Le mappe: un aiuto alla dislessia. Ecco quello che dobbiamo sapere

di cinziaR


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Che cosa sono le mappe e perché aiutano i bambini dislessici?

Una mappa è una sintesi degli argomenti studiati, capiti e sperimentati. Sono utili perché vanno a supportare la fatica nel ritrovare le parole giuste al momento giusto, il reperimento del lessico specifico e i concetti per esprimere gli argomenti studiati. La sintesi può essere utilizzata sia per tenere traccia e stimolare la comprensione del testo, opportunamente mediata dall’adulto; sia per il ripasso; sia per il momento della verifica o interrogazione. Le mappe per funzionare devono essere sintetiche, ossia fatte solo con parole e non con intere frasi.

 

Come devono essere fatte per essere efficaci?

Quello che conta è trovare una rappresentazione visiva  -canale sul quale i dislessici sono più forti- e sintetica dei contenuti inseriti nella mappa. Deve essere una rappresentazione fatta per “parole-chiave” e in cui la forma, le immagini, le frecce, gli elementi, i colori usati siano scelti per esprimere il contenuto in un modo utile a richiamare alla memoria. Ecco perchè è fondamentale che sia il ragazzo stesso a personalizzarle dal punto di vista grafico.

E’ l’insegnante che deve dare gli strumenti per imparare cosa deve essere inserito nella mappa, in primo luogo lavorando adeguatamente sul testo, rispetto alle domande rilevanti che ne aiutano la comprensione.

Comporre una buona mappa per la dislessia è un’abilità che deve essere allenata, guidata dall’adulto, in modo che il ragazzo conquisti la sua autonomia e capisca le caratteristiche utili per costruire le proprie mappe.

Si possono usare mappe per la dislessia fornite da altri, fatte dal genitore, trovate on line?

Dipende sempre dal singolo bambino o ragazzo. Per i bambini molto piccoli, cui non è stato ancora insegnato a costruirne in autonomia e che fanno fatica nella comprensione del testo, può essere utile. Ma bisogna sempre cercare di coinvolgerli nella costruzione e nelle scelte di sintesi, per capire quali aspetti di una mappa li mettano in condizione di studiare in modo proficuo. Spesso infatti il genitore rischia di scegliere in base al proprio stile cognitivo e non a quello del proprio figlio.

Per i ragazzi più grandi, raggiunta la consapevolezza di cosa funziona nelle proprie mappe concettuali, come sono costruite e come vanno utilizzate, si possono anche usare mappe fatte da altri, sempre però personalizzandole, adattandole e verificandone i contenuti.

Le immagini servono?

Possono essere molto utili e costituire la specificità disciplinare. Possono aggiungere informazioni, sostituire parole, facilitare il ragionamento. Avere nella mappa di storia un dettaglio di un documento storico, o una cartina storica può essere molto interessante, aiuta a ridurre il numero di parole e quindi rende più ‘leggibile’ la mappa. Ovviamente le immagini devono essere pensate e funzionali, non decorative.

Di che tipo possono essere le mappe?

Si può trattare di mappe gerarchiche o di classificazione, che vanno a organizzare una struttura ordinata in senso gerarchico. Ci sono schemi più liberi, che si organizzano intorno a un’immagine – una cartina geografica, un quadro – e dove vengono poste parole ed elementi collegati all’immagine. Ci sono schemi fatti a linea del tempo, con momenti diversi collocati temporalmente. Nelle mappe molto dipende dallo stile individuale, dalle singole discipline, dall’età dello studente.

Come devono essere utilizzate le mappe nella DSA?

Per ripassare, anche a distanza di tempo, e per esporre all’interrogazione.

È necessario allenarsi a utilizzarle, eventualmente rivederle mentre si espone se mancano informazioni, riorganizzarle o riordinarle. Averle fatte non significa essere pronti per l’interrogazione.

Sarebbe preferibile farle verificare agli insegnanti prima del compito e dell’interrogazione in modo da concordare quanto è utile e quali informazioni debbano essere presenti e quali no. Per questo motivo può esserci una versione della mappa per lo studio domestico, più ricca di dettagli, ed una più scarna da usare nelle verifiche in classe.

È utile usare dei software?

Il software può aiutare, specie se il bambino o il ragazzo è anche disgrafico e disortografico. In questi casi fare mappe significa fare fatica e costruire qualcosa di poco leggibile o esteticamente non fruibile. Quindi la mappa risulta poco utile e il bambino preferisce leggere più volte invece di spendere tempo a costruire uno schema confuso. Con i libri digitali – che in caso di dislessia possono anche essere ascoltati, in un unico ambiente digitale – è possibile selezionare porzioni di testo e immagini direttamente dai libri per poi utilizzarli all’interno degli schemi. Inoltre il software permette revisioni, ripensamenti, ristrutturazioni delle mappe senza ricopiature inutili.

 

Dott.ssa Giulia Lampugnani – Pedagogista
Dott. Davide Ferrazzi – Specialista in disturbi specifici dell’apprendimento
Fondatori e responsabili di Talenti fra le Nuvole Onlus
Su Facebook : Talenti fra le Nuvole ONLUS 

 

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