La violenza ostetrica è un fenomeno abbastanza diffuso e che è stato per tanto tempo nascosto. Da sempre il parto è considerato un momento estremamente determinante per la vita di una donna, ma anche “inevitabilmente sofferto”. Per tale ragione spesso giustificano anche con una certa naturalezza specifici atteggiamenti da parte degli ostetrici che altro non sono che violenza.
Recentemente questo è stato decisamente sdoganato. Dunque violenza ostetrica è una serie di abusi fisici, verbