Dislessia, questa sconosciuta

di Danila


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Ricomincia la scuola e ricominciano i compiti a casa. Il bambino vivace e interessato ad imparare cose nuove, durante le vacanze o prima dell’ingresso alla scuola primaria, lascia talvolta il posto ad un bambino svogliato e in difficoltà davanti a normali compiti scolastici come copiare un pagina dal libro, leggere testi, scrivere un pensiero, fare semplici calcoli o imparare le tabelline.

I genitori rimproverano, aiutano, promettono, passano interminabili pomeriggi, ma quanto appreso a scuola sembra non aver lasciato traccia. A ben vedere questi bambini non sono solo svogliati o poco motivati. La loro difficoltà persistente a svolgere automaticamente e con sempre minor difficoltà i compiti di lettura, scrittura e calcolo, adeguati alla loro età, può essere causata dalla dislessia.

Cos’è la dislessia?

Dopo aver ascoltato, letto e riletto una pagina, invece che leggere più rapidamente e con sicurezza, fa sempre più errori ed è sempre più stanco? Anche un semplice lavoro di copiatura o scrittura è pieno di “zampe di gallina” ed errori? Non solo 7*8 ma anche 2*9 divengono compiti che fanno sudare e andare in ansia, nonostante le ripetizioni? La colpa non è del bambino, né del genitore o del cattivo insegnamento.

Può trattarsi di dislessia, ossia di un disturbo specifico dell’apprendimento che rende più difficile, faticoso, lento e scorretto il processo di lettura e di comprensione di un testo. Ma non c’è solo la dislessia. Se il bambino fatica a scrivere scorrevolmente e con precisione, o ad apprendere l’uso del corsivo, può trattarsi di disgrafia, mentre gli errori commessi sistematicamente sono da collegare alla disortografia.

Anche piccoli calcoli, addizioni e sottrazioni sono impossibili o richiedono tempi lunghissimi? Può trattarsi di discalculia.

Cosa fare?

Certamente per il genitore o l’insegnante aiutare il bambino non è semplice e il solo allenamento e ripetizioni non sembrano servire. La prima cosa da fare è sapere se si tratta di dislessia. Per i genitori è innanzitutto utile confrontarsi con gli insegnanti e con ciò che osservano a scuola. E’ quindi fondamentale rivolgersi a un’equipe specializzata nell’individuazione dei disturbi specifici di apprendimento, composta da logopedista , psicologo e neuropsichiatra.

Nell’arco di pochi incontri, e grazie ad alcuni test delle abilità scolastiche, sarà possibile individuare l’eventuale disturbo. Poi saranno gli specialisti stessi a consigliare un intervento di aiuto al bambino per migliorare le sue abilità di lettura scrittura o calcolo, e a dare indicazioni a insegnanti e genitori per aiutarlo al meglio nel suo ambiente di apprendimento.

L’eventuale riconoscimento o diagnosi di dislessia è il primo passo per capire la natura del problema e aiutare il bambino. Oggi abbiamo gli strumenti per aiutare, già nei primissimi anni della scuola primaria, il bambino dislessico o con difficoltà di lettura a migliorare e recuperare, del tutto o in buona parte, le proprie difficoltà.

La dislessia è una disabilità, un handicap?

 Troppo poco si dice e molti sono i pregiudizi. Si tratta di una caratteristica specifica di apprendimento: il bambino è in grado di imparare. Incontra difficoltà in alcune aree specifiche (lettura, scrittura e calcolo) ma presenta un’intelligenza normale o superiore alla norma. Si parla di neurodiversità, perciò di un diverso funzionamento cognitivo, non di deficit.Certamente un riconoscimento, una riabilitazione precoce, accorgimenti scolastici sono utili e necessari per garantire un percorso scolastico e sociale di successo.

Articolo a cura di:

Dott.ssa Giulia Lampugnani – Pedagogista
Dott. Davide Ferrazzi – Specialista in disturbi specifici dell’apprendimento
Fondatori e responsabili di Talenti fra le Nuvole Onlus

www.talentifralenuvole.it

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