Silvia Aisha Romano sposata e insegna in una scuola

di Alice Marchese


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Silvia Aisha Romano, dopo essere stata liberata l’anno scorso dopo diciotto mesi di prigionia in Somalia, è andata ad abitare lontano da tutto e si è sposata.

Chi è Silvia Aisha Romano

Silvia Aisha Romano è la cooperante rapita. Il 9 maggio del 2020 è stata liberata dalla prigionia grazie ad un complesso lavoro d’intelligence e con la collaborazione dei servizi turchi. E’ stata accusata per via della conversione all’Islam, per il suo jilbab verde che è l’ abito tradizionale somalo e per i soldi che l’Italia avrebbe pagato per il riscatto. Anche se non si è mai saputo.

Ha scelto Aisha come nome dopo la conversione. Significa viva

Oggi la ventiseienne insegna in una scuola per adulti lingue straniere. Di una «felicità piena», racconta chi è molto vicino alla famiglia. Come riporta La Stampa, Silvia e si è sposata, con rito islamico, il 5 ottobre scorso.

Una «storia da favola su cui si potrebbe girare un film», dice chi le vuole bene. Perché Silvia e Paolo sono amici da quando erano bambini. Purtroppo la vita li ha separati fino al giorno della sua liberazione. Poi la vita li ha divisi ed entrambi hanno intrapreso la propria strada. Dopo quel 9 maggio, Paolo ha provato a mettersi in contatto con lei. Fino a quel 9 maggio, al ritorno a casa di Silvia.

Il matrimonio di Silvia e Paolo

Lui si è convertito e hanno convolato a nozze in gran segreto. Senza feste e cerimonie.  Ora vivono insieme, lontano da tutto quel che è stato. «Rinati», dopo una sofferenza che tutta la famiglia ha vissuto per più di cinquecento giorni, mentre Silvia era nelle mani del pericoloso gruppo terroristico di Al Shabab, affiliato ad al Qaeda.

Africa Milele

Ha fatto la volontaria per Africa Milele, una piccola associazione, troppo poco strutturata e che non adottava le giuste misure di sicurezza, nata per aiutare i bambini del villaggio, a ottanta chilometri a ovest di Malindi. Non aveva esperienze di cooperazione internazionale Silvia, né una formazione specifica.

L’associazione nasce a Fano il 9 settembre 2012 e si occupa di progetti di sostegno all’infanzia. Tutto ha avuto inizio da un’idea di Lilian Sora e Luca Lombardo dopo il viaggio di nozze in Kenya nel 2009 durante il quale conobbero le realtà più vulnerabili e sentirono la necessità di aiutarle.

Africa Milele in lingua swahili significa ‘Africa per Sempre’

L’obiettivo del progetto è la costruzione di una casa orfanotrofio in grado di ospitare 24 bambini orfani di entrambi i genitori. Per ora tutto viene fatto in strada. Come una “Ludoteca della Savana”.
L’idea è che i bambini possano avere così assistenza sanitaria e la possibilità di essere inseriti in programmi scolastici secondo le proprie capacità, anche grazie ad un progetto di adozioni a distanza.

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