Possiamo essere "troppo gelose"? Cosa significa essere possessive? Come distinguere queste due emozioni?
Calo del desiderio di coppia, che fare?
DOMANDA
Salve,
sono una ragazza di 26 anni, fidanzata da quasi due anni con uno di 24. Il mio problema, è quello condiviso da molte, appunto il sesso. Inutile dire che i primi mesi tutto andava benissimo, ogni momento era giusto per stare insieme, ci lasciavamo andare anche nei luoghi più insoliti, dando sfogo ai nostri istinti, dedicavamo molto spazio alla nostra intimità, da quasi un anno invece tutto è cambiato. I nostri rapporti si sono ridotti a uno a settimana, il sesso non è per niente una priorità, a volte per stare in compagnia degli amici finiamo per rincasare, rimandandolo alla settimana che verrà. Io e il mio ragazzo non abitiamo nella stessa città, essendo distanti circa 30 km ci vediamo molto poco, solitamente 2/3 volte a settimana, e questo per me dovrebbe aumentare il desiderio in entrambi ma a quanto pare lo aumenta solo in me. Si fa sesso in maniera programmatica e soprattutto quando è lui a volerlo. Io più volte ho trovato delle scuse per evitare, con la speranza che in lui qualcosa potesse risvegliarsi, ma niente, o ignora i miei rifiuti, o accetta di non fare sesso ma nulla cambia nelle volte successive. La cosa peggiore si è verificata in questo periodo, quando totalmente soli a casa è venuto a trascorrere una giornata con me restando poi per la notte. La giornata è stata ricca di televisione e grandi partite a carte e ovviamente di sesso manco a parlarne; risultato delusione da parte mia e noia totale. Da lì altre volte, puntualmente io sola a casa, e lui che non sfrutta nessuna occasione. Da premettere che si è spesso lamentato del sesso in auto, in quanto, essendo studenti, salvo casi in cui uno dei due ha casa libera è l’unico luogo dove poterlo fare. Si limita solo a stuzzicarmi ma non prende mai nessuna iniziativa e molte volte la cosa mi innervosisce talmente tanto che lo allontano. La cosa mi sta demoralizzando, non mi sento desiderata, calo di autostima, mi sento poco femminile, nonostante io sia molto corteggiata da altri uomini. Il mio ragazzo non mi fa mai complimenti, è sempre pieno di sè e di certo questo non mi aiuta nel compiere un primo passo al posto suo. Siamo una coppia molto aperta e ultimamente comincio a sospettare che questa troppa complicità abbia alimentato in lui più che la passione, un gran senso di amicizia. Quando gliene ho parlato ero sul punto di lasciarlo, lui ha fatto di tutto per convincermi a dargli una possibilità, giustificandosi che il suo non è un periodo semplice, ma niente è cambiato dal punto di vista sessuale. Sono affranta, non so che fare e come comportarti. Sono convinta che il motore di una relazione sia appunto la passione, quella che manca a noi.
La ringrazio in anticipo
Saluti
RISPOSTA DOTT.SSA ZAULI
Una volta ho letto una frase molto significativa che le ripropongo: “i cimiteri delle relazioni sono disseminati di lapidi con scritto: andava tutto benissimo, tranne il sesso”.
Io penso che una buona relazione sia composta da diversi fattori: l’intesa emotiva, progetti e obbiettivi simili, una comune visione sulla vita e un appetito sessuale affine.
Da ciò che Lei mi dice avete un appetito sessuale sintonizzato su frequenze diverse: quando lei ne avrebbe voglia lui preferisce giocare a carte e quando lui la stuzzica lei si innervosisce.
Solitamente il sesso è la cartina da torna sole dell’andamento della relazione: non è la frequenza che conta, ma la soddisfazione di entrambi i partner.
Ci sono coppie che decidono di comune accordo di vivere nella castità e sono felicissime così, altre che trovano appagamento nella trasgressione.
L’importante è essere adulti e sulla stessa linea.
Quando persone con diversi appetiti sessuali stanno insieme, il rischio è quello dell’infelicità da entrambe le parti.
Chi si sente rifiutato, dopo un po’, vede la propria autostima andare in pezzi, mentre chi rifiuta inizia a sentirsi inadeguato o sotto pressione.
Io non sono nella posizione di dare consigli, ma spunti di riflessione: l’insoddisfazione/frustrazione non risolta è come un tumore: si propaga nelle diverse maglie della propria vita e quindi è necessario risolverla, in un modo o in un altro. Lei sola può sapere quale può essere la strada migliore da seguire.
Dott.ssa Elena Zauli
Psicologa clinica, sessuologa.
Si occupa di dinamiche di coppia con particolare attenzione alle problematiche della sfera sessuale, lavora come libero professionista per separazioni e affido minori nell’ambito della psicologia giuridica.
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