Paralimpiadi 2021: Koudadadi e Bayat, le atlete afghane sono salve

di Manuela Zanni


Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di DonnaClick! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Zakia e Nilofar ce l’hanno fatta, sono salve. Le due atlete paralimpiche   afghane, che con le loro storie hanno commosso il mondo intero, sono al sicuro.

Chi sono le due atlete afghane

Zakia Koudadadi, la lottatrice di taekwondo, e Nilofar Bayat, la cestista-attivista, rappresentano le donne afghane alla ricerca di emancipazione e indipendenza. Anche se adesso entrambe non temono più  i talebani, non possono fare a meno di temere per le proprie connazionali.

 

L’appello 

«Chiediamo alle Nazioni Unite e agli altri Paesi di aiutare l’Afghanistan e non lasciarci soli. I Talebani sono gli stessi di 20 anni fa, e vediamo come questo sia un pericolo soprattutto per donne e bambine» ammettono entrambe. Dopo il loro appello, nel giro di pochi giorni, è arrivata la salvezza tanto agognata e, insieme ad una cinquantina di altri atleti (soprattutto donne) hanno lasciato l’aeroporto di Kabul grazie alla protezione offerta dal governo australiano. Il loro aereo – riferisce il sito dell’Australian broadcasting corporation (Abc) – è decollato alla volta di Dubai.

Il coordinamento della missione

La missione di salvataggio è stata coordinata da un piccolo gruppo di ex sportivi, tra cui l’ex olimpionica canadese e avvocata a Sydney Nikki Dryden, che ha raccolto i dossier degli atleti a rischio. Quello di Zakia era stato seguito dalla Federtaekwondo italiana, con il presidente Angelo Cito, e dal Comitato paralimpico italiano, guidato da Luca Pancalli. Il lavoro in collaborazione con una ong svizzera, sotto la regia dell’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), ha portato a chiedere ai governi di offrire tutto l’aiuto possibile. Le conoscenze nel governo australiano dell’ex calciatore Craig Foster – che già aveva guidato mobilitazioni internazionali analoghe – hanno portato alla svolta. In appena tre giorni Sidney ha accettato di offrire il proprio sostegno.

Le complicazioni in aereoporto

L’accesso all’aeroporto internazionale di Kabul non è stato semplice. Da quando è stata issata la bandiera talebana sui palazzi del potere, lo scalo si è trasformato in un fortino occidentale assediato da afghani disperati. I paralimpici, ieri, si sono separati dal resto del gruppo, con il rischio di perdere la possibilità di accedere al terminal. Per ben due volte sono stati respinti ai cancelli e Zakia, anche con post sui social, ha manifestato tutta la sua disperazione. Ma, con l’intervento del governo australiano, sono riusciti ad accedere ottenendo un bel lieto fine come mostra   una foto  che la ritrae felice insieme ai suoi accompagnatori e ai militari australiani.

La nuova vita a Nilofar


Dopo tutta la paura e l’incertezza vissute a Kabul, la giocatrice della nazionale afghana di basket su sedia a rotelle Nilofar Bayat e suo marito Ramish, anche lui atleta della stessa disciplina, possono finalmente vedere una luce di speranza in fondo al tunnel: evacuati dall’Afghanistan sotto la responsabilità della Spagna, entrambi hanno accetto un’offerta per giocare in una squadra di Bilbao, il Bidaideak.

Dalla stessa categoria

Lascia un commento

Correlati Categoria