All’asta le lettere di Lady Diana che raccontano il divorzio da Carlo: “Atroce e orribile”

di Redazione


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Le lettere private di Lady Diana all’asta

Andranno all’asta il 16 febbraio le lettere che Lady Diana ha scritto all’epoca del divorzio da Carlo. Nei mesi antecedenti la morte, la “principessa triste” ha scritto a due amici fidati, Susie e Tarek Kassem. Nelle missive, la cui stima iniziale è di 100mila euro, confidava i problemi del turbolento divorzio. Parte della corrispondenza, datata tra il 1995 e il 1996, andrà in vendita da Lay’s Auctioneers, una casa d’aste inglese.

Si tratta di 32 lettere e cartoline. Lady D. si rivolge alla coppia di amici chiedendo aiuto e comprensione: li aveva conosciuti nell’agosto del 1995 e, da quel momento, aveva stretto con loro un forte legame. A loro ha rivelato le difficoltà per la fine dell’unione con Carlo: secondo gli esperti, la calligrafia rivela lacrime e sofferenze, poiché verso la fine di alcune lettere si fa più confusa e caotica.

lady Diana

Lady Diana con i figli

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Cosa si legge nelle lettere, perché si vendono

Nelle lettere di Lady Diana all’asta si legge il continuo isolamento e si accenna a timori riguardo la possibilità di intercettazioni delle sue telefonate da parte di Kensington Palace. In particolare, in una delle missive, la principessa affermava che, se avesse saputo quanto sarebbero state “disperate e orrende” le trattative, non avrebbe accettato il divorzio.

Lady D. spesso ringrazia gli amici per il sostegno (“Sono stata descritta come una farfalla ma non vorrei mai volar via da questa bella famiglia”, scrive). Un sostegno che non arriva minimamente dalla Royal Family: “Sono immensamente commossa da come siete entrambi protettivi nei miei confronti. Non sono abituata!”.

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In una lettera dell’aprile del 1996, Diana ammette di vivere un momento molto difficile: “Oggi mi sento davvero a terra e voglio solo che questo divorzio venga finalizzato al più presto perché i possibili costi sono tremendi”. I Kassem hanno deciso di vendere le lettere di Lady Diana perché trovano troppo onerosa la responsabilità di questo archivio così importante e non vogliono lasciarla ai loro figli. Hanno comunque spiegato di non aver incluso le lettere più intime e personali, che non renderanno pubbliche.

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