Casa passiva, cos’è e perchè ci aiuta a risparmiare

di Claudia Scorza


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La casa passiva è un’innovazione tecnologica per ridurre i consumi energetici di un’abitazione messa a punto dal fisico tedesco Wolfgang Feist e dal professore universitario svedese Bo Adamson. Il prototipo fu realizzato nel 1990 in Germania, a Darmstadt, con ottimi risultati in termini di risparmio energetico, ma con elevati costi di produzione.

Con gli anni, gli studi e le ricerche in merito hanno permesso di rendere questo modello di abitazione a basso consumo energetico uno strumento utile per il risparmio energetico di una casa. I vantaggi delle case passive per quanto riguarda il consumo energetico sono elevati in quanto una casa passiva consuma circa il 90% in meno rispetto alle case tradizionali e circa il 75% in meno rispetto alle nuove costruzioni realizzate seguendo l’attuale regolamentazione termica.

Le case passive si sono sempre più diffuse negli ultimi tempi, comparendo inizialmente nei paesi dell’Europa centro-settentrionale come Germania, Svizzera, Austria, Francia, Olanda e Svezia.  Le case passive in Italia sono arrivate un po’ dopo, ma da qualche anno si stanno diffondendo piano piano cercando di mettere a punto un adeguamento del progetto originale al clima mediterraneo tipico del nostro paese.

L’efficienza della casa passiva è dovuta principalmente alla combinazione di alcuni importanti elementi che compongono l’abitazione, come isolamento termico, finestre termiche, calore interno, forma, esposizione e ventilazione della casa. Tali elementi vengono chiamati fonti passive di calore poichè il raggiungimento di consumi energetici ridotti non avviene attraverso un impianto “attivo” a consumo energetico, bensì “passivo”.

Questo significa che gli edifici passivi non hanno un impianto di riscaldamento convenzionale e che la capacità di garantire il calore avviene compensando le perdite dell’involucro dell’abitazione durante le stagioni più fredde. Questo risultato avviene grazie agli apporti di calore dell’irraggiamento solare trasmessi dalle finestre, sommati poi al calore generato all’interno dell’abitazione dalle persone e dagli elettrodomestici presenti nella casa.

La progettazione di case passive è piuttosto complessa e prevede molte possibilità. Alcuni progetti, ad esempio, sfruttano la geotermia, ovvero il calore naturale del terreno, attraverso tubature interrate esternamente che si diramano su tutta la superficie della casa. Altri, invece, abbinano allo studio dell’esposizione solare l’uso di tecnologie fotovoltaiche, oppure creano l’ombreggiatura attraverso elementi architettonici, come portici coperti, o la scelta di una piantumazione adeguata privilegiando alberi che perdono il fogliame in inverno e lasciano filtrare i raggi del sole solo quando sono necessari. I materiali di realizzazione sono diversi e possono essere legno, mattoni e cemento.

Per quanto riguarda i costi della casa passiva, è stato calcolato che una casa passiva necessita mediamente di 1,5 litri di carburante che equivalgono a circa 15 Kwh per metro quadrato di superficie abitativa, contro i 10-12 litri consumati da una casa tradizionale solo per il riscaldamento. La prima casa passiva in legno costruita in Italia con una superficie di 600 metri quadri ha prodotto una spesa di 100 euro durante il primo anno di consumi effettivi, comprensivi dei costi di riscaldamento e di raffreddamento dell’abitazione.

L’obiettivo è quello di rendere le case passive sempre più efficienti e sempre meno costose da realizzare, così da arrivare a concepire la casa passiva come uno standard abitativo diffuso e comune, contribuendo anche ad avere un generale impatto ambientale inferiore rispetto ad oggi.

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