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Giorgia Meloni: “Sono un underdog”, cosa significa?
Nel suo discorso di insediamento alla Camera, Giorgia Meloni, la nuova presidente del Consiglio, ha usato un termine anglosassone mutuato dal lessico sportivo per indicare un atleta che partecipa a una competizione e parte sfavorito nei pronostici. Scopriamo di seguito qual è e cosa significa.
Giorgia Meloni alla Camera: “Sono un underdog“
“Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici” ha detto Giorgia Meloni che, stravolgendo i pronostici invece di essere “perdente in pectore” ha vinto a sorpresa sbaragliando i concorrenti a dispetto delle previsioni e della scarsa fiducia. E lì ecco che le previsioni vengono stravolte, per il popolo sportivo british scatta l’upset: il perdente taglia il traguardo per primo, in barba a chi aveva scommesso su altri nomi.
Le parole più usate da Giorgia Meloni: “Farò ciò che devo”
Con grande forza d’animo, la nuova presidente del Consiglio parla di sé: “Io underdog, stravolgerò i pronostici. Farò ciò che devo”. Ci tiene, poi, a sottolineare davanti alla Camera di non essere ricca di famiglia, di essere cresciuta in un quartiere popolare, di non aver avuto amicizie che contano che l’hanno spinta verso la poltrona di Palazzo Chigi, di non essere vicina a quei potenti e Paperoni che nell’immaginazione diffusa manovrano il potere da dietro le quinte. Un identikit, quindi, da vera “underdog”. Il termine è diventato di uso comune dopo il successo di Alicia Keys, con l’omonimo titolo, che ripete: “Ma io sono stata fatta per rompere gli schemi, l’unico sogno che ho inseguito è il mio”.
Un discorso di 70 minuti
“Stravolgerò i pronostici”. In capo a oltre settanta minuti di discorso, Giorgia Meloni lancia la sua scommessa fra gli applausi del centrodestra. Esprimendo la fatica che l’attende: “Non sarà una navigazione facile, per la gravosità delle scelte ma anche per un pregiudizio politico che colgo nelle analisi che ci riguardano. In parte giustificato: sono la prima donna, vengo da una storia politica relegata ai margini della Repubblica, e non arrivo qui fra le braccia di un contesto familiare favorevole o con amicizie importanti. Sono un underdog, come dicono gli inglesi, per riuscire devo stravolgere tutti i pronostici. Voglio farlo ancora”.
Un intervento appassionato ed emozionato
Un intervento appassionato, interrotto più volte da colpi di tosse e avviato con emozione. Un discorso che ha aperto onorando le figure di alcune donne che hanno fatto la storia del Paese – fra cui Tina Anselmi e Nilde Iotti – e nel quale ha riaffermato la collocazione euro-atlantica dell’Italia, ha ribadito con forza il sostegno all’Ucraina contro l’invasione russa, ha tracciato senza finzioni un quadro economico difficilissimo che “impedirà di fare subito alcuni provvedimenti che abbiamo in mente”. E infine ha affrancato la Destra da un passato ingombrante: “Le leggi razziali sono una vergogna che segneranno il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del ‘900 hanno dilaniato l’Europa, non solo l’Italia.
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I prossimi 5 anni di governo
La premier ha, inoltre, sottolineato come il suo sia un governo politico pienamente rappresentativo della volontà popolare. Si impegna a guidare il Paese per cinque anni “anteponendo l’interesse nazionale a quello di partito. Non utilizzeremo il voto degli italiani per sostituire un sistema di potere. Se per farlo dovremo scontentare alcuni potentati non ci tireremo indietro, perché il coraggio non ci difetta”.
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