Apnee notturne: cause e conseguenze di un male sconosciuto

di francesca


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Le apnee notturne, anche note come OSAS, o sindromi delle apnee del sonno sono assieme all’insonnia, il disturbo del sonno più comune. Esse sono forme di apnea involontaria che si manifesta come cessazione della respirazione intermittente per 10 secondi lunghi e/o ipopnee cioè riduzioni del respiro normale in un numero maggiore di 10 episodi l’ora. L’apnea notturna è caratterizzata da un quadro continuo di risvegli notturni (consapevoli o meno), accompagnato, nella maggior parte dei casi, da russamento con conseguente sonnolenza diurna. La sindrome OSAS colpisce fino al 4% della popolazione generale, in prevalenza uomini in sovrappeso con una storia di ipertensione e di coinvolgimento coronarico.

Il controllo del respiro è affidato a due meccanismi, uno automatico e uno volontario. Il meccanismo automatico funziona durante il sonno grazie a un certo numero di recettori che sono responsabili di inviare una serie di stimoli ai muscoli respiratori per mantenerli attivi. Contemporaneamente, anche i muscoli responsabili di mantenere lo spazio aereo aperto, funzionano grazie a questo circuito involontario. Nella norma dovrebbe sussistere in questo schema di respirazione un costante coordinamento dei gruppi muscolari in modo che avvenga una corretta respirazione.

Apnee notturne: cause e rimedi

Le apnee notturne sono causate dalla chiusura delle vie respiratorie per alcuni secondi. Questa continua mancanza di ossigeno nel corpo è molto nociva per l’organismo perchè il cervello ha un bisogno continuo di essere ossigenato per funzionare bene.

Anatomicamente, l’apnea del sonno è dovuta a un’anomala struttura muscolo-scheletrica o ad alcuni fattori anatomici che possono sovraccaricare i muscoli respiratori come ad esempio: ipertrofia della lingua (lingua larga)

  1. ipertrofia tonsillare (tonsille)
  2. malformazioni della mandibola
  3. obesità

Questi casi specifici hanno come indicazione terapeutica un intervento chirurgico di correzione del problema. Altre cause di apnee notturne come:

  • l’alcolismo
  • la cifoscoliosi
  • l’acromegalia
  • l’ipotirodismo

prevedono cure specifiche.

Per poter curare questa sindrome che provoca saturazione del sangue e mancanza di ossigeno al cervello, è molto importante la collaborazione del partner o dei familiari ai quali vanno spiegate le caratteristiche tipiche delle apnee. Queste riguardano il russare notturno seguito da episodi di mancanza di respiro che scompaiono velocemente per poi ritrovare il ritmo regolare del russamento.

Apnee notturne: I sintomi

I sintomi più evidenti sono, dunque, il russamento notturno e la sonnolenza diurna. I sintomi notturni includono, inoltre:

  • insonnia
  • sudorazione
  • enuresi
  • reflusso gastroesofageo
  • convulsioni
  • disturbi del sonno

mentre tra i sintomi diurni ci sono anche:

  • cefalea (che tendente a migliorare durante il giorno)
  • diminuzione della libido
  • impotenza
  • disturbi psichiatrici
  • secchezza delle fauci
  • disturbi del linguaggio
  • deficit di memoria
  • deterioramento intellettuale
  • irritabilità

Gli incidenti stradali sono a volte causati da sonnolenza del paziente al volante.

Apnee notturne: diagnosi

La diagnosi delle OSAS si basa su una dettagliata intervista clinica e un esame fisico del paziente, seguita da polisonnografia che oggi è il test diagnostico per la conferma di tale malattia.

Il test è costituito dalla rilevazione clinica di una serie di variabili fisiologiche durante il sonno e viene eseguito in un ospedale con strumentazione specifica. Le variabili studiate comprendono:

  1. movimenti oculari e muscolari
  2. flusso d’aria nella bocca e nel naso
  3. saturazione di ossiemoglobina
  4. intensità del russamento

La OSAS è classificata secondo il numero di apnee per ora, di sintomi neurologici e della desaturazione ossiemoglobina in rapporto alla percentuale di mortalità: un numero maggiore di 50 apnee per ora è ritenuto grave e mortale, mentre, un numero compreso tra 10-20 apnee per ora è considerato medio-grave, anche se esistono casi di morte dovuti soprattutto a complicanze cardiovascolari.

Apnee notturne: Terapia nei casi di lieve entità

  1. la perdita di peso è la principale terapia
  2. moderare l’assunzione di alcol
  3. evitare di stimolanti come la caffeina
  4. evitare lunghi pisolini durante il giorno
  5. evitare i farmaci rilassanti di notte
  6. dormire in posizione laterale
  7. fare regolarmente esercizio fisico

Apnee notturne: Terapia nei casi di media entità

La terapia più consigliata in questi casi è la C-PAP (ventilazione meccanica a pressione nelle vie aeree) attraverso il naso durante la notte. Non si tratta di una vera e propria cura ma pare funzionare molto bene, poichè, attraverso una maschera facciale, l’aria viene pressurizzata nelle vie respiratorie mantenendole aperte. I risultati che si ottengono con questo sistema sono molto buoni.

Apnee notturne: Terapia chirurgica

Quando vi sono specifiche cause anatomiche di ostruzione delle vie aeree superiori che possono essere corrette, come tonsille grandi e ostruzione nasale, si procede chirurgicamente. Quando, al contrario, non esistono gravi anomalie anatomiche delle vie aeree superiori, ci sono altre opzioni chirurgiche dall’efficacia chirurgica dubbia come la correzione dell’ugola della mandibola.

Apnee notturne nei bambini

Nei bambini le apnee notturne hanno la stessa sintomatologia degli adulti. Le cause, tuttavia, possono essere diverse e dovute a infiammazioni momentanee delle vie respiratorie o ad anomalie anatomiche come quelle descritte. In particolare, le apnee notturne in età infantile sono dovute a mal funzionamento delle:

  • Tonsille
  • Adenoidi ingrossate
  • Obesità infantile
  • Anomali muscolo-scheletriche della mandibola

C’è da dire che i bambini soffrono spesso di disturbi del sonno che poi scompaiono naturalmente. Anche il caso delle Apnee notturne ha questa caratteristica ma conviene controllare che i sintomi non siano troppo gravi e, soprattutto, non associabili ad altri disturbi quotidiani come:

  • mal di testa
  • sonnolenza cronica diurna
  • irritabilità eccessiva
  • elevata perdita di respiro notturno 

Se la situazione non presenta tali gravi conseguenze la terapia può consistere semplicemente in un piccolo intervento chirurgico o in un’attività fisica mirata sotto il consiglio del pediatra.

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