Tra i miti più diffusi sul comportamento del cervello umano dopo la morte, ce n’è uno particolarmente suggestivo: si dice che, per circa 7 minuti, il cervello rimanga attivo, rivivendo i ricordi migliori della vita. Questa teoria, pur affascinante, mescola verità scientifiche e speculazioni non provate, e ha generato ampio dibattito tra scienziati, filosofi e […]
Vaginismo: cos’è, sintomi e cura
Il vaginismo è una patologia che si articola in una disfunzione sessuale femminile caratterizzata da difficoltà persistenti o ricorrenti di penetrazione vaginale. Il tutto è unito a paure, tensione, dolori e contrazione involontaria dei muscoli pelvici. Questo disturbo è un po’ complesso da gestire, ma è importante affrontarlo. Per i pazienti che soffrono questo dolore non riesco ad utilizzare assorbenti interni, alcune scoprono tutto questo durante la luna di miele e c’è chi ha estremamente paura di incontri intimi.
Cos’è il vaginismo
Dal 2013 tale disturbo viene classificato, all’interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), come “Disturbo da Dolore Genito-Pelvico e della Penetrazione”.
Sebbene costituisca un fattore di rischio considerevole per i disturbi d’ansia, se paragonato ai “Disturbi del Desiderio Sessuale e dell’Eccitazione Femminile” è quello il cui trattamento possiede le maggiori probabilità di successo.
Quali sono le cause
Spesso accade che le cause siano legati ad una percezione errata dell’attività sessuale. Si pensa che sia terribilmente doloroso ad esempio. Una delle cause può esser un abuso sessuale subito oppure prime esperienze seppur consensuali un po’ più traumatiche. A livello anatomico, i muscoli del pavimento pelvico sono indirettamente innervati dal sistema limbico e, dunque, potenzialmente reattivi agli stati emotivi.
Leggi anche: I probiotici non migliorano la salute vaginale, lo studio
Trattamento del vaginismo
Esistono molteplici trattamenti efficaci per aiutare le donne ad affrontare il vaginismo.
Questi trattamenti includono:
- l’uso di dilatatori
- le terapie fisiche con o senza biofeedback
- la desensibilizzazione,la consulenza sessualee
- la psicoterapia (in particolare quella cognitivo-comportamentale)l’uso di Botox.
Data la multidimensionalità di tale disturbo è auspicabile agire su più fronti: le convinzioni errate sui genitali (“la mia vagina è troppo stretta” oppure “il pene è troppo grande”) sembrano essere alla base dell’ evitamento del rapporto sessuale, mentre atteggiamenti positivi verso il sesso possono agire sul senso di auto-efficacia, aiutando la paziente ad affrontare il dolore e a concentrare la propria attenzione sugli aspetti piacevoli e soddisfacenti della vita sessuale.
Lo scopo del trattamento è dunque duale, sia fisico sia mentale:
- ridurre il dolore sessuale e genitaleripristinare
- incrementare la funzione sessuale
La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) supporta le pazienti nella comprensione dei pensieri e delle emozioni che influenzano il loro comportamento, aiutandole ad affrontare la paura della penetrazione e l’evitamento della sessualità.
Le tecniche usate sono efficaci soprattutto per chi manifesta un vaginismo meno severo, ma in combinazione a trattamenti farmacologi adeguati possono essere utili anche in caso di maggiore severità. A livello psico-educativo lavorare sulla conoscenza dell’anatomia femminile e sul “ciclo della risposta sessuale femminile” (desiderio, eccitazione, plateau, orgasmo e risoluzione) può essere di beneficio per facilitare la comprensione di cosa aspettarsi dall’incontro sessuale e per ridurne l’ansia correlata.
Leggi anche: Colesterolo cattivo, approvato il primo farmaco, come funziona?
Lascia un commento