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di Redazione


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Alberto Matano

Alberto Matano nasce a Catanzaro, in Calabria, il 9 settembre del 1972, quindi ha 50 anni. Si laurea alla Facoltà di Giurisprudenza e, dal 1999, è giornalista professionista. Comincia la sua attività professionale in tal senso con una collaborazione con il quotidiano Avvenire, nel 1992. È il 1996 quando vince il concorso pubblico per il terzo Master della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugio.

Entra in Rai con un contratto di stage, nella redazione Cronaca del Giornale Radio, quindi poi riveste il ruolo di redattore e conduttore in diretta presso l’ANSA, per notiziari che l’agenzia fornisce al gruppo Stream TV. Negli anni tra il 1997 e il 1998 Matano è anche consulente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Affari Sociali: ricopre incarichi di studio e ricerca sulle politiche giovanili in Italia e in Europa.

Carriera alla Rai

Arriviamo così al 1999, anno in cui entra in Rai, al Giornale Radio, nella redazione Politico-Parlamentare (GR Parlamento): in qualità di giornalista parlamentare è inviato al seguito dei Presidenti delle Camere, ma anche conduttore di speciali elettorali e approfondimenti in diretta.

Approda alla redazione “Politica” del TG1 nel 2007 e diviene Capo Servizio. Conduce diverse edizioni del telegiornale della prima rete e diventa uno degli anchorman di punta dell’edizione della prima serata, rimanendovi per circa 10 anni. Alberto Matano, in questo stesso periodo, conduce anche i programmi Speciale TG1, TG1 Referendum e Unomattina Estate.

Alberto Matano e Riccardo Mannino

La sua carriera prosegue come conduttore e autore di diversi show in onda sulle principali reti generaliste. Su Rai3, per due edizioni, conduce Sono Innocente, una docufiction sulle vittima di ingiusta detenzione. Sempre su Rai3, ma in seconda serata, presenta Photoshow, un late show. È su Rai anche alla guida del Premio Biagio Agnes 2016, di Nostra Madre Terra e di Telethon 2016. In radio conduce Miracolo Italiano.

LEGGI ANCHE: Alberto Matano: “Com’è nato l’amore con Riccardo Mannino”.

A partire dal 2019 Matano è conduttore e capo progetto su Rai1, per il programma La Vita in Diretta. Dal maggio del 2022 prosegue questa attività nell’ambito della Direzione Intrattenimento daytime. In tempi recenti partecipa a diverse puntate dell quattordicesima edizione di Ballando con le Stelle su Rai1, in qualità di opinionista con altri colleghi. Torna nello show anche per la quindicesima edizione.

Vita privata di Alberto Matano

Il 28 ottobre del 2021, nel corso di una puntata de La Vita in Diretta, Matano racconta di essere stato vittima di omofobia quando era giovane. Le sue dichiarazioni arrivano mentre riporta la notizia dell’applauso dei senatori dopo la votazione negativa del DDL Zan. Nel 2022, in un’intervista al Corriere della Sera, dichiara di avere un compagno.

Alberto Matano e il suo compagno, Riccardo Mannino, si sposano nel mese sabato 11 giugno 2022, con una cerimonia nei pressi di Roma. Tanti gli invitati celebri presenti al lieto evento, come Mara Venier: “Emozionante, commovente, bellissimo. Evviva gli sposi!”, commenta la conduttrice in un video girato con la collega Francesca Gagnani. Alla vigilia del matrimonio, sempre al Corriere, Alberto Matano ha raccontato l’emozione per il fatidico sì e il percorso che l’ha portato a quella tappa.

LEGGI ANCHE: Alberto Matano si sposa, per la prima volta le foto con Riccardo.

Sono 15 anni che stiamo insieme“, spiega a proposito del compagno Riccardo Mannino, un avvocato cassazionista. In questa occasione, il conduttore racconta il bullismo e il coming out: “All’inizio ho avuto una vita eterosessuale, avevo successo con le ragazze. A 24 anni ho interrotto una storia d’amore. Capivo che dentro di me c’era altro, che dovevo esplorarmi, capirmi”.

Quindi continua: “Per dieci anni sono stato irrequieto. Cercavo un’appartenenza, anche esasperata. Pensavo che questo mi desse sicurezza. Qualcuno ci riesce. A me invece un’identità chiusa stava stretta. Una mia amica psicoterapeuta un giorno mi ha parlato del continuum psicosessuale come di un punto dove ciascuno di noi si può trovare, che non è mai uguale a quello di un altro. Poi è arrivato Riccardo e tutto, nella mia vita, si è stabilizzato. La mia stabilità è stata una persona, non un’identità“.

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