Quali sono i tumori più frequenti nelle donne?

di Romina Ferrante


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La piaga dei tumori colpisce sempre di più anche le donne. Secondo l’AIRC nel corso della vita una donna su 3 si ammalerà di tumore.

Tra le prime cinque neoplasie che aggrediscono il sesso femminile ci sono il tumore alla mammella, il tumore al corpo dell’utero, il tumore della cervice uterina, il tumore dell’ovaio e il tumore del polmone.

Scopriamo insieme quali sono i più diffusi, i fattori di rischio più comuni e quali accorgimenti seguire per prevenirli.

Tumore alla mammella

Al primo posto dell’amara classifica c’è sicuramente il tumore alla mammella. Il tumore al seno, nonostante incuta molta paura, se diagnosticato in tempo può, però, essere curato.

Il seno è caratterizzato da grasso, tessuto connettivo e una serie di ghiandole (lobuli). Alcuni tumori mammari sono più blandi perché si sviluppano all’interno dei dotti galattofori (o lattiferi) che portano il latte al capezzolo. In questo caso il tumore resta confinato all’interno dei dotti e non si estende all’esterno. Altri tumori al seno sono invece più invasivi e aggrediscono anche altri organi.

Il rischio di ammalarsi di questo tipo di tumore è direttamente proporzionale all’età e agli stimoli ormonali cui è soggetta la mammella nel tempo. Tra i fattori di rischio ci sono il ciclo ovarico precoce e una menopausa tardiva, che allungano il periodo di esposizione del tessuto mammario a stimoli ormonali. Nelle donne che assumono la pillola anticoncezionale, per esempio, il rischio aumenta.

Altri significativi fattori di rischio sono l’obesità, la sindrome metabolica e l’insulino-resistenza. Ecco perché tutti i medici raccomandano di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata.

Alcuni tumori mammari sono ereditari (sotto accusa i due geni BRCA-1 e BRCA-2). In altri casi chi ha subito in passato radioterapie o neoplasie può incorrere in recidive.

Il tumore al seno non presenta subito sintomi ben riconoscibili. Ecco perché è fondamentale fare uno screening accurato sin dalla giovane età. La prevenzione dovrebbe partire già a 20 con controlli annuali. Importantissima anche la palpazione al seno che consente di individuare eventuali anomalie, per poi passare ad una ecografia al seno e dopo i 40 anni alla mammografia bilaterale, l’esame che in questi anni ha permesso di ridurre drasticamente il numero di morti per tumore al seno.

Tumore al corpo dell’utero

La maggior parte dei tumori che colpiscono il corpo dell’utero sono tumori dell’endometrio (adenocarcinomi endometriali e sarcomi uterini), lo strato di rivestimento interno, che forma il corpo uterino e che è influenzato dagli sbalzi ormonali dovuti al ciclo mestruale.

Si tratta di un tumore che aggredisce soprattutto le donne in menopausa, intorno ai 50 anni. La crescita dell’incidenza di questo tumore è determinata dal cambiamento dello stile di vita e dell’alimentazione (oggi molto più ricca di grassi che in passato), ma anche dalle terapie ormonali usate per curare il tumore alla mammella.

A scatenare i tumori endometriali sono gli estrogeni, che se non adeguatamente controbilanciati dal progesterone rischiano di aumentare il rischio di sviluppare questa neoplasia.

L’età, il diabete mellito, l’obesità e l’ipertensione sono altri importanti fattori di rischio.

Nella gran parte dei casi il sintomo più evidente di questo tumore è la perdita di sangue vaginale anomalo. Poi ci sono perdite vaginali maleodoranti, dolori nella zona pelvica o nella zona lombare e una perdita di peso non dovuta a una dieta dimagrante.

Per un’approfondita anamnesi sarà necessario effettuare un’ecografia transvaginale e in caso di anomalie un’isteroscopia per una visione più chiara dell’endometrio.

Anche in questo caso lo sport e un’alimentazione sana e ricca di fibre possono contribuire a ridurre l’insorgenza di questo tumore.

Tumore della cervice uterina

Il tumore della cervice uterina prende forma nella parte inferiore dell’utero, detto collo o cervice, a sua volta distinto in due aree: l’endocervice (vicina al corpo dell’utero con cellule ghiandolari) e l’esocervice (vicina alla vagina con cellule squamose). Solitamente il tumore alla cervice si sviluppa in questa terra di mezzo.

Gli esami che consentono una diagnosi precoce sono in il Pap-test e il test HPV che consentono di individuare se sia o meno presente l’infezione da Papilloma virus umano (HPV) che si trasmette per via sessuale.

Il rischio di contrarre l’infezione cresce in caso di partner sessuali multipli, ma anche a causa di un deficit immunitario legato a un’infezione da HIV o ad un precedente trapianto d’organo.

Anche il fumo, una dieta povera di frutta e verdura, la familiarità, l’obesità e l’infezione da clamidia posso accrescere le possibilità di sviluppare questo tumore.

I sintomi più comuni sono le perdite di sangue anomale, perdite vaginali senza sangue o dolore durante i rapporti sessuali.

Per prevenire questo genere di tumore occorre evitare rapporti sessuali non protetti con persone a rischio ed effettuare regolari controlli ginecologi.

Tumore dell’ovaio

Le ovaie hanno la funzione di produrre ormoni sessuali femminili (estrogeni e progesterone) e ovociti (le cellule riproduttive femminili). Il tumore all’ovaio è causato dalla proliferazione incontrollata delle cellule epiteliali, germinali e stromali.

Questa neoplasia molto aggressiva compare soprattutto nelle donne tra i 50 e i 69 anni ed è frequente in persone obese, che hanno avuto un menarca precoce e una menopausa tardiva, che non hanno avuto figli o è scatenata da fattori ereditari, come le mutazioni ereditarie nei geni BRCA1 e BRCA2.

L’utilizzo di pillola contraccettiva, l’allattamento al seno, al contrario, riducono l’insorgenza di questo tumore.

I sintomi più frequenti sono molto generici e quindi difficili da riconoscere: l’addome gonfio, il meteorismo, il bisogno frequente di urinare, dolore addominale o pelvico, sanguinamento vaginale, stipsi e/o diarrea, stanchezza, nausea e perdita di appetito.

Visite ginecologiche frequenti ed ecografie transvaginali possono rendere più semplice la diagnosi precoce di questo tumore.

 

Tumore del polmone

È noto che il principale fattore di rischio del tumore al polmone sia il fumo di sigaretta, ma anche l’inquinamento atmosferico e l’esposizione a cancerogeni chimici come l’amianto (asbesto), il radon e i metalli pesanti possono favorire l’insorgenza di questo tumore.

Esistono diverse forme tumorali che possono colpire bronchi, bronchioli e alveoli, creando una massa in grado di ostruire il flusso d’aria e provocare emorragie.

Tra i sintomi più comuni ci sono la tosse continua, la raucedine, la presenza di sangue nel catarro, fiato corto, dolore al petto, ma anche perdita di peso e di appetito.

Per capire se siamo di fronte a un tumore ai polmoni sarà necessario effettuare una radiografia al torace, eseguire ulteriori accertamenti prevedendo l’uso di TC e PET e poi successivamente fare una biopsia.

Il primo consiglio per chi vuole fare prevenzione è quello di smettere di fumare, fare rispettare i divieti di fumo nei luoghi pubblici e utilizzare a lavoro i dispositivi di protezione ambientale, messi a disposizione dal proprio datore di lavoro, secondo quanto prescritto dalla legge.

LEGGI ANCHE: Tumore dell’appendice, i sintomi di questo cancro raro

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