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Esiste un virus che può renderci come uno zombie?
Tra i principali “spauracchi” ai quali le serie TV, film e letteratura ci hanno abituati vi è, sicuramente, quello relativo all’esistenza di un virus che possa realmente scatenare un’apocalisse zombie. Ma è davvero possibile dal punto di vista scientifico che questo avvenga?
Esiste un virus che trasforma in zombie?
Esiste davvero la possibilità che un virus possa essere in grado di trasformarci in zombie e dare il via a un’apocalisse di ” morti viventi?
Se così fosse vorrebbe dire che questo ipotetico virus dovrebbe essere in grado di attaccare gli esseri umani, spingendoli verso atteggiamenti violenti e di incontrollabile collera, fomentando il desiderio di cannibalismo.
Il virus della rabbia attacca il cervello e causa nell’individuo, dapprima, uno stato di febbre e malessere generale che si trasforma con la comparsa di movimenti violenti, emozioni incontrollate e follia generale che degenera sempre più fino a superare i limiti del delirio e che potrebbe portare alla voglia morbosa di azzannare alti esseri viventi, un po’ come farebbe uno zombie insomma. Fortunatamente la trasmissione della rabbia fra esseri umani è piuttosto rara, anche se al mondo muoiono ancora circa 55.000 persone all’anno a causa di questa malattia.
Quali parti del cervello aggredirebbe il virus zombie?
Tendenzialmente le parti del nostro cervello che potrebbero essere aggredite da un ipotetico virus zombie sono
- l’ipotalamo ventromediale: che è quella parte di cervello che verifica e segnala gli errori.
- l’amigdala: che invece controlla le nostre emozioni e la memoria. L’assenza di memoria significa anche incapacità di riconoscere i nostri cari.
- la corteccia frontale influisce sulla capacità di risolvere problemi, controlla i nostri freni inibitori e dove risiede la nostra coscienza. Anche in questo caso è abbastanza semplice capire perché un infezione che colpisce la corteccia frontale potrebbe avere effetti per così dire zombie-friendly.
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Le malattie che somigliano ad vero virus zombie
La rabbia è la malattia che più si avvicina al nostro immaginario di virus zombie, ma ne esistono anche altre, più o meno contagiose, che hanno dato l’impressione di poter essere dei potenziali candidati per dare il via un apocalisse globale. Ad esempio la lebbra che porta la nostra carne a decomporsi inesorabilmente e il morbo di Creutzfeldt-Jakob, conosciuto anche come Sindrome della Mucca Pazza, presenta analogie con le caratteristiche tipiche di uno zombie. Si inizia con la perdita di memoria e della coordinazione motoria, per poi degenerare fino alla demenza e ai cambiamenti di personalità.
Ci sono poi anche malattie non contagiose che ci possono trasformare, almeno parzialmente, in veri zombie, come per esempio l’Amok e la Sindrome di Cotard. La prima è tipica del Sud-est asiatico (ma non ha nulla a che fare con il coronavirus di cui si parla molto in questi giorni) e induce chi ne è colpito a manifestare improvvise ed imprevedibili esplosioni di violenza, alternate a stati di amnesia ed esaurimento, fino al raggiungimento di una incontrollabile violenza. La seconda è invece una malattia rarissima, il paziente si crede morto, ha allucinazioni che gli fanno vedere il suo corpo come se fosse in stato di decomposizione e gli fanno sentire odore di putrefazione provenire da sè stesso.
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