10 consigli per scegliere l’ospedale dove partorire

di Elisa Malizia


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Scegliere l’ospedale dove partorire, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca, è uno dei pensieri primari dei futuri genitori. Le variabili da tenere in considerazione sono tante, ma le informazioni ci sono, basta recarsi nei centri della propria città e telefonare a quelli più lontani. In genere, la scelta viene fatta al settimo mese di gravidanza, anche per avere tempo, poi, di cambiare idea. Vediamo, in 10 punti, come scegliere l’ospedale più adatto al parto.

1) I turni dell’ostetrica

Se non volete avere davanti troppe facce diverse, chiedete informazioni circa i turni del personale. Se sono di 12 ore, è probabile che riuscirete ad essere seguite, per la maggior parte del tempo, dalla stessa ostetrica. Se i turni sono più brevi, ci sarà personale diverso

2) Chi resta con la mamma

Alcune strutture non ammettono estranei in sala parto, quindi se avete intenzione di partorire con il vostro compagno accanto, chiedete espressamente informazioni al riguardo, per non avere brutte sorprese al momento di partorire.

3) Mamma e bimbo sempre insieme

Alcune strutture prevedono che, fin dalla nascita, i piccoli restino in stanza con la madre, mentre altri ospedali hanno il tradizionale concetto di nido. In base al vostro desiderio, scegliete quella che fa per voi. Il cosiddetto “rooming-in” è fondamentale se si vuole allattare al seno.

4) Posizione del parto

Ormai quasi tutti gli ospedali permettono alla mamma di muoversi durante il travaglio, diversa è invece l’opzione per quanto riguarda la posizione da assumere durante il parto. Partorire in piedi o carponi è ancora poco diffuso, ma se preferite queste posizioni cercate una struttura che le consenta.

5) Numero di cesarei

Se il numero di cesarei in un certo ospedale è stranamente alto (oltre il 50%) e voi puntate al parto naturale, probabilmente quella struttura non fa per voi. Il cesareo è sempre più diffuso, anche quando non è necessario, per via della programmazione dei parti.

6) Epidurale e parto indolore

Non è necessario soffrire durante il parto, anche questa è una scelta che spetta alla mamma. Le donne che vogliono vivere ogni attimo della nascita, dolori compresi, non avranno problemi in questo senso, mentre le donne che vogliono sottoporsi all’epidurale faranno bene a chiederlo in anticipo e cambiare ospedale se non dovesse essere possibile.

7) Ospedale pubblico o clinica privata

Entrambi hanno dei pro e dei contro; l’ospedale ha il vantaggio di avere reparti fondamentali come la rianimazione e personale specializzato in numero superiore, ma è anche più caotico, dispersivo, con minor privacy per la mamma e con orari di visita rigorosi. La clinica privata è più confortevole, più “personale”, ma manca di punti di primo soccorso in caso di complicazioni, cosa che non deve essere presa alla leggera.

8) Ospedali grandi e piccoli

Quelli più grandi sono di certo sovraffollati, ma più rodati e collaudati, con un personale più numeroso e un’esperienza maggiore; quelli più piccoli vengono considerati più tranquilli e raccolti, ma potrebbero avere delle carenze su altri fronti. Ad oggi, gli ospedali con meno di 500 parti all’anno sono in via di chiusura.

9) Episiotomia

L’episiotomia, ovvero il taglietto che viene effettuato verso termine del parto per facilitare l’uscita del bambino, non viene praticata sempre. Ogni ostetrica ha la sua tecnica, quindi se l’argomento vi interessa, chiedete al personale specializzato come sono soliti procedere.

10) No al passaparola

Ogni mamma ha le sue esigenza, non fidatevi solo della parola delle amiche e delle conoscenti, le quali potrebbero aver partorito anni fa. Visitate i centri che vi ispirano maggior fiducia, parlate con il personale, non abbiate timore di fare domande: il parto è un momento di gioia, organizzatelo al meglio.

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