Inappetenza nei bambini: cosa fare?

di francesca


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Far fronte a un rifiuto di mangiare da parte dei bambini, richiede alcune conoscenze e capacità pedagogiche:

Flessibilità
La diversificazione degli alimenti già nei primi mesi di vita è importante per abituare i bambini a mangiare tutto. Tuttavia, è altrettanto importante che i genitori, nel proporre un’alimentazione varia ed equilibrata, non impongano nessun cibo. L’ideale è prevedere una fase educativa di transizione in cui viene proposto un “assaggio” di ogni cosa:

  • verdura
  • frutta
  • carne
  • pesce
  • frumento
  • formaggi
  • legumi
  • dolci

In questo periodo preparatorio è importante non forzare il bambino, accettando l’eventuale rifiuto e facendo un nuovo tentativo a distanza di tempo. In questo modo, la diversificazione della dieta può diventare un gioco tra genitori e figli. D’altra parte l’apprendimento di una dieta variegata è fondamentale per almeno 2 valide ragioni:

  1. Per ridurre le difficoltà legate allo svezzamento tra i 6 e gli 8 mesi
  2. Perchè il latte non è più sufficiente per soddisfare le esigenze dei bambini sin dall’età di 6 mesi

Queste 2 motivazioni hanno indotto i medici a proporre un’introduzione graduale di nuovi cibi, già nell’alimentazione dei neonati. La raccomandazione, tuttavia, è quella di studiare un menù equilibrato ma gustoso, che non costringa i bambini a ingerire cibi troppo elaborati. D’altro canto, hanno tutta la vita davanti, per diventare dei buongustai!

No stress
Per permettere al bambino di imparare il gusto del cibo, è necessario evitare lo stress legato agli orari della sua nutrizione. L’ideale sarebbe preparare piatti che piacciano ai bambini ma, soprattutto, somministrarli in una famiglia accogliente e rilassante. Com’è noto, esistono molti manuali di cucina per preparare piatti sani e succulenti per bambini, ma ,spesso, può bastare un po’ di fantasia . E ‘certo che un pasto con i genitori il cui sguardo è inchiodato sullo schermo della televisione non è molto coinvolgente per un bambino di 8 o 15 mesi, che richiede, al contrario, uno “succulento” scambio emotivo.

Gioco ed emozioni condivise
Organizzare un pic-nic nel fine settimana è una forma originale di educazione alimentare. Allo stesso modo, i pasti consumati in casa in stile “colazione al sacco” sono spesso amati dai bambini:

  • latte
  • cereali
  • pane burro e marmellata
  • salamini
  • merendine scelte da loro stessi

Tutto ciò, associato a giochi in casa o in giardino, saranno veicolo di gradevoli emozioni legate al momento del pasto. Non sarà necessario, dunque, cambiare le abitudini della famiglia in modo permanente, ma si tratterà di creare situazioni importanti legate all’alimentazione, che dimostrino ai bambini che la tavola è un piacere e non un banco di torture! Allo stesso modo, bisognerà stare attenti a non rendere la tavola l’unico luogo di emozioni positive, trasformando il cibo in una valvola di sfogo. Anche l’obesità infantile, come l’inappetenza, è, infatti, un grosso problema.

Usare il buon senso
Nella società occidentale, le esigenze alimentari sembrano essere molto diverse da ciò che si definisce “necessario”. Gli acquisti quotidiani di cibo sono quasi sempre superiori del 20-50% rispetto alle esigenze teoriche. Tali dati indicano che abbiamo una percezione sbagliata di ciò che serve per vivere bene. Inoltre, i genitori, riversano le loro esigenze alimentari sui bambini e ciò è veramente sbagliato poiché, i bambini non hanno lo stesso metabolismo degli adulti. Ci sono bambini normali che mangiano molto e, altrettanti bambini normali, che mangiano poco. In realtà, non c’è alcuna ragione scientifica per forzare il bambino a mangiare tre volte al giorno se non vuole. Lo dimostra il fatto che, in moltissimi casi, “a basse esigenze alimentari, si associa un buono sviluppo corporeo e mentale”. Quello che più probabilmente potrà accadere con un atteggiamento forzoso sarà che l’imposizione di questa “regola astrusa” diverrà causa di conflitto.

Anche l’uso dei farmaci o integratori è destinato a fallire se, alla base, non ci sono comportamenti alimentari condivisi ed emotivamente vissuti. Preparare, di tanto in tanto, una torta fatta con le proprie mani, una frittata insieme ai bambini, un frullato o qualsiasi ricetta, è assolutamente necessario per ottenere, contro l’inappetenza, ottimi risultati.

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