Pericardite, cos’è la malattia che ha colpito Crosetto

di Redazione


Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di DonnaClick! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto è stato ricoverato d’urgenza per una pericardite, trasportato all’ospedale San Carlo di Nancy, città in cui si trovava per presenziare al Consiglio Supremo di Difesa, per essere sottoposto a cure e accertamenti.

Oggi, per fortuna, le sue condizioni sono in netto miglioramento, ma che cos’è la pericardite, quali sono i sintomi e come curarla? Scopriamolo insieme.

Che cos’è la pericardite e quali sono i sintomi

La pericardite è una condizione infiammatoria che colpisce il pericardio, il sacco a doppio strato che avvolge il cuore. Questa infiammazione può causare dolore toracico e altri sintomi, spesso associati a infezioni virali, batteriche o a malattie autoimmuni.

Il sintomo principale della pericardite è un dolore toracico acuto e lancinante, spesso confuso con quello di un infarto. Il dolore può peggiorare quando si respira profondamente, si tossisce o si è sdraiati.

Altri sintomi includono febbre, debolezza, palpitazioni, e difficoltà respiratorie. In alcuni casi, il paziente può avvertire un dolore sordo e costante dietro lo sterno.

Le cause della pericardite

Le cause della pericardite sono molteplici. Le infezioni virali, come quelle causate da Coxsackievirus e Echovirus, sono tra le più comuni.

Altre cause includono infezioni batteriche, malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide, e malattie infiammatorie croniche come la pericardite idiopatica.

Anche traumi toracici, interventi chirurgici al cuore, e trattamenti radioterapici possono essere fattori scatenanti.

Diagnosi e trattamento della pericardite

La diagnosi di pericardite si basa su una combinazione di anamnesi, esame fisico e test diagnostici. Durante l’esame fisico, un medico può rilevare un suono particolare chiamato “sfregamento pericardico”, che si sente attraverso lo stetoscopio.

Test come l’elettrocardiogramma (ECG), l’ecocardiogramma, e le radiografie toraciche possono fornire ulteriori indizi. Gli esami del sangue possono rilevare segni di infiammazione e aiutare a identificare eventuali infezioni sottostanti.

Il trattamento della pericardite varia a seconda della causa sottostante. Nella maggior parte dei casi, vengono prescritti farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’ibuprofene per ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore.

Nei casi più gravi o persistenti, possono essere utilizzati corticosteroidi o altri immunosoppressori. Se la pericardite è causata da un’infezione batterica, si ricorre agli antibiotici. Nei casi più critici, quando si sviluppano complicazioni come il tamponamento cardiaco, può essere necessario un intervento chirurgico per drenare il liquido in eccesso dal pericardio.

Complicazioni della pericardite

La pericardite, se non trattata adeguatamente, può portare a gravi complicazioni. Il tamponamento cardiaco è una condizione potenzialmente letale in cui l’accumulo di liquido nel pericardio impedisce al cuore di funzionare correttamente.

Un’altra possibile complicazione è la pericardite costrittiva, in cui il pericardio si ispessisce e si indurisce, limitando la capacità del cuore di espandersi e contrarsi normalmente.

È di fondamentale importanza prevenire questa malattia intervenendo sulla gestione delle condizioni che possono causarla. Ad esempio, trattare tempestivamente le infezioni, gestire le malattie autoimmuni con farmaci adeguati ed evitare traumi toracici può ridurre il rischio di sviluppare questa condizione. Inoltre, mantenere uno stile di vita sano e sottoporsi a controlli medici.

Foto da Depositphotos.com

Dalla stessa categoria

Correlati Categoria

Un importante passo avanti nella lotta contro l’Alzheimer è stato compiuto: anche l’Unione Europea ha dato il via libera a lecanemab, il primo farmaco capace di rallentare la progressione della malattia se somministrato nelle fasi iniziali. Dopo gli Stati Uniti, il Giappone e il Regno Unito, l’UE si unisce ai paesi che riconoscono l’efficacia di […]

Oggi, le nostre tavole sono sempre più ricche di alternative alla tradizionale pasta di semola, dalle versioni a base di legumi e riso fino alla pasta di mais. Inizialmente considerata una scelta quasi esclusiva per celiaci e intolleranti al glutine, la pasta di mais sta guadagnando popolarità anche tra chi non ha problemi di intolleranze. […]

×