Posizioni per allattamento al seno, le migliori per mamma e bambino

di Cinzia Rampino


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Come si sa, l’allattamento al seno è consigliato dalla stragrande maggioranza degli esperti non solo di infanzia, ma anche di alimentazione, psicologia ecc. Le mamme che allattano i loro figli, inoltre, dimostrano una migliore relazione affettiva con i loro bambini e, sempre più studi, dimostrano i grandi benefici che l’allattamento al seno comporta per mamma e bambino.

Ciò nonostante, tuttavia, ci sono diverse situazioni in cui l’allattamento al seno non è possibile e, anche in questi casi, nulla di negativo sulla relazione madre-bambino si può dire tale per cui, si possa ritenere un allattamento artificiale errato o addirittura condannabile. Purtroppo, esistono correnti di pensiero estremiste che rendono sia l’una che l’altra strada un evento pregno di contraddizione e falsi miti che, invece, sarebbe bene sfatare.

Quello che c’è di vero nell’allattamento al seno, invece, è che la madre non sempre trova in maniera immediata la sintonia con il suo bambino. Tantomeno, lei conosce in maniera istintiva -come invece si è portati a credere- le posizioni per allattare al seno. Gli esseri umani, infatti, sono esseri sociali e che si educano in continuazione, motivo per cui, spesso, le questioni che riguardano la gravidanza e la maternità vanno apprese e tramandate sia oralmente sia esperenzialmente.

Vediamo, dunque, quali sono le migliori posizioni per allattamento al seno per garantire la comodità di madre e bambino.

 

L’allattamento è un meccanismo perfetto in quanto, il seno è “programmato” per erogare latte al piccolo neonato. Quest’ultimo deve imparare, però, a prendere il seno, riconoscerlo ed essere messo nella posizione migliore per succhiare. Il riflesso di suzione, per inciso, è istintivo, ma la suzione efficace non lo è. Spetta alla mamma garantire al bambino di prendere correttamente il seno.

Il capezzolo deve essere posto all’altezza della bocca del bambino che non deve fare fatica a trovarlo o a succhiare. La madre deve essere comoda il più possibile. Il neonato deve poter respirare.

Detto questo, vediamo le posizioni.

 

All’inizio, la mamme preferiscono ricorrere all’uso del cuscino per allineare il capezzolo e il bambino. Va da se che una delle prime posizioni è quella del bimbo posto sul cuscino con la madre seduta che tiene la testa del piccolo da dietro le orecchie. I cuscini devono essere in numero sufficiente perchè la schiena della madre sia dritta.

Ancora in ospedale, o anche dopo nella propria casa, la madre può allattare con il neonato parallelo al proprio corpo. La mamma è distesa sul fianco e tiene il bambino in modo da aiutarlo a non staccarsi.

 

Quando la mamma sarà diventata più esperta e il bambino riconoscerà il seno materno come suo “erogatore” di cibo, affetto, consolazione, comunicazione e sopravvivenza, la madre potrà allattare il bambino in diverse altre posizioni come quella con il bambino steso sulla sua pancia, quella nel marsupio, o simulando la presenza dello stesso ecc. L’importante è, a questo punto, che madre e figlio siano comodi e in sintonia.

Nella presa sottobraccio, la mamma sostiene la testa del bambino con la mano, mentre la sua schiena è appoggiata al suo braccio, posto lungo il fianco, e con l’altra mano sostiene il seno con una presa a “C”. Questa posizione è detta da Rugby ed è indicata per le mamme che hanno subito il cesareo.

 

Infine, è bene ricordare che la madre deve sentirsi serena in questo atto di nutrizione che è tuttavia costellato di altrui e propie aspettative. C’è bisogno di serenità e di evitare lo stress da prestazione.

Mai e poi mai, costringetevi a restare con il bambino attaccato al seno se vedete che per diversi giorni non riesce a sfamarsi. Passate all’allattamento misto o artificiale: nulla di terribile potrà accadere a nessuno dei due.

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