Vasile Frumuzache: l’ombra di un serial killer
Vasile Frumuzache, reo confesso di due femminicidi a Prato e Montecatini, aggredito in carcere. Nuovi indizi suggeriscono altre vittime. Indagini su sette anni di tabulati telefonici.

Vasile Frumuzache
La tranquilla routine di Monsummano Terme, in provincia di Pistoia, è stata spezzata da una vicenda che ha lasciato sgomenta la comunità locale. Vasile Frumuzache, 32enne romeno e guardia giurata, ha confessato due femminicidi efferati, quelli di Denisa Maria Adas e Ana Maria Andrei, entrambe escort romene. Ma le indagini, coordinate dal procuratore di Prato Luca Tescaroli, non si fermano qui: nuovi indizi trovati nella casa dell’uomo suggeriscono la possibilità di altre vittime, sollevando l’ipotesi che Frumuzache possa essere un serial killer.
La confessione shock di Frumuzache
Il caso è esploso quando Vasile Frumuzache, descritto dai colleghi come un uomo riservato e padre di due figli, ha ammesso di aver ucciso Maria Denisa Adas Paun, 30 anni, scomparsa da Prato tra il 15 e il 16 maggio 2025. Il suo corpo, decapitato e nascosto tra i rovi in un casolare abbandonato a Montecatini Terme, è stato ritrovato il 4 giugno grazie alle indicazioni dell’uomo. Durante l’interrogatorio, Frumuzache ha confessato un secondo omicidio, quello di Ana Maria Andrei, 27 anni, scomparsa l’1 agosto 2024 sempre a Montecatini. I resti della giovane sono stati rinvenuti nello stesso campo isolato dove era stato occultato il corpo di Denisa. Secondo quanto dichiarato dall’uomo, il movente del primo omicidio sarebbe stato un ricatto: Denisa avrebbe minacciato di rivelare alla moglie di Frumuzache un loro incontro a pagamento se non le avesse dato 10.000 euro. Per Ana Maria, invece, il delitto sarebbe scaturito dal rifiuto di un rapporto sessuale a pagamento.

Nuovi indizi e l’ipotesi del serial killer
Le indagini hanno preso una piega ancora più inquietante con la perquisizione dell’abitazione di Frumuzache a Monsummano Terme. Gli inquirenti hanno trovato nuovi indizi che suggeriscono la possibilità di altre vittime oltre le due già confessate. La procura di Prato, diretta da Luca Tescaroli, ha disposto un’analisi approfondita di sette anni di traffico telefonico degli apparecchi fissi e mobili in uso al 32enne. L’obiettivo è ricostruire la rete di contatti e i movimenti dell’uomo, con particolare attenzione a eventuali collegamenti con casi di donne scomparse in Toscana e in Sicilia, dove Frumuzache ha vissuto fino al 2022. Gli investigatori stanno verificando denunce di scomparsa e casi irrisolti, soprattutto nell’ambito della prostituzione, per accertare se l’uomo possa essere responsabile di altri femminicidi.
L’aggressione in carcere
La vicenda ha assunto contorni drammatici il 6 giugno quando Frumuzache è stato aggredito nel carcere di Prato, nella casa circondariale della Dogaia. Un detenuto, identificato come un cugino di Ana Maria Andrei, gli ha gettato olio bollente in volto, causandogli ustioni di primo e secondo grado. L’uomo è stato trasportato in codice giallo al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato, ma le sue condizioni non sono gravi e dovrebbe presto tornare in carcere.
Il procuratore Luca Tescaroli ha definito l’episodio “di particolare gravità”, sottolineando che “l’autore ha potuto agire indisturbato senza alcun controllo”. Nonostante le indicazioni di massima sorveglianza per Frumuzache, assegnato alla sezione “Protetti promiscui” per detenuti a rischio, l’aggressione ha rivelato falle nella gestione della sicurezza. La procura ha aperto un procedimento penale per accertare le responsabilità all’interno del carcere.
Una doppia vita insospettabile
Fino al momento dell’arresto, Vasile Frumuzache conduceva una vita apparentemente normale. Sposato con Luizsa, anche lei romena, e padre di due figli di 4 e 5 anni, lavorava come guardia giurata in un centro commerciale della Valdinievole. Sui social, il profilo di coppia “Vasile Luizsa Frumuzache” mostrava immagini di una famiglia felice, con foto al mare o al parco. Tuttavia, colleghi e conoscenti lo descrivono come un uomo schivo, di poche parole, con uno “sguardo sfuggente”. Nessuno avrebbe immaginato la sua doppia vita, che emergeva quando la moglie era assente per motivi familiari o lavorativi, come durante i giorni dei due omicidi.
Le indagini proseguono
La procura di Prato sta vagliando ogni dettaglio della confessione di Frumuzache, ma alcuni elementi del suo racconto presentano lacune e omissioni. Le immagini delle telecamere di sorveglianza non confermano pienamente le sue dichiarazioni, in particolare sul trasporto dei corpi. Gli inquirenti stanno analizzando i filmati delle telecamere pubbliche per verificare tragitti e orari riferiti dall’uomo. Inoltre, si indaga sull’ipotesi di complici, poiché alcuni dettagli suggeriscono che Frumuzache potrebbe non aver agito da solo nell’occultamento dei cadaveri. L’auto di Ana Maria Andrei, una BMW trovata nel garage di Frumuzache, è stata un elemento decisivo per collegarlo al secondo omicidio.