Come insegnare l’autocontrollo ai bambini e agli adolescenti. Dalla gestione della rabbia all’elaborazione delle emozioni step by step

di cinziaR


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Secondo una nuova ricerca pubblicata su Psychological Science, i bambini che imparano l’autocontrollo dai loro genitori avranno benefici non solo in tempi brevi, ma anche per tutta la loro vita.

In particolare, i ricercatori hanno scoperto che i bambini che sviluppano la capacità di autocontrollo son in grado di prestare più attenzione, svolgere compiti difficili e reprimere comportamenti inappropriati o impulsivi; da adulti impiegano il 40% in meno a trovare lavoro, rispetto a chi, da bambino, possiede basse capacità di autocontrollo.

A che cosa serve l’autocontrollo sin da piccoli e come insegnarlo ai figli?

La capacità di self-control è una risorsa fondamentale nella vita di ogni persona. Innanzitutto evita di “mettersi nei guai” ogni qual volta ci si senta arrabbiati per qualcosa e ci permette di convivere in maniera serena con altre persone, di stabilire e mantenere dei legami che, altrimenti, potrebbero andare distrutti.

E’ stato inoltre visto che i bambini con scarse capacità di autocontrollo, da adolescenti, finiscono con il cedere facilmente alle pressioni del gruppo dei pari e possono sconfinare in comportamenti antisociali o assunzione di alcol e droghe.

Ecco alcuni suggerimenti su come aiutare i nostri figli in base all’età anche se tale riferimento è del tutto indicativo. Se è vero, infatti, che la maggior parte dei bambini raggiunge determinate capacità ad una certa età, è pur vero che ci sono dei bambini che possono avere dei tempi diversi, che possono essere in grado di raggiungere un determinato livello di autocontrollo un po’ prima o un po’ dopo rispetto alla maggior parte dei bambini. Quindi atteniamoci pure a queste indicazioni, ma ricordiamoci che ogni bambino è unico, cerchiamo di conoscerlo e semplicemente di osservare le sue reazioni ai nostri comportamenti.

