Non sono un poeta vate, sono Pino Insegno. Faccio il mio lavoro da artista e, senza urlarlo ai quattro venti, cerco anche di fare qualcosa di socialmente importante. Ma questo non interessa a nessuno”. Dichiarazioni destinate a far discutere quelle del popolare conduttore, che di fatto denuncia l’esistenza di una sorta di “pensiero unico” nel mondo dello spettacolo, dove chi manifesta posizioni non allineate a sinistra sarebbe vittima di una forma di ostracismo.

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