Antonio Banderas, biografia, carriera, età, vita privata, matrimoni

di Redazione


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Antonio Banderas

Il vero nome di Antonio Banderas è José Antonio Domínguez Bandera. Nasce a Malaga, in Spagna (Andalusia), il 10 agosto del 1960, quindi ha 62 anni. Il papà è un commissario di polizia, la mamma un insegnante. Deve rinunciare alla carriera da calciatore per colpa di una frattura a un piede.

Ha da sempre una passione per il teatro, quindi decide di studiare alla scuola d’arte drammatica di Malaga: a 19 anni, terminati gli studi di recitazione, si trasferisce a Madrid, dove inizia a lavorare come attore teatrale, modello e cameriere.

Esordio

Il regista Pedro Almodóvar lo nota sul palcoscenico, quindi debutta nel cinema nel 1982 col film “Labirinto di passioni“. Partecipa a qualche film di secondo piano, sempre di produzione spagnola, quindi ritrova Almodòvar dalla seconda metà degli anni Ottanta, nei film “Matador” (1986), “La legge del desiderio” (1987), “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” (1988), “Légami!” (1989), “La pelle che abito” (in cui è protagonista assoluto), e “Dolor y gloria” (2019).

La grande notorietà arriva grazie a “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, mentre “Dolor y gloria” gli farà vincere il Prix d’Interprétation Masculine alla 72esima edizione del Festival di Cannes. Nel 1988, partecipa anche film “Intrighi e piaceri a Baton Rouge“.

Hollywood si accorge di Antonio Banderas nei primi anni Novanta, quindi si trasferisce negli Stati Uniti. La prima produzione a stelle e strisce è il film “I re del mambo”. Segue poi “Philadelphia”, nel 1993, in cui veste i panni di Miguel. Sono notevoli successi “La casa degli spiriti”, sempre del 1993, e “Intervista col vampiro” del 1994, in cui recita con Tom Cruise e Brad Pitt.

La regista venezuelana Betty Kaplan, nel 1994, gli assegna la sua prima parte da protagonista in lingua inglese. Un anno dopo è ancora protagonista con il ruolo di El Mariachi nel film “Desperado”, diretto da Robert Rodriguez: la pellicola lo consacra agli occhi del cinema hollywoodiano.

Gli anni Novanta vedono diversi successi, come “Two Much – Uno di troppo” del 1996, in cui recita con la futura moglie Melanie Griffith, “Assassins” (1995), al fianco di Sylvester Stallone, ed “Evita” (1996), diretto da Alan Parker, che gli vale una candidatura ai Golden Globe. A dargli una visibilità ancora maggiore, è il ruolo di Zorro ne “La maschera di Zorro” di Martin Campbell, insieme a Catherine Zeta Jones.

Vince un European Film Awards e ottiene una nuova candidatura ai Golden Globe come miglior attore protagonista. Antonio Banderas debutta come regista nel 1999, quando dirige la moglie Melanie Griffith nel film “Pazzi in Alabama”. Sempre nel ’99 è protagonista de “Il 13° guerriero”.

Antonio Banderas

Antonio Banderas (credits a fine articolo)

Anni Duemila

Nel corso degli anni Duemila si susseguono per Antonio Banderas ruoli diversi tra loro. È il protagonista del film “Spy Kids” e dei suoi sequel (del 2002 e del 2003) e appare in un cameo nel quarto del 2011. Nel 2002 è protagonista con Lucy Liu di “Ballistic”.

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Lavora nel 2003 a Broadway, dove recita con successo nel musical “Nine”. Sempre nel 2003, veste ancora i passi del Mariachi, nel film “C’era una volta in Messico”, sempre diretto da Robert Rodriguez.

Negli anni successivi la sua carriera subisce una battuta d’arresto, a causa di film come “The Legend of Zorro” (2005), “Ti va di ballare?” e “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” (2010) di Woody Allen, in cui recita con Josh Brolin e Anthony Hopkins.

Banderas esordisce anche nel mondo del doppiaggio nel 2004, come voce del Gatto con gli Stivali della saga di Shrek. A partire poi dal terzo capitolo della saga, doppia anche lo stesso personaggio nella versione italiana.

Nel 2011, dopo 22 anni, ritrova Almodòvar dietro la macchina da presa per “La pelle che abito“, presentato in concorso al Festival di Cannes. Nello stesso anno è protagonista del film “Il principe del deserto”. L’anno seguente lavora con Steven Soderbergh nel film “Knockout – Resa dei conti”.

Non manca, per Antonio Banderas, qualche incursione nel mondo delle pubblicità: dal 2012 al 2017, è testimonial del marchio italiano Mulino Bianco. Nel 2013, invece, partecipa al film “Machete Kills“, diretto ancora dall’amico Robert Rodriguez, interpretando uno dei Camaleonti.

Nello stesso anno è nel cast de “I mercenari 3”, insieme a Sylvester Stallone, Mel Gibson e Arnold Schwarzenegger. Il 2014 lo vede protagonista del fanta-thriller “Automata“, mentre nel 2015 riceve dalle mani di Pedro Almodóvar il Premio Goya alla carriera (Goya de Honor).

Arriviamo così alla fine della seconda decade dei Duemila. Nel 2019, alla settantaduesima edizione al Festival di Cannes, presenta il film “Dolor y gloria”, in cui è diretto da Pedro Almodóvar per l’ottava volta. Grazie a questo ruolo vince il Prix d’Interprétation Masculine e viene candidato come miglior attore per la novantaduesima cerimonia degli Oscar.

Lo ritroviamo, negli anni a seguire, in diversi film: “Panama Papers”, “Doolittle”, “The New Mutants”, “Finale a sorpresa – Official Competition”, “Come ti ammazzo il bodyguard 2 – La moglie del sicario” e “Uncharted”, quest’ultimo del 2022.

Vita privata

Antonio Banderas ha alle spalle un primo matrimonio, durato dal 1987 al 1995, con l’attrice Ana Leza. Il secondo matrimonio è con l’attrice Melanie Griffith, che sposa nel 1996: dalla loro unione nasce una figlia, Stella, il 24 settembre del 1996. Stella appare con i genitori nel film “Pazzi in Alabama”.

Nel giugno del 2014 la coppia annuncia la separazione, quindi divorzia ufficialmente nel luglio del 2015. A partire dal 2015 Banderas si lega alla consulente finanziaria olandese Nicole Kimpel. Il 26 gennaio del 2017, in seguito a un malore cardiaco, l’attore subisce un intervento per l’inserimento di tre stent.

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Intervistato da GQ, Antonio Banderas rivela: “Non ho provato troppo dolore fisico, per la verità, ma essere vicino alla morte ha lasciato tracce che riconosco non tanto sul mio volto, quanto nella mia anima: ha cambiato il mio modo di vedere la vita. (…) Ho compreso che l’unica verità dell’esistenza è la morte, e la conseguenza è stata l’arrivo di una certa tristezza, che ho accettato. Adesso so che la morte è perfetta, e che ogni altra cosa è relativa”

Foto in evidenza di Unión Europea en PerúCC BY 2.0.

Foto interna di Petr Novák CC BY-SA 3.0.

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