Foto di Enrico Buscaroli, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons La Val Pusteria, o Pustertal, in tedesco, è una delle principali valli dell’Alto Adige, nonché una delle aree turistiche più apprezzate di quest’ultimo territorio. Altrimenti nota come “Valle Verde”, si trova nella parte orientale dell’Alto Adige e ha un’estensione di circa 100 km (è […]
Rita, la Santa degli “impossibili”: esempio moderno di donna, moglie e madre
Nel 1381 a Roccaporena, un piccolo sobborgo, nasce Margherita Lotti, al mondo conosciuta come S. Rita da Cascia. Da questa data inizia un presente lungo ormai sette secoli, in cui la presenza di Rita è costante e quasi palpabile in questi luoghi.
E’ la vita stessa di Rita, assolutamente terrena, a contenere il suo messaggio: la sua fanciullezza e adolescenza illuminate dall’insegnamento saggio e pacifico dei genitori; ll matrimonio con Paolo di Ferdinando, uomo rude travolto dalle faide politiche del medioevo e che pagò con la sua vita la volontà di redimersi, la vedovanza resa più dura dalla morte dei propri figli, l’obbedienza umile degli anni nel monastero agostiniano, le stimmate impresse sulla fronte, simbolo della sua santità e della condivisione dei dolori del Cristo a cui sempre Rita si è rivolta.
A Roccaporena è ancora possibile vedere la casa maritale di Rita, che la Santa trasformò in Lazzaretto, per prendersi cura degli ammalati, e l’orto del miracolo, dove in un freddo inverno del 1457 fiorì una rosa e maturò un fico, omaggio divino al suo cammino ultraterreno e oggi simbolo della sua santità.
Un episodio molto noto riguarda Rita da neonata, quando nella culla fu attorniata dalle api che piuttosto che pungerla depositarono il miele sulle sue piccole labbra come simbolo delle parole di pace e di dolcezza che avrebbe pronunciato nei confronti dell’umanità sofferente. Sempre alle api è legato un altro episodio, quando Rita da bambina trovandosi in un campo in cui un contadino si era ferito ad un braccio falciando il grano, fu attorniata da uno sciame di api e, immediatamente, la ferita guarì.
In seguito a numerosi episodi “impossibili” quali guarigioni o apparizioni di api, fiori e frutti nei luoghi frequentati da Rita durante l’arco della sua vita, i suoi devoti la definiscono la santa delle “cause impossibili” e a lei si rivolgono per ottenere grazie che ritengono difficili da realizzare.
Per rinnovare la forza di questo messaggio di pace e fratellanza, Cascia ogni anno, la notte dl 21 maggio, si illumina di decine di migliaia di fiaccole per rievocare il momento del trapasso di Rita avvenuto nel 1457.
Quest’anno a causa della pandemia sarà possibile seguire in diretta streaming la cerimonia di benedizione delle rose
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