Caso Abbas: il fratello “Saman uccisa dallo zio perchè non voleva sposarsi”

di Manuela Zanni


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Il fratello  della vittima avrebbe confermato l’ipotesi investigativa del delitto, smentita dal genitore che si trova in Pakistan, dove si è rifugiato insieme alla moglie, al fratello e a un cugino, tutti indagati per il delitto di Saman.

Lo zio,  trentatreenne, è  indagato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della ragazza insieme ai genitori e a due cugini, ma il giovane è stato solo il braccio armato di un’azione concepita e voluta da tutta la famiglia, che voleva imporre all’adolescente un matrimonio combinato con un altro cugino in Pakistan.

In prima fila fra gli accusati, infatti,  ci sono proprio i genitori di Saman, il 46enne Shabbar e la 47enne Nazia Shaheen, che di fronte ai continui rifiuti della ragazza di andare sposa al cugino avrebbero ammazzato la ragazza per poi nasconderne il cadavere , come sembrerebbero confermare   le immagini di un impianto di videosorveglianza che li vedono muniti di pale e altri attrezzi – nelle campagne di Novellara, dove il padre lavorava in un’azienda agricola.

Le ricerche dei carabinieri proseguono con l’ausilio dei cani fra serre, campi e canali di una zona molto ampia. La nuova svolta importante nelle indagini,  sarebbe contenuta nella testimonianza resa dal fratello della vittima, attualmente ospite di una comunità per minorenni in una località segreta: il ragazzino avrebbe confermato movente e dinamica dell’omicidio: nella notte fra il 30 aprile e il primo maggio sarebbe stata portata dai genitori in un campo, dov’è stata immobilizzata e poi uccisa dallo zio.

Intanto l’Unione delle comunità islamiche d’Italia, sul proprio sito, ha fatto sapere che emetterà, «di concerto con l’Associazione islamica degli Imam e delle guide religiose, una fatwa contro i matrimoni combinati forzati e l’altrettanto tribale usanza dell’infibulazione femminile». L’Ucoii dice che l’Unione «respinge con forza questo tipo di concezione della condizione femminile e in generale della vita delle persone. Sono comportamenti che non possono trovare alcuna giustificazione religiosa, quindi assolutamente da condannare, e ancor di più da prevenire».


Nei prossimi giorni il fratello sedicenne di Saman e Ikram Ijaz, il cugino fermato a Nimes, in Francia, mentre stava fuggendo verso Barcellona, saranno interrogati. Oggi quest’ultimo sarà sentito da un magistrato francese su richiesta della pm Laura Galli, che coordina l’inchiesta.

 

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