Maurizio Corgnati: “Colui che ha inventato Milva”

di Alice Marchese


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“È l’uomo che ho amato di più e rimpianto sempre”. Lo ha detto Milva parlando dell’ex marito Maurizio Corgnati morto il 30 marzo 1992. I due si sono conosciuti nel 1959 e si sono sposati due anni dopo. La loro storia d’amore nonostante sia stata criticata per la differenza d’età, resta una di quelle che ha profondamente cambiato la vita di entrambi.

Maurizio Corgnati: “colui che ha inventato Milva”

Lui era un regista televisivo e cinematografico, documentarista, scrittore, intellettuale.

La differenza di età tra i due rappresentò per la cantante un cambiamento significativo. Per Milva, Corgnati è stato colui che le ha insegnato tutto.

Le parole di Milva

Tempo fa Milva, scomparsa il 23 aprile 2021, dichiarò: “È l’uomo che ho amato di più e rimpianto sempre”. Lo riporta il Sussidiario. L’amore irrefrenabile, quel sentimento meraviglioso che ci rinvigorisce sempre per lei è stato essenziale.

Maria Ilva Biolcati, in arte Milva, ricordò sempre con grande rammarico il marito scomparso: “Penso alla morte di mio marito Maurizio Corgnati, che non ho saputo amare abbastanza, che ho fatto tanto soffrire”.

Una storia che terminò nel 1969 quando la cantante perse letteralmente la testa per un altro uomo: Domenico Serughetti, in arte Mario Piave. Sull’episodio Corgnati all’epoca raccontò: “Se ne andò una notte e si portò via anche la nostra bambina”. Ma Corgnati sottolineò anche le tante cose belle della sua storia d’amore, raccontando un curioso aneddoto: “Camminava scalza e portava le scarpe dentro una borsa. “E’ un’ abitudine che ho preso da bambina” mi spiegò. Non conosceva nulla. Per questo decisi di prenderla sotto la mia protezione”.

Chi è Milva

Milva, pseudonimo di Maria Ilva Biolcati è stata una cantante e attrice teatrale italiana.

Era soprannominata la Pantera di Goro; fu infatti una delle protagoniste della musica italiana negli anni sessanta e settanta, assieme a Ornella Vanoni, Mina (la Tigre di Cremona), Iva Zanicchi (l’Aquila di Ligonchio) e Orietta Berti (l’Usignolo di Cavriago).

Per il colore dei suoi capelli era anche nota come La Rossa (titolo di una famosa canzone scritta per lei da Enzo Jannacci, al quale dedicò l’omonimo album La Rossa del 1980); il colore caratterizzava anche la sua fede politica di sinistra, rivendicata in numerose occasioni.

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