  1. Il primo modo in cui possiamo insegnare l’autocontrollo ai nostri figli è con l’esempio. Se noi stessi saremo in grado di non dare in escandescenze anche nelle situazioni più difficili, riuscire a fare una pausa, e soffermarci sulle conseguenze di nostri eventuali comportamenti, metà del lavoro è fatto.
  2. E’ fondamentale resistere alla tentazione di urlare e di perdere il controllo a nostra volta quando nostro figlio è in preda all’irritazione. Il modo migliore per gestire nell’immediato una crisi di rabbia è ignorarla: spesso molti dei comportamenti che mettiamo in atto per tentare di calmare il bambino (minacce, blandizie, etc.) non fanno altro che fungere da “rinforzo”, aumentando la probabilità che tale comportamento si ripresenti in futuro. Ma è anche necessario aiutare in maniera attiva i nostri figli a controllare il proprio comportamento, tenendo conto della loro età e delle loro capacità emotive e cognitive.
  3. Fino a 2 anni. I bambini molto piccoli sperimentano frequentemente delle frustrazioni dovute alla discrepanza tra ciò che vorrebbero fare e ciò che effettivamente sono in grado di fare. Per questo motivo spesso appariranno irritati e potranno avere delle manifestazioni di rabbia (piangere, urlare, battere la testa, lanciare via qualcosa che hanno nelle mani). Con i più piccoli è opportuno usare la distrazione. E’ esperienza comune che un bambino piccolo smette facilmente di piangere o di mostrare un comportamento irritato se gli si propone qualche stimolo piacevole che attiri la sua attenzione (un suono, un oggetto di suo gradimento, un giochino da fare insieme). Man mano che il bambino si avvicina al compimento del secondo anno di età è opportuno utilizzare dei brevi “time-out”: si invita il bambino a trascorrere pochi minuti in un’area a ciò designata (può essere una sedia della cucina, un angolo della casa, il suo lettino, etc.) finché non si sia calmato. In questo modo gli si insegna che gli scoppi d’ira hanno delle conseguenze e che è meglio trascorrere del tempo da soli quando ci si sente particolarmente frustrati o irritati.
  4. Dai 3 ai 5 anni. In questo periodo si può continuare ad usare il metodo del “time out”, allungando i tempi a seconda dell’età del bambino (senza superare i 5 minuti), per dargli la possibilità di calmarsi. Per molti bambini è meglio interrompere il “time-out” non appena sia passato lo stato d’irritazione, anziché rispettare dei tempi definiti: questo può essere un metodo molto efficace per rinforzare il raggiungimento dell’auto-controllo. A quest’età si può anche cominciare a chiedere verbalmente ai bambini di non perdere il controllo di sé in situazioni frustranti o difficili.
  5. Dai 6 ai 9 anni. A 6 anni di solito i bambini cominciano a frequentare la scuola elementare. Le regole che si incontrano alla scuola elementare in genere sono più severe di quelle della scuola materna e ben presto il bambino è in grado di rendersi conto delle conseguenze di determinati comportamenti. A questa età i bambini cominciano anche a rendersi conto che sono effettivamente in grado di controllare il proprio comportamento ed effettuare delle scelte. E’ questo il momento di insegnare delle strategie per poterlo fare nelle maniera più efficace. Ad esempio, si può aiutare il bambino a fermarsi e pensare prima di agire, insegnandogli a visualizzare un segnale di stop o una luce rossa. O ancora si possono esaminare, insieme a lui, differenti modi di rispondere a determinate situazioni, valutandone le possibili conseguenze, sia negative che positive. Possiamo inoltre insegnargli a rilassarsi quando si trova in situazioni stressanti e che potrebbero portare ad una perdita di controllo. Suggeriamo al bambino di fare dei respiri profondi o di allontanarsi fisicamente da situazioni che ritiene pericolose o particolarmente in grado di suscitare la sua emotività. Qualche bambino riesce a calmarsi dedicandosi a qualche attività piacevole che riesca ad allontanare temporaneamente i suoi pensieri da ciò che lo sta turbando.
  6. Dai 10 ai 12 anni. I ragazzi di questa età sono ormai capaci di analizzare il modo in cui pensano. E’ importante incoraggiare i ragazzi a parlare delle situazioni in cui tendono a perdere il controllo e analizzare insieme tali situazioni. Spesso le situazioni che fanno tanto irritare i ragazzi di questa età non sono così drammatiche come a loro sembra quando si verificano. Se li si aiuta a riflettere su quanto accaduto, sarà più facile per loro trovare una soluzione diversa quando vi incorreranno di nuovo.
  7. Dai 13 ai 15 anni. A questa età i ragazzi saranno capaci di controllare la maggior parte delle loro azioni. Comunque è importante ricordare che gli adolescenti non sono particolarmente capaci di valutare le conseguenze a lungo termine del proprio comportamento. E’ importante incoraggiare i ragazzi a sviluppare le capacità di visualizzazione e di rilassamento per far fronte alle situazioni stressanti. Incoraggiate i vostri figli ad esprimere i propri pensieri e sentimenti.

Può capitare che nonostante in nostri tentativi di aiutarlo, nostro figlio perda occasionalmente il controllo o abbia degli scoppi di rabbia in situazioni in cui non ce lo aspetteremmo. Ciò non deve destare preoccupazioni. Soprattutto i bambini più piccoli hanno difficoltà a controllare il proprio comportamento quando sono stanchi, affamati o non si sentono molto bene fisicamente.

Tuttavia se nostro figlio tende ad essere spesso polemico, notiamo che mette in atto frequentemente dei comportamenti antisociali o impulsivi, o se gli scoppi d’ira si presentano regolarmente e tendono a durare più di 10 minuti, è probabile che il nostro aiuto non sia sufficiente per aiutarlo a raggiungere l’auto-controllo. Non esitiamo a parlarne con il suo medico curante: sarà lui stesso a suggerirci ulteriori approfondimenti ed eventualmente dei colloqui con altri professionisti, se lo ritiene necessario.

Per approfondire questo e altri argomenti, vi consigliamo di leggere:

http://www.ferrandoalberto.blogspot.it

Lettura consigliata“Come crescere mio figlio” 

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