Enrico Varriale accusato di stalking, “ho fatto qualcosa che non va fatto”

di Redazione


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Il noto giornalista sportivo Enrico Varriale si dovrà presentare al Tribunale di Roma per difendersi dalle accuse di stalking e lesioni nei confronti della sua ex compagna. Secondo i magistrati della Capitale, le prove a carico dell’ex direttore di Rai Sport, sospeso dall’azienda in attesa dell’evoluzione giudiziaria della vicenda, sarebbero “schiaccianti”.

Cosa dicono gli atti

Negli atti, infatti, si legge che Varriale “molestava e picchiava la compagna” con cui ha avuto una relazione così forte da prendere la decisione di trasferirsi dalle Marche a Roma. Negli atti anche il racconto dell’episodio del 6 agosto scorso. Durante una discussione per motivi di gelosia, Varriale “la sbatteva violentemente al muro , scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole violentemente dei calci”, scrive la giudice Monica Ciancio. La donna avrebbe provato a riprendere il suo telefonino ma il giornalista “la afferrava al collo con una mano”. Dopo la lite violenta, la donna ha interrotto la relazione ma il giornalista avrebbe tentato “ossessivamente di entrare in contatto”, con telefonate, messaggi e appostamenti, causando attacchi di panico nella donna.

La difesa di Enrico Varriale

Intervistato da La Repubblica, il giornalista ha affermato: “Lo so benissimo, ho fatto qualcosa che non può e non deve essere fatto. Mai. So anche che non sono il mostro di Milwaukee e penso che sia giusto dire come sono andati i fatti”.

L’inizio della relazione nel novembre 2020: “Lei viveva a Pesaro col marito. Io ero un uomo libero, a Roma. Ho due figlie grandi ma mi sono separato da mia moglie tanto tempo fa”. Gli incontri avvenivano nella Capitale, in casa di Varriale, “una settimana sì e una no”.

Poi, però, il giornalista le avrebbe chiesto di arrivare a una decisione per consolidare il rapporto: “A maggio, come tappa intermedia aveva affittato una casa vicino alla mia. Però le ho detto: il 15 luglio dopo gli Europei o prendi una decisione o la finiamo. Non ebbi risposta”.

enrico varriale

Enrico Varriale.

E, sul presunto episodio di violenza avvenuto il 6 agosto: “Ci siamo colpiti tutti e due, ma non l’ho picchiata e non le ho mai messo le mani al collo. È stato un litigio, mi sono difeso, l’ho solo allontanata. Alla fine avevo l’occhio pesto, quello messo peggio ero io. Lo hanno visto diverse persone, anche nei giorni successivi. Al Gemelli le hanno fatto una prognosi, di cinque giorni… Un’abrasione alla base del collo…solo un’abrasione. Ma io non mi sono fatto refertare. Una colluttazione non è meno grave. È comunque diverso. Io non ho mai picchiato una donna. Sono della scuola che nemmeno con un fiore. Questo è stato il primo 25 novembre in cui non ho moderato o partecipato a qualche evento importante in difesa delle donne…”.

Il giornalista, poi, a proposito delle accuse di stalking: “Eravamo abituati a scambiarci trenta-quaranta messaggi al giorno. Se mi avesse detto ‘mi disturbi’ sarei sparito”. E sulle chiammate notturne: “Ma lei era famosa perché non dormiva mai. Si alzava alle tre di notte e cominciava a scrollare il telefono. Una volta era online e ho provato”. E sugli appostamenti: “Ci siamo incrociati un paio di volte sotto casa la mattina mentre andavo a correre… abitiamo a due passi”.

Infine, sui 15mila euro offerti per ritirare la querela: “Un tentativo, suggerito dal mio avvocato, di accorciare la gogna mediatica per me e per lei. Mi ha amareggiato leggere l’intervista della Signora, coperta da anonimato e piena di falsità. Non era per comprare il suo silenzio, la mia immagine era già stata distrutta”.

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