Amanda Gorman dedica una poesia ai lavoratori essenziali durante il Super Bowl

di Alice Marchese


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“Hope is possible”: recita Amanda Gorman durante il Super Bowl, la finale del campionato di football americano. È possibile sperare, anche quando tutto crolla, anche in un momento di profonda incertezza e di necessità come quello che stiamo attraversando da più di un anno. Amanda Gorman è la poetessa che ha incantato tutti durante l’Inauguration Day, il giorno in cui Joe Biden è stato proclamato Presidente degli Stati Uniti d’America.

“Camminiamo con questi guerrieri, ricarichiamoci con questi campioni”, dice la poesia intitolata Chorus the Captains. E ancora: “Mentre noi li onoriamo oggi, sono loro che ogni giorno ci onorano”. Un vero e proprio omaggio agli “essential workers” (“lavoratori essenziali”), agli operatori dei settori vitali del Paese, che ha emozionato milioni di americani.

I suoi versi sono stati ispirati da tre persone: un insegnante, un infermiere in servizio in un reparto di terapia intensiva e un veterano del corpo dei Marine.

“Fare poesia al Super Bowl è stata un’impresa per l’arte e per il nostro Paese, perché significa che stiamo pensando con immaginazione al rapporto umano anche quando ci sentiamo isolati ”, ha twittato Gorman prima della sua apparizione. A scoprirla e ad invitarla a Washington era stata la first lady Jill Biden, che aveva letto alcuni dei suoi lavori.

Durante l’insediamento del presidente Biden del 20 gennaio, la poetessa aveva illuminato il Campidoglio recitando  il componimento “The Hill We Climb” sui gradini del Capitol di Washington. Giovanissima afro-americana di Los Angeles, ha catturato in versi lo storico momento della transizione dalla presidenza di Donald Trump a quella di Joe Biden emozionando vip della politica e decine di milioni di spettatori a casa.

A 22 anni la Gorman è la più giovane poetessa che abbia recitato durante una cerimonia dell’insediamento presidenziale oltre a vantare il titolo di National Youth Poet Laureate, una sorta di Nobel per giovani scrittori americani. Dunque è entrata in un ristretto club di poeti tra gli altri Robert Frost per John F. Kennedy, Maya Angelou per Bill Clinton e Richard Blanco per Barack Obama.

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