Esercizi per la dislessia e la disgrafia, cosa fare e cosa non fare. Tutti i miti da sfatare

di cinziaR


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Quali esercizi bisogna far fare per la dislessia ai bambini: parola agli esperti

Di fronte alla diagnosi di Dislessia, per molti genitori può essere utile sapere quali esercizi fare per la dislessia insieme ai loro bambini e ragazzi, per supportarli in modo adeguato nel trattamento del disturbo specifico dell’apprendimento. Ci sono infatti esercizi che possono facilitare e attenuare le difficoltà che la dislessia, e più in generale il DSA, comportano. Vi proponiamo una lista di indicazioni che sono sempre da adattare in base al bambino, al suo contesto, al suo percorso di apprendimento, alla sua motivazione e al suo specifico profilo di DSA.

Per ottenere risultati ed evitare inutili sofferenze psicologiche al bambino è sempre opportuno concordare come esercitarsi, sia con i suoi insegnanti, sia con degli specialisti che conoscano il suo profilo e siano specializzati nel trattamento del DSA.

Ci sono anche esercizi che non sono d’aiuto per un dislessico e che invece talvolta vengono proposti. Vi spieghiamo quali e per quale motivo sono inutili e da sconsigliare.

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Migliorare la lettura: quali esercizi per la dislessia

Cosa fare: Svolgere esercizi mirati che vadano, a partire da livelli più semplici, a potenziare la lettura di singole parole e suoni, aumentando tappa dopo tappa la velocità e complessità. Questi esercizi devono essere impostati e programmati da qualcuno che abbia fatto un’analisi degli errori e delle difficoltà specifiche da potenziare, perciò da un logopedista, pedagogista o psicologo specializzati per il trattamento. Tale “allenamento” che può essere svolto anche a casa, va fatto separatamente dal compito scolastico, che richiede anche di comprendere i contenuti delle letture.

Cosa non fare: Esercitarsi a leggere ad alta voce tutti i giorni su argomenti che devono essere letti e capiti: ad esempio un testo di storia da studiare o una lettura da saper riassumere; oppure costringerlo a leggere ad alta voce il suo libro preferito prima di andare a dormire.

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Migliorare nei calcoli: esercizi di matematica per la dislessia

Cosa fare: Visualizzare e ricostruire i risultati delle tabelline, usando strategie di calcolo (addizioni e sottrazioni) invece che basarsi sulla memoria.

Cosa non fare: Ripetere la filastrocca delle tabelline in ogni momento libero del bambino (in auto andando a scuola, ad esempio): la memoria lessicale degli aspetti numerici non va a migliorare realmente le abilità di calcolo, e mette in difficoltà inutilmente.

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Essere pronti per la scuola e prevenire le difficoltà di un eventuale DSA

Cosa fare: Esercizi di prescrittura, curando l’impugnatura corretta della matita anche con ausili che facilitino la prensione; esercizi linguistici che allenino i bambini a trovare rime, a dividere le parole oralmente in sillabe e suoni e a ricomporle; esercizi ed esperienze concrete che consolidino i riferimenti spazio temporali (sequenze temporali, percorsi e posizioni nello spazio) e acquisizione dei concetti topologici (dentro e fuori, sopra e sotto, davanti dietro, alto basso, grande piccolo)

Cosa non fare: Esercizi di copiatura di lettere e numeri : in questo modo non viene curata la direzionalità del gesto grafico, fondamentale per prevenire la disgrafia del tratto; imparare l’alfabeto a memoria con la scorretta pronuncia (a-bi-ci-di): tale pronuncia, infatti, non facilita la lettura.

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Essere motivati ad apprendere

Cosa fare, in tutte le fasce scolari: Migliorare il piacere per la lettura, leggendo e raccontando storie e libri al bambino, deve essere un piacevole momento di condivisione; acquisire tale piacere diventa anche un requisito fondamentale per la comprensione e lo studio; porta inoltre al- l’arricchimento del lessico, al miglioramento della comprensione, alla focalizzazione dell’attenzione, costituendo anche una dimensione emotiva.

