Governo Draghi: su 23 ministri, 8 donne

di Alice Marchese


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Governo Draghi: Marta Cartabia alla Giustizia, Luciana Lamorgese all’Interno, Mariastella Gelmini agli Affari generali e Autonomie, Mara Carfagna al Sud e Coesione Territoriale, Fabiana Dadone alle politiche giovanili, Elena Bonetti alle Pari opportunità, alla Disabilità Erika Stefani e Cristina Messa all’Università. Su 23 ministri, abbiamo 8 donne.

Un problema riscontrato nel corso della storia della politica italiana è la rappresentanza di genere e dunque la presenza di donne nei ministeri. L’invisibilità delle donne al Governo è una questione non di poco conto che si è riproposta nel corso degli anni generando così una costantemente sottorappresentata nelle istituzioni.

Il Partito Democratico si è lamentato del numero troppo basso e quindi discriminante ai fini della parità di genere. La delegazione di soli maschi al governo ha provocato una ribellione tra le donne del Pd.

La prima a infuriarsi è Debora Serracchiani, presidente della commissione Lavoro di Montecitorio, che era data in pole per il ministero del Lavoro che è andato invece a Andrea Orlando, com’è riportato da IoDonna : «Non ci sono più scuse nemmeno per le donne dem, che hanno da imparare una dura lezione: nessuno spazio ci sarà dato per gentile concessione. Quando si tratta di ruoli di potere vero, non funzionano le quote di genere come riserva indiana, oppure gli articoli dello Statuto come specchietto per la democraticità interna».

Il governo con più donne, il 34,8%, considerando ministeri e sottosegretariati, è stato quello appena concluso, il Conte 2.
Nel governo Draghi due ministeri però molto importanti sono stati dati a due donne: Giustizia e Interno. Al primo va Marta Cartabia la prima donna a diventare presidente della Corte Costituzionale. Curriculum internazionale, carattere di ferro e passione per la montagna e per il jogging. A lei spetta uno dei dossier più complicati del governo Draghi.

Esperta di diritto comunitario e diritti fondamentali, in cattedra alla Bicocca e alla Bocconi. Prima donna a diventare presidente della Corte Costituzionale, tra i giudici più giovani nella storia repubblicana. Eppure la conoscono più all’estero che in patria. Una delle parole che ripete di più, anche ai suoi studenti, è “realismo”. Oltre al diritto, l’altra passione è la montagna. Passeggiate, trekking, arrampicate. Le vacanze si fanno in Val d’Aosta, dove la giudice ha una casa in località Ollomont.

È stata riconfermata al Viminale dopo aver svolto lo stesso incarico anche nel precedente esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Nata a Potenza l’11 settembre 1953, è sposata e ha due figli. Laureata in giurisprudenza, avvocata, è stata prefetto di Milano dal 13 febbraio 2017 al 1 ottobre 2018. E ha svolto numerosi incarichi prima di accettare nel 2019 il ruolo da ministro per la prima volta. È la terza donna al Viminale dopo Rosa Russo Iervolino e Annamaria Cancellieri.

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