Regina Elisabetta ‘morta di vecchiaia’, ma si può davvero morire così?

di Alice Marchese


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Morire di vecchiaia è una delle cause più frequenti di decesso, un po’ com’è accaduto a quanto pare alla Regina Elisabetta. Quando una persona molto anziana in salute passa a miglior vita si pensa sia morta a causa dell’avanzare dell’età. A quanto pare però non rientra strettamente nelle statistiche dei decessi. Nonostante ciò il Giappone sta diventando promotore per l’inserimento della vecchiaia come causa di morte.

Ma si può morire di vecchiaia?

Accade sempre che quando una persona decede, viene scritto il certificato di morte che attesta effettivamente la causa. È risaputo che con l’avanzare dell’età si è più vulnerabili e si è più inclini allo sviluppo di malattie e non sempre il soggetto è totalmente a conoscenza della propria situazione clinica.

Leggi anche: Regina Elisabetta, pubblicato il certificato di morte: la causa del decesso

La situazione in Italia

In Italia, i certificati di morte vengono compilati partendo dalla causa iniziale e finendo con quella terminale, spesso legata all’arresto cardiaco. In ambito internazionale viene invece applicato un sistema inverso, con la presentazione della causa ultima e a risalire delle precedenti.

Negli ultimi anni tanti decessi sono stati causati dal Coronavirus, pertanto si era discusso sull’opportunità di indicare i decessi dei malati “per” o “con” COVID-19. Al di là delle polemiche e delle strumentalizzazioni, il confronto aveva messo in evidenza quanto possa essere difficile identificare i processi di causa effetto che portano a un decesso, specialmente tra le persone anziane.

Cos’è accaduto con la pandemia

La pandemia ha comunque portato le istituzioni sanitarie a esplorare meglio il tema delle morti di vecchiaia. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), per esempio, a inizio anno ha pubblicato la nuova versione della classificazione internazionale delle malattie, incidenti e cause di morte (ICD-11), includendo per la prima volta la voce “Invecchiamento associato a un declino delle capacità intrinseche” dei pazienti. L’avanzamento di questa proposta è comunque abbastanza discussa. Com’è stato sottolineato precedentemente, il Giappone è il paese con la più alta percentuale di persone sopra i 65 anni, contempla nelle proprie statistiche l’età come causa di morte. Negli ultimi anni la morte per vecchiaia è terza, preceduta da quella per problemi cardiovascolari e per cancro. Ogni dieci decessi nel paese, uno è segnalato come morte di vecchiaia.

Perché le persone muoiono nel sonno?

A volte però si pensa che le persona passino a miglior vita per vecchiaia, quando in realtà non è sempre così. Il Wales Online.co.uk  riporta l’indagine del dottor Tuly Rosenfeld, geriatra dell’Università del New South Wales. Ha dichiarato alla ABC: “Il motivo per cui molte persone anziane muoiono silenziosamente nel sonno è perché i loro sistemi di deglutizione non funzionano, inalano cibo, liquidi, saliva nei polmoni, prendono la polmonite e muoiono”.

Sembrerebbe però che alcuni medici non conoscano l’esatta causa della morte, dal momento che ci sono patologie che si incastrano per cui è difficile decretare quale sia stata quella fatale.

Regina Elisabetta morta di vecchiaia, i certificati di morte nel Regno Unito

La causa di morte della Regina Elisabetta nel certificato è la vecchiaia. Nel Regno Unito però si evita il più possibile come unico motivo. Lì esiste una rigida guida del governo che afferma che i medici dovrebbero evitare di indicare la vecchiaia – o anche la “senilità” o la “fragilità della vecchiaia” – come unica causa di morte. Vi sono, tuttavia, “circostanze molto limitate” in cui ciò è accettabile. Questi sono quando un medico:

  • assiste il defunto per un lungo periodo (anni o molti mesi);
  • Osserva un graduale declino della salute generale e del funzionamento del paziente;
  • non sapeva di alcuna malattia o lesione identificabile che abbia contribuito alla morte;
  • Era certo che non vi fosse alcun motivo per cui la morte dovesse essere denunciata al coroner.

La guida continua: “Puoi menzionare la vecchiaia o la fragilità come una causa concomitante, soprattutto se spiega l’effetto grave di una condizione che di solito non è fatale. Se la causa immediata della morte è stata il Covid-19 o le sue conseguenze, e il paziente non presentava specifiche condizioni di salute preesistenti, ma sembra essere stato particolarmente vulnerabile al Covid-19 o ai suoi effetti a causa della vecchiaia o della fragilità, è opportuno dichiarare che la vecchiaia ha contribuito alla morte”.

Cosa c’è scritto nei certificati di morte

“La famiglia del paziente potrebbe non considerare la vecchiaia come una spiegazione adeguata per la morte del parente e potrebbe richiedere ulteriori indagini. Sebbene non vi siano limiti di età o restrizioni legali per riferirsi alla ‘vecchiaia’, un decesso certificato come dovuto alla sola vecchiaia o senilità verrà solitamente riferito al medico legale. Il tutto se il defunto ha 80 anni o più, e tutte le condizioni sopra elencate sono soddisfatte. Termini simili, come ‘fragilità della vecchiaia’, saranno trattati allo stesso modo.”

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