Piccoli sogni di gloria

di francesca


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La nuova generazione, molto più delle precedenti, è cresciuta a stretto contatto con mezzi e tecnologie legati al web: sarà per questo che i protagonisti di iCarly, una delle serie tween più di successo, diventano seguitissimi sul web grazie ad uno show che registrano da webcam e mandano poi live sulla rete. Carly, Sam e Freddie sono amati dai propri spettatori, oltre che per la loro simpatia e vivacità, anche perché sono sulla loro stessa lunghezza d’onda: registrano, caricano sul computer e condividono video con i loro amici. Le avventure di questo gruppo di istrionici amici è arrivato da poco in Dvd in iCarly dallo Spazio, con alcuni dei più amati episodi della serie e, tra i contenuti extra, un episodio speciale di Big Time Rush (altra serie teen di successo)

Tornando alla familiarità dei giovanissimi con le tecnologie, è proprio in questo campo che si muove la Scuola di Cinema dei Bambini, un interessante progetto ideato e coordinato da Mario Garofalo, regista e docente di cinema. La Scuola di Cinema dei Bambini organizza corsi di cinema pratico per ragazzi dai sei ai quattordici anni, e rivolge i propri servizi a scuole, associazioni e istitute. I lavori realizzati dai giovani studenti della Scuola di Cinema dei Bambini sono visibili su YouTube, anche attraverso la pagina facebook ufficiale della scuola (http://www.facebook.com/pages/Scuola-di-Cinema-dei-Bambini/166672321667).

Conoscere i mezzi di espressione del cinema e imparare ad utilizzarli può costituire un’esperienza formativa importante, nonché molto divertente, in grado di stimolare i bambini e anche di aiutarli a esprimere se stessi. A tal proposito abbiamo intervistato Mario Garofalo, che ci ha raccontato come ha creato e portato avanti questo progetto con grande impegno e passione.

Come è nato il progetto della Scuola di Cinema dei Bambini e come mai hai scelto di dedicarti a questa attività?

Il progetto della Scuola di Cinema dei Bambini è nato nell’ottobre 2009, quando si è tenuto il primo corso. Io sono un regista ma mi dedico anche alla didattica, e ho avvertito una profonda carenza nell’insegnamento del linguaggio audiovisivo in ambito scolastico, nonostante questo tipo di linguaggio abbia una grande importanza, in particolare per i bambini più piccoli, fra i sei e gli undici anni. La mia idea era quella di realizzare una didattica sul cinema che non fosse solo un insegnamento fine a se stesso, ma che insegnasse ai bambini a leggere il linguaggio audio-visivo per insegnargli poi a “scriverlo”, cioè a utilizzarlo. Ho proposto questo progetto ad associazioni e scuole, ed è piaciuto molto. Il progetto è nazionale: per ora ci muoviamo soprattutto nel Centro e nel Nord Italia, ma mi piacerebbe creare una rete nazionale più vasta e strutturata.

A livello pratico, come si svolgono questi corsi?

Esistono diverse varianti: talvolta i corsi hanno luogo durante l’orario scolastico, a volte nel doposcuola, e si svolgono anche in base alle esigenze rispetto all’approfondimento di alcune tematiche legate alla curiosità dei bambini. La maggiore distinzione, nei lavori prodotti dalla nostra scuola, è fra video più documentaristici e video di fiction. Quando ci troviamo a lavorare con dieci o quindici alunni si può affrontare la scrittura di una sceneggiatura di finzione, spesso ispirata a dei racconti, come quelli di Gianni Rodari. Quando invece i corsi sono diretti ad intere classi, con più di venti studenti, si svolge un lavoro più documentaristico, con interviste e riprese in cui i bambini hanno anche la possibilità di raccontare se stessi davanti alla macchina da presa.

Con quale approccio i bambini si confrontano con i vostri corsi?

Nelle prime lezioni cerco di capire le singole predisposizioni dei bambini e quindi le loro inclinazioni negli specifici campi (regia, scrittura, recitazione), ma in ogni caso cerco comunque di coinvolgerli a tutti i livelli. Dal punto di vista tecnico, i bambini non hanno ancora un pieno dominio dei mezzi del cinema, e quindi è in questi campi (regia, montaggio) che hanno maggiore bisogno di una guida. È anche vero che un bambino di oggi, abituato all’uso di internet e dei computer, è molto più predisposto ad attività legate alle immagini e ai suoni. Con questa Scuola di Cinema, i bambini possono acquisire più consapevolezza di tali mezzi; inoltre alcuni bambini con difficoltà interrelazioni riescono a far emergere se stessi grazie a questo tipo di lavoro. Spero che prima o poi la scuola inserisca anche il cinema come materia di studio.

Cosa affascina maggiormente i bambini riguardo al cinema e in che modo i film li aiutano ad avvicinarsi a questo nuovo linguaggio?

Con loro utilizzo soprattutto film d’animazione: io sono un appassionato del cinema di Hayao Miyazaki, un regista che con i suoi film racconta tantissime cose dell’infanzia. Nell’ideare le sceneggiature faccio spesso riferimento ai film d’animazione, da Miyazaki alle pellicole della Pixar, ma anche i film di Charlie Chaplin: sono molto utili per insegnare ai bambini le basi della scrittura cinematografica. I bambini fino ai sette / otto anni sono “onnivori”, quand gli offri una cosa nuova la accettano immediatamente. Dopo i dieci anni invece hanno già dei gusti più definiti: sono già appassionati di fantascienza, de Il signore degli anelli, di Harry Potter o di altri generi particolari.

Qual è il risultato più importante che hai raggiunto attraverso i tuoi corsi?

La cosa più importante è che, attraverso il linguaggio audivisivo, i bambini riescono a rivelare se stessi, più di quanto non gli accade con altri tipi di linguaggio o di attività. Quello che in genere piace di più ai nostri studenti è raccontare se stessi e mettersi davanti alla macchina da presa: rivedendosi nelle riprese durante il montaggio, scoprono cose di sé che non sapevano. I bambini hanno davvero un candore particolare. La mia maggiore soddisfazione è creare con loro questa sorta di complicità, offrendogli la conoscenza di un mezzo che non conoscevano. Sono delle esperienze che, nei casi più fortunati, possono creare dei “piccoli registi”, ma che comunque sono molto utili a sensibilizzare i bambini rispetto al cinema.

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