Tra i principali “spauracchi” ai quali le serie TV, film e letteratura ci hanno abituati vi è, sicuramente, quello relativo all’esistenza di un virus che possa realmente scatenare un’apocalisse zombie. Ma è davvero possibile dal punto di vista scientifico che questo avvenga?
Esiste davvero la possibilità che un virus possa essere in grado di trasformarci in zombie e dare il via a un’apocalisse di ” morti viventi?
Se così fosse vorrebbe dire che questo ipotetico virus dovrebbe essere in grado di attaccare gli esseri umani, spingendoli verso atteggiamenti violenti e di incontrollabile collera, fomentando il desiderio di cannibalismo.
Il virus della rabbia attacca il cervello e causa nell’individuo, dapprima, uno stato di febbre e malessere generale che si trasforma con la comparsa di movimenti violenti, emozioni incontrollate e follia generale che degenera sempre più fino a superare i limiti del delirio e che potrebbe portare alla voglia morbosa di azzannare alti esseri viventi, un po’ come farebbe uno zombie insomma. Fortunatamente la trasmissione della rabbia fra esseri umani è piuttosto rara, anche se al mondo muoiono ancora circa 55.000 persone all’anno a causa di questa malattia.
Tendenzialmente le parti del nostro cervello che potrebbero essere aggredite da un ipotetico virus zombie sono
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La rabbia è la malattia che più si avvicina al nostro immaginario di virus zombie, ma ne esistono anche altre, più o meno contagiose, che hanno dato l’impressione di poter essere dei potenziali candidati per dare il via un apocalisse globale. Ad esempio la lebbra che porta la nostra carne a decomporsi inesorabilmente e il morbo di Creutzfeldt-Jakob, conosciuto anche come Sindrome della Mucca Pazza, presenta analogie con le caratteristiche tipiche di uno zombie. Si inizia con la perdita di memoria e della coordinazione motoria, per poi degenerare fino alla demenza e ai cambiamenti di personalità.
Ci sono poi anche malattie non contagiose che ci possono trasformare, almeno parzialmente, in veri zombie, come per esempio l’Amok e la Sindrome di Cotard. La prima è tipica del Sud-est asiatico (ma non ha nulla a che fare con il coronavirus di cui si parla molto in questi giorni) e induce chi ne è colpito a manifestare improvvise ed imprevedibili esplosioni di violenza, alternate a stati di amnesia ed esaurimento, fino al raggiungimento di una incontrollabile violenza. La seconda è invece una malattia rarissima, il paziente si crede morto, ha allucinazioni che gli fanno vedere il suo corpo come se fosse in stato di decomposizione e gli fanno sentire odore di putrefazione provenire da sè stesso.
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