Vitamina D ai bambini, quando e come somministrarla

di Cinzia Rampino


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La vitamina D per i bambini è necessaria per prevenire alcune malattie, come il rachitismo e l’osteoporosi in quanto favorisce l’assorbimento del calcio degli alimenti. Ecco perché è decisamente importante che i bambini ne assimilino a sufficienza.

Studi recenti e sempre più numerosi dimostrano il ruolo importante della vitamina D in alcune patologie come il diabete infantile (tipo 1) e alcune forme di artriti giovanili. Studi ne dimostrano una certa utilità anche nell’asma e nelle infezioni respiratorie ricorrenti. Si tratta comunque di letteratura recente e anche da confermare ma i risultati sono incoraggianti e, in attesa di ulteriori conferme, la Società Italiana di pediatria ha elaborato dei consigli sulla somministrazione di Vitamina D nei bambini (Consensus).

Nonostante le evidenze sui benefici della vitamina D, la maggior parte dei bambini italiani ne è carente. Come mai?

Tra le prime cause di ipovitaminosi nei bambini, c’è la scarsa esposizione solare, principale fonte di formazione della vitamina D che. “Nel periodo da novembre a febbraio il nostro Paese ha un’inclinazione dei raggi ultravioletti insufficiente per favorire la produzione di vitamina D (eccetto la parte più a sud della Sicilia). I soggetti a maggior rischio sono gli adolescenti anche a causa degli stili di vita errati che portano a passare molte ore davanti al computer o alla tv e non fare attività fisica”.

Un allattamento al seno esclusivo e prolungato, senza integrazione di vitamina D è un fattore di rischio perchè, il latte materno, pur essendo l’alimento ideale per il neonato, non contiene quantità sufficienti di vitamina D.

L’obesità infantile fa si che il tessuto adiposo “rapisca” la vitamina D dei bambini.

Infine, in ogni caso di alimentazione non corretta è contenuto il rischio di ipovitaminosi e in special modo di vitamina D.

Che fare?

Il consiglio è di integrare la vitamina D a tutti i lattanti per tutto il primo anno di vita, indipendentemente dal tipo di allattamento. Infatti né il latte materno, né quello in formula (anche se addizionato) riescono a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina D. La profilassi è inoltre raccomandata a tutte le donne in gravidanza o che allattano.

Infine è bene ricordare che sono soggetti a rischio di ipovitaminosi D, i bambini da a 1 a 18 anni che:

  • hanno elevata pigmentazione
  • vivono a ridotta esposizione solare
  • hanno regimi alimentari inadeguati
  • sono bambini con insufficienza renale o epatite cronica, obesi, affetti da malattie infiammatorie croniche o da celiachia.

Fonti di Vitamina D

Come abbiamo detto, oltre il 90% della sintesi di vitamina D deriva dall’esposizione della cute alla luce solare, mentre gli alimenti rappresentano una fonte pressoché trascurabile di vitamina D.

Non è necessario esporre il bambino al sole per un tempo prolungato: è sufficiente l’esposizione delle braccia e delle gambe da 5 a 30 minuti due volte alla settimana. Bisogna comunque considerare che durante i mesi invernali, da novembre a febbraio, la sintesi cutanea di vitamina D è limitata o assente.

L’efficacia dell’esposizione al sole è influenzata da molti fattori come la latitudine, il momento della giornata e la stagione dell’anno durante la quale ci si espone al sole, l’inquinamento atmosferico, la percentuale di cute esposta, anche in base al tipo di vestiario, il grado di pigmentazione cutanea e l’utilizzo di filtri solari.

http://www.ferrandoalberto.blogspot.it

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