Tutto sul Kintsugi, l’arte che ti insegna a trasformare i piatti rotti in opere d’arte [FOTO]

di Claudia Scorza


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Il Kintsugi o Kintsukuroi, che letteralmente significa “riparare con l’oro“, è una tecnica che permette di creare oggetti di grande valore partendo proprio dai singoli pezzi rotti, unendoli tra loro con un collante molto particolare spesso creato con miscele di polvere d’oro, argento, bronzo, ottone o rame. Sia dal punto di vista artistico, per via della particolarità e bellezza delle decorazioni, sia da quello interiore e spirituale, grazie alla nuova vita che si riesce a donare a ciò che sembra irrimediabilmente rotto e destinato ad essere gettato tra i rifiuti, quest’antica arte giapponese risulta molto affascinante e perfetta per chi ama sperimentare con il fai da te.

Non si tratta, quindi, di una semplice aggiustatura di cocci rotti, bensì di un approccio alle cose in un’ottica nuova per renderle non soltanto riutilizzabili, ma anche più ricche in termine di valore, andando a evidenziare le linee di frattura per considerarle non come dei difetti ma come dei punti di forza. Questa tecnica si basa quindi su un pensiero profondo e ben radicato nella cultura nipponica: i giapponesi credono che quando qualcosa subisce una ferita, diventi più bello perché racconta una storia personale.

Questo pensiero trova le sue basi nel concetto di resilienza, e cioè nella capacità di far fronte in modo positivo a eventi traumatici, imparando a crescere attraverso le proprie esperienze negative e dolorose, non dimenticandole ma valorizzandole e rendendole molto preziose. Ogni crepa, ogni segno di frattura, rappresenta appunto una ferita della nostra anima, una cicatrice profonda che dev’essere valorizzata perché ha avuto un significato profondo per noi e per la nostra evoluzione. Queste esperienze dolorose fortificano il nostro carattere e simboleggiano l’opportunità positiva di rendere speciale qualcosa senza perderne l’integrità e l’identità.

Se a prima vista può sembrare un semplice vezzo artistico per decorare oggetti rotti, in realtà l’arte del kintsugi rapprensenta una sorta di terapia per l’anima. Proprio come le persone resilienti riescono ad affrontare con coraggio e determinazione le difficoltà della vita,  anche gli oggetti riparati con la tecnica del kintsugi acquistano forza e bellezza diventando più preziosi di quanto già lo fossero in precedenza. L’unicità delle crepe, la particolarità delle linee, i diversi punti di rottura che caratterizzano gli oggetti di ceramica aggiustati con il kintsugi, trasformano ciò che sembrava destinato a morire in vere e proprie opere d’arte ogni volta diverse, ognuna con i propri disegni e con la propria storia personale da raccontare.

Quella del kintsugi è una storia antica. La tradizione nipponica vuole che il kintsugi nasca intorno al XV secolo, quando il comandante giapponese Ashikaga Yoshimasa decise di far riparare la sua tazza preferita che si era rotta in più pezzi ad alcuni artigiani giapponesi, i quali, sorpresi dal grande desiderio del proprietario di riavere la sua tazzina di ceramica riparata in ogni sua parte, decisero di  aggiustarla nel migliore dei modi, impreziosendo le crepe con resina laccata e polvere d’oro. La tazza, aggiustata e resa preziosa e più bella, potè tornare dal suo proprietario con una storia da raccontare.

Potremmo iniziare anche noi ad aggiustare piccoli oggetti di ceramica rotti con la tecnica giapponese fai da te del kintsugi, utilizzando alcuni kit per il kintsugi che si trovano su internet. Il kit New Kintsugi, ad esempio, è acquistabile sul sito Droog design al costo di 25 euro e può essere utilizzato anche su altri materiali simili alla ceramica e alla porcellana. Lasciatevi conquistare dalle immagini della gallery per sposare un nuovo hobby e, magari, una nuova filosofia di vita!

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