Achille Costacurta allo scoperto: “Un anno e sette mesi in un centro penale”

di Ilaria Macchi


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Da tempo si parla della situazione di Achille Costacurta, unico figlio di Alessandro, ex calciatore del Milan, e di Martina Colombari, come di un ragazzo problematico, ma senza soffermarsi troppo sulla natura di questa situazione. Come è giusto che sia, in casi simili si preferisce mantenere il riserbo, soprattutto perché entrambi i genitori sono famosi e sotto l’attenzione dei media.

Ora è stato lui stesso a voler uscire allo scoperto e a dire qualcosa di dettagliato, anche se le sue parole hanno davvero stupito tutti. Quasi nessuno con ogni probabilità si aspettava una situazione come quella svelata dal ragazzo, che compirà 20 anni il 2 ottobre. Nonostante tutto, mamma e papà non l’hanno mai lasciato solo, anzi hanno fatto quanto nelle loro mani per aiutarlo (un anno fa il giovane ha partecipato con l’ex Miss Italia a “Pechino Express”, dimostrando di essere affiatato con lei).

La verità di Achille Costacurta sul suo passato

Achille Costacurta è reduce da un’estate davvero complicata, che l’ha fatto finire, tanto per cambiare, nell’occhio del ciclone. Si è partiti con un’immagine pubblicata sul suo profilo social, in cui si vedeva una mazzetta di euro affiancata da polvere, che sembrava essere droga, accompagnata da tag all’account di Martina Colombari. Successivamente il ragazzo è arrivato a criticare la mamma solo perché aveva pubblicato una frase al mare in bikini, scrivendo: “Ma copriti. Hai 50 anni. Non sei più una ragazzina e sei anche mamma”.

Ora il periodo di intemperanze, almeno per ore, sembra essere alle spalle, forse anche per questo lui ha scelto di uscire allo scoperto e di parlare della sua esperienza passata, caratterizzata da esperienze davvero difficili.

“Le polemiche? Faccio errori come tutti, ma sono un bravo ragazzo. Nella vita ho fatto tante cose, ho fritto in un bar, poi ho lavorato in ufficio. Poi ora mi sono fermato per pensare, il 3 ho un’udienza, poi vado a riscrivermi al liceo – ha detto in una live su TikTok -. Mi presento all’esame senza dover frequentare la scuola”.

Successivamente la rivelazione vera e propria, di cui in pochi erano a conoscenza: “Sono stato un anno e sette mesi in un centro penale a Parma. Eravamo ragazzi di tutte le età, in camere da 4 ed eravamo in 30. Ci davano massimo un cucchiaino di parmigiano a pranzo e uno a cena, il ketchup e la maionese solo il sabato e la domenica, le bibite solo nei festivi. Sbagliando si impara e per fortuna l’ho capito adesso, meglio ora che a 50 anni”.

Quela fase non è stata certamente semplice, soprattutto perché bisognava essere davvero ligi ale regole: “La comunità? Ne parlerò nel mio libro, tanti ricordi traumatici li ho rimossi. Però è diverso dal carcere, lì c’erano gli educatori. Non potevo uscire e non potevo fare nulla. Ci sono stato dai 15 ai 17 anni. Sveglia alle 7:30, se tu alle 7:45 non eri già a fare colazione avevi una sigaretta in meno, ne avevamo dieci al giorno. Se tutti i partecipanti non erano in fila, non facevano mangiare nessuno. Facevano arrabbiare tutti con chi sbagliava. Robe assurde. Era un posto gestito dalla chiesa. Però questa esperienza dura mi è servita, ma la mia testa è un po’ matta e ogni tanto ci ricasco”.

Ora l’auspicio è che quel periodo possa essere davvero un brutto ricordo.

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