Ucraina, madre e figli uccisi: chi è Lynsey Addario, la giornalista che ha scattato la foto

di Manuela Zanni


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Chi è Lynsey Addario, la fotografa che ha scattato l‘immagine shock della famiglia sterminata a Irpin. Quarantotto anni, già premiata per i suoi scatti che hanno documentato le crisi nel mondo dalla Libia al Pakistan. Cosa sappiamo di lei?

La delicatezza nonostante le immagini crude

Ci vuole sangue freddo e tanta sensibilità per avere il coraggio di immortalare la realtà, soprattutto quando questa realtà è quella cruda della guerra che non fa sconti a nessuno, neanche ad una mamma che fugge con il proprio bambino sperando di metterlo in salvo dal pericolo incombente. Ci sono professionisti come Lynsey Addario che riescono a farlo mostrando delicatezza nonostante la crudezza delle immagini.

 Uno scatto durissimo

Donne e bambini sono sempre stati il focus del suo obiettivo: capace di non distogliere lo sguardo e denunciare, immortalandole, le situazioni più atroci. Come la foto, scioccante davvero, che mostra una giovane madre ucraina riversa sulla strada con accanto i cadaveri dei figlioletti, pubblicata ieri dai giornali di mezzo mondo, il “suo” New York Times in testa e che Lynsey Addario ha scattato a Irpin. Una famiglia come tante sterminata mentre tentava di scappare verso Kiev lungo la strada che corre parallela a un ponte fatto esplodere dall’esercito ucraino poco prima, per rallentare l’avanzata dei russi. Unico sopravvissuto, il cane: lo si intravede nella foto, rimasto ad abbaiare di disperazione e terrore in un trasportino verde.

Chi è  Lynsey Addario

E’, davvvero, uno scatto durissimo quello di Addario, 48 anni, già Premio Pulitzer nel 2009 per il lavoro fatto per il New York Times in Warizistan e vincitrice, quello stesso anno, del prestigioso MacArthur Fellowship (la cosiddetta “Genius Grant”, borsa di studio dei geni, uno dei più importanti riconoscimenti ai creativi americani).

 La biografia di Addario

Italoamericana – è la minore delle quattro figlie di Phillip e Camille Addario, parrucchieri di origine pugliese – ha un legame forte col nostro paese: ha infatti studiato scienze politiche a Bologna. Freelance d’eccellenza, collabora con alcune delle più importanti testate del mondo: New York Times, appunto, ma anche National Geographic e Time Magazine. Ha un figlio di dieci anni.

La carriera della fotoreporter

Che vita, la sua: in buona parte spesa a documentare gli scenari più caldi del mondo. Dopo un esordio come assistente nel mondo della moda, infatti, trovò il suo primo ingaggio in Argentina grazie a una foto rubata a Madonna sul set di Evita. Dal 2000 in poi non si è più fermata un attimo: da Cuba all’Afghanistan, dai trans di New York ai ritratti di donne nelle terre martoriate dalle guerre. E poi in Congo, Ciad, Darfur, Iraq, Israele, Haiti. Nel 2009 è rimasta coinvolta in un incidente automobilistico in Pakistan: tornava a Islamabad, dopo aver documentato la vita in un campo profughi al confine con l’Afghanistan. Ancora, nel 2011 è stata rapita in Libia insieme ai colleghi Anthony Shadid, Stephen Farrell e Tyler Hicks: e rimasta cinque giorni nelle mani delle forze governative.

Una vita avventurosa raccontata nella sua autobiografia pubblicata nel 2015 In amore e in guerra – La mia vita di fotografa di frontiera. I diritti sono già stati acquistati dal regista Premio Oscar Steven Spielberg che da tempo pensa di farne un film, con Jennifer Lawrence protagonista. Ora gli toccherà aggiungere una scena in più: l’orrore della famiglia assassinata ad Irpin.

Vita privata

Dal luglio 2009 è sposata con Paul de Bendern, giornalista e ex capo ufficio di Reuters. La coppia ha un figlio, Lukas, nato nel 2011.Lynsey Addario: «Andavo al fronte anche quando ero incinta. E le altre donne mi criticavano» Fotografa e inviata di guerra, l’hanno rapita, picchiata. Lei non ha mai smesso di fotografare. Prossimamente uscirà  la sua biografia, che presto diventerà un film.

 

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