Comunione di beni e morte del coniuge, cosa succede e come viene diviso il patrimonio

di Danila


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Comunione e divisione dei beni suono due concetti ormai ben chiari, ma su cui è bene ritornare prima che due persone convolino a nozze, per via di tutta una serie di scelte e conseguenze che nel tempo ne deriveranno. Il caso di cui parleremo oggi riguarda l’eventualità della morte del coniuge in regime di comunione dei beni. Cosa succede ai beni e chi eredita? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Sono applicabili in caso di decesso di uno dei coniugi le norme sulla divisione del patrimonio comune.  In tal caso la quota di comunione del defunto unitamente ai suoi beni personali, laddove sussistano, diventano parte integrante dell’eredità, sempre se questa dovesse venire accettata.

Al coniuge superstite spetta la propria quota del patrimonio comune nonché i rispettivi beni personali, laddove sussistano, oltre ai suoi diritti pensionistici ecc.  Il coniuge superstite eredita metà del patrimonio del defunto, nel caso quest’ultimo abbia eredi in linea retta; diversamente, il coniuge superstite è l’unico erede.  Il coniuge defunto può predisporre un testamento con cui stabilisce una diversa scelta circa la divisione dell’eredità, purché un quarto dei beni spetti al coniuge superstite.

Inoltre, il coniuge superstite ha il diritto di escludere dal patrimonio i beni utilizzati esclusivamente per le sue esigenze personali, purché il loro valore non risulti sproporzionato rispetto alle condizioni finanziarie dei coniugi, e i beni acquisiti per l’utilizzo da parte dei figli minorenni.

Il coniuge superstite può ottenere i beni della comunione in possesso indiviso con  gli altri eredi in linea diretta comuni (figli o nipoti).  Qualora il coniuge defunto avesse a sua volta propri eredi in linea retta, il patrimonio può essere oggetto di possesso indiviso solo con il loro consenso. Il possesso indiviso  di un patrimonio comporta  che gli eredi non possono di norma avanzare pretese sull’ eredità finché il coniuge sopravvissuto è ancora in vita e possiede  l’intero patrimonio, potendo goderne  nella sua vita quotidiana anche se il valore dell’asse ereditario fosse ridotto.

In ogni caso, il coniuge superstite non può fare un uso indebito dei beni ereditari.

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