Adolescenza, come riconoscere i comportamenti a rischio

di Cinzia Rampino


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La parola “adolescenza” è sempre più associata a comportamenti a rischio della fase adolescenziale. Rispetto al passato, d’altra parte, quando l’adolescenza era pure sempre un momento delicato dello sviluppo ma non era tenuto in così tanta considerazione e si trascorreva in famiglie di “tipo standard”, oggi l’adolescenza e i comportamenti a rischio sono un binomio, ahi noi, spesso scontato. Ma non allarmiamoci! Infatti, se è vero che i giovani adolescenti di oggi sono molto più a rischio di quelli di ieri, è pur vero che una certa dose di tolleranza e di empatia è spesso sufficiente a superare l’impasse.

Quindi diciamo subito che i rischi che i genitori talvolta credono di vedere nella vita dei loro figli adolescenti sono la proiezione della loro “incapacità” di stare al passo con i tempi, tempi che, per inciso… corrono alla velocità della luce!
Molti studiosi hanno già da tempo previsto che il livello di complessità del mondo moderno è così elevato che la comprensione tra diversi (per età, sesso, etnie ecc.) invece di migliorare, peggiorerà. Quindi la domanda è: capiamo i nostri figli adolescenti? Li ascoltiamo? Li guardiamo con attenzione? Li lasciamo parlare e li accettiamo per quello che sono, ovvero frutto del loro sistema?

Detto ciò, l’adolescenza ha dei comportamenti a rischio che è bene riconoscere. Quali sono e come riconoscerli?

I temi di rischio adolescenziali più scottanti sono:

  • Uso di droghe e alcool
  • Disturbi del comportamento alimentare: digiuno, abuffate…
  • Bullismo e Cyber-bullismo
  • Uso improprio delle tecnologie
  • Comportamenti sessuali a rischio e rapporti non protetti
  • Depressione e tendenza al suicidio
  • Gravidanza indesiderata
  • Violenza adolescenziale

E per riconoscerli bisogna conoscerli, discuterne, studiarli, non basta esserne preoccupati o spaventati!

Peraltro la devianza minorile e i minori a rischio sono scientificamente definiti come quegli adolescenti inseriti in famiglie a rischio, poichè non è possibile pensare a un comportamento deviante che esuli dalla famiglia, dalla scuola o dal gruppo dei pari.

Durante l’adolescenza, è “normale” mettere a rischio la propria ed altrui vita: in questo modo si sperimenta la propria reale onnipotenza e si scopre il mondo. L’adolescente mette alla prova, provoca e testa il nuovo sistema di riferimento, quindi fumare e provare droghe, tatuarsi, fare i piercing, fare esperienze sessuali più forti può non essere un reale comportamento a rischio, se però lo teniamo sotto controllo e la situazione non ci sfugge di mano.

Quando preoccuparsi dunque?
Solitamente se e quando un adolescente sta provocando del male a se stesso e agli altri, nonché se il suo comportamento diventa ripetitivo e reiterato nel tempo; se mette cioè a repentaglio in maniera seria la propria e altrui salute.

In questo caso è bene capire che se è vero che il comportamento a rischio è tipico dell’adolescenza, non è altrettanto vero che bisogna ignorarlo (a volte sì) o lasciar correre. Tanto meno bisogna etichettarlo o cercare di capirlo per forza: quello che bisognerebbe fare è piuttosto riconoscerlo, accettarlo e cercare al contempo di evitarlo, fornendo all’adolescente una valida alternativa al suo essere spericolato. L’adolescente è al bivio: è in ricerca e se trova qualcosa di meglio delle sue alternative, lo coglie.

Soprattutto, come spiegato bene nella teoria delle finestre rotte esposta dal Dott. Ferrando, bisogna dare esempi coerenti e non sperare che i nostri figli smettano di fumare se noi per primi fumiamo in casa. Per quanto riguarda il digiuno, l’uso di tecnologie e la violenza verbale, siamo proprio sicuri di non avere dato l’imbeccata?

Allora, genitori, cambiamo noi per primi, non c’è altra strada. Ma se anche non abbiamo dato mai un esempio di comportamento a rischio, riflettiamo sulla possibilità di mancare di attenzione alla loro crescita o di poter avere per loro una eccessiva venerazione, che li legittimi all’onnipotenza, o di essere stati troppo severi con noi stessi… è un momento di crescita anche per noi adulti!

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