Coinvolgere e interessare il bambino dislessico in esperienze culturali di varia natura: mostre, gite, concerti, fornendogli spiegazioni, sempre in maniera chiara e semplice, guidandone la comprensione e il piacere dell’esperienza; utile anche fargli rielaborare in maniera giocosa queste esperienze: con un disegno o con la letterina a un amico per raccontare la sua esperienza.

Usare tecnologie, tablet, immagini e ricerche su internet per approfondire quanto sperimentato o ciò che deve svolgere per la scuola.

Cosa non fare:

Prima della scuola, cercare di insegnare a leggere e scrivere.

Chiedere al bambino di raccontare il suo libro preferito.

Svolgere i compiti per l’intero fine settimana

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Migliorare nello studio

Cosa fare:

Utilizzare video didattici per introdurre l’argomento

Usare le risorse dei libri digitali (video didattici, schemi, immagini)

Chiedere al bambino cosa ricorda della spiegazione o esperienza in classe, mentre si osservano immagini e si cercano parole importanti sul libro

Fare ipotesi e costruire gradualmente le conoscenze: l’apprendimento non è il percorso ordinato di chi sa già le cose o dei manuali scolastici, ma un percorso “disordinato” di scoperta progressiva che parte dalla curiosità e dalle ipotesi

Schematizzare con parole chiave e immagini quanto si viene scoprendo, eventualmente riorganizzando e riordinando progressivamente le informazioni

Per la schematizzazione usare software didattici, che facilitino l’inserimento d’ immagini e le modificazioni progressive.

Quando il bambino ha già un metodo di studio avviato, usare risorse vocali del libro che leggono al suo posto o software di sintesi vocale.

 

Cosa non fare:

Fare leggere al bambino ad alta voce ciò che deve studiare: si stancherà inutilmente

Ripetere al bambino la lezione in modo che la ripeta seguendo un modello

Leggergli il testo e chiedergli cosa ha capito

Usare le mappe fatte dal genitore o scaricate per spiegargli la lezione: può occasionalmente essere una semplificazione, ma non lo aiuta a migliorare nello studio.

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Migliorare nella scrittura di testi con gli esercizi per la dislessia e la disgrafia

Cosa fare:

Introdurre l’utilizzo della scrittura al computer

Usare uno schema o una scaletta per organizzare le informazioni da esporre nel testo; inizialmente lo schema sarà redatto dall’adulto.

Far scrivere su argomenti che coinvolgano il bambino, specie esperienze concrete e motivanti, quotidiane e non.

Trovare occasioni quotidiane per la creazione di piccoli testi (bigliettini, liste della spesa, letterine)

Accontentarsi inizialmente di brevi testi e chiedere oralmente approfondimenti su ciò che ha scritto per fare capire cosa avrebbe potuto aggiungere

Rileggergli, al termine, quanto ha scritto, e non chiedere, inizialmente, che lo riveda e modifichi.

Fare revisione del testo solo con il mezzo digitale che facilita

Gratificarlo per quanto ha prodotto.

 

Cosa non fare:

Ricopiare più volte le parole con l’ortografia corretta

Fare esercizi di ortografia ripetuti e generici (quelli che vengono assegnati in classe)

Fare brutta copia e bella copia: il bambino si stanca inutilmente ed è un enorme sforzo che non migliora assolutamente il risultato

Insistere perché scriva in corsivo, se questo è troppo faticoso.

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Conclusioni

È necessario tener presente che l’obiettivo non è solo migliorare il DSA, cioè attenuare il deficit di letto-scrittura del bambino, ma fare un bilancio di cosa è meglio per il suo percorso di vita e di apprendimento. Questo può significare che in alcuni casi potrebbe essere utile rallentare molto presto il lavoro sulle parti deficitarie per potenziare invece le peculiarità specifiche, compensando gli aspetti di difficoltà per non frustrarlo.

 

Dott.ssa Giulia Lampugnani – Pedagogista

Dott. Davide Ferrazzi – Specialista in disturbi specifici dell’apprendimento

Fondatori e responsabili di Talenti fra le Nuvole Onlus

Su Facebook : Talenti fra le Nuvole ONLUS

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