Bambini e tv: consigli per un utilizzo ottimale dei media

di francesca


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Vorrei analizzare con voi alcune premesse:

  1. Oltre alla famiglia, non esiste oggi un altro elemento che possa influenzare il comportamento di un bambino con una forza pari a quella esercitata dalla televisione, forse neppure la scuola. Dico “forse” perché la professionalità e la serietà di alcuni insegnanti benemeriti consentono ancora alla scuola di svolgere un eccellente ruolo formativo.
  2. È vero che il bambino trascorre ancora molto tempo davanti alla TV, ma le statistiche parlano di un fenomeno oggi in diminuzione. È altrettanto vero che, ancora oggi, i bambini apprendono molte informazioni sul mondo e sui suoi valori dall’esperienza televisiva piuttosto che dalla famiglia o dalla comunità. Ma il fornire informazioni non mi sembra un fatto a priori negativo. Preferiamo mantenere i bambini nell’ignoranza per poter continuare a “tiranneggiarli” con l’arma della nostra maggiore informazione?

E’ significativo che, le varie istituzioni e organizzazioni di ascolto continuano a segnalare un aumento di telefonate di bambini con  problemi, e nella maggior parte dei casi il problema è la solitudine. Allora i casi sono due: o la tv non è poi così attraente da avvincerli totalmente, oppure questi bambini hanno raggiunto una maturità tale da capire che la vera solitudine è la mancanza di interlocutori reali.

Per molti bambini, leggere è noioso perché ricorda la scuola. E poi non è detto che le letture non siano altrettanto pericolose. Ogni periodo storico ha i suoi “mezzi” tecnologicamente evoluti per accendere la fantasia. La fantasia è un frammento dell’intelligenza umana, ma se non la si possiede, è molto difficile stimolarla, qualunque sia il mezzo usato!!

Televisione e bambini: psicologia del fenomeno

In questo contesto, di cosa dovremmo essere consapevoli noi adulti a proposito della tv? Cito in ordine sparso alcune certezze:

  • È appurato che i comunicati commerciali hanno un potente impatto sui piccoli spettatori. Molti psicologi infantili sostengono che guardare la televisione è una delle esperienze più intense della giornata di un bambino.
  • Se i genitori valutassero il peso negativo di quest’esperienza in confronto all’influenza di altre esperienze quotidiane, non continuerebbero a fare ricorso alla televisione come ad una baby-sitter automatica.
  • Sempre gli psicologi hanno dimostrato che i bambini, specie dai 4/5 anni, nel periodo che segue immediatamente un programma, modellano i propri comportamenti su quelli visti sullo schermo. Se vedono attività violente, assumeranno probabilmente un comportamento violento. Se il programma contiene un linguaggio sessualmente esplicito, i bambini lo riprodurranno subito dopo. All’opposto, per la stessa ragione, un programma gentile ed educato può indurre un bambino a modellarsi sul comportamento educato appena osservato.

In definitiva non possiamo non fare i conti con la realtà e cioè che la televisione, o una sua versione su Internet, durerà ancora a lungo. Non è realistico pensare che un bambino possa crescere senza avere nessun contatto con la tv. Essa, come tante invenzioni tecnologiche, presenta lati positivi e lati negativi. Importante, soprattutto per gli “addetti ai lavori”, è non lasciarsi trascinare da un perbenismo di facciata e dai luoghi comuni:

Io credo che il mondo degli adulti, invece di denunciarne solo i lati negativi, si debba chiedere. “Che cosa possiamo fare?”. E, rivolgendomi alla mia categoria: “Che cosa possiamo fare noi pediatri?”.

Negli Usa, per esempio, è stata fondata da Peggy Charren, una pediatra molto all’avanguardia, l’organizzazione Action for Children’s Television, che ha avuto una grande influenza sulla formazione di una coscienza nazionale, nelle famiglie, nel governo e nei media, in merito ai programmi televisivi per bambini. Tra le sue conquiste, dopo dura battaglia, la legge che ha ridotto la quantità di comunicati pubblicitari da 14 a 10 minuti (nel weekend) e a 12 minuti (nei giorni feriali) per ogni ora di programmazione destinata ai bambini. A me sembra che si tratti di una  conquista piuttosto importante.

Alcuni suggerimenti sull’uso “corretto” della tv per i bambini

  1. Bisogna porre limiti al periodo di visione?
  2. La quasi totalità degli “addetti ai lavori” credono fermamente che sia necessario stabilire dei limiti, per esempio “1 ora al giorno durante la settimana e non più di 2 ore durante il weekend”.
  3. A me piace di più il suggerimento che la metà del tempo passato dal bambino davanti alla tv sia “un tempo familiare” in cui anche gli adulti della famiglia si mettono a guardare un programma, in modo che la televisione diventi un’esperienza condivisa.
  4. Potrebbe essere una sorta di quotidiano rituale serale della famiglia, quando figli e genitori si riuniscono davanti alla tv e passano un’oretta tutti insieme. Ritengo importante che i genitori favoriscano una sorta di “alfabetizzazione mediatica” dei loro bimbi sin dalla più tenera età, proprio come insegniamo loro ad attraversare con attenzione la strada, senza scatenare ogni volta sterili polemiche sul problema del traffico!
  5. Dobbiamo aiutare i nostri bambini a sviluppare un atteggiamento critico nei confronti di ciò che guardano alla televisione: anche un bambino molto piccolo può essere incoraggiato a chiedersi se ciò che sta vedendo è “reale”, a chiedersi cosa succede a tutte le persone che vengono ferite, o uccise. Mi sento di concludere con alcune riflessioni:
  6. I bambini hanno una recettività intellettiva più avanzata degli adulti e sono, più degli adulti, attrezzati ad affrontare i pericoli derivanti dalle tecnologie moderne. Il consumo della televisione non distrugge la curiosità intellettuale dei bambini, che imparano presto a “districarsi” nel grande mare della programmazione. In altre parole, la tv non sconvolge le loro menti e loro imparano presto a diventare teleutenti smaliziati.
  7. La presenza della famiglia è sempre un riferimento e una guida sicura.

Per ultime, le raccomandazioni (a volte un po’ scontate, ma utili) della American Academy of Pediatrics:

  1. I bambini sotto i due anni non devono guardare la televisione.
  2. La televisione dovrebbe essere limitata a non più di un’ora nei giorni feriali, e due ore nei fine settimana (e anche in questi periodi la scelta dei programmi deve essere accurata).
  3. I bambini non devono avere mai il televisore in camera.
  4. I genitori devono essere consapevoli che i bambini che trascorrono molto tempo davanti alla tv tendono a aumentare di peso; l’obesità nell’infanzia è un importante problema sanitario.
  5. La mancanza di attività fisica associata alla televisione e ai movimenti ripetitivi richiesti dai giochi elettronici potrebbero causare anche altri problemi di salute.

Articolo tratto dal libro Il bambino Felice del Prof. Giuseppe Ferrari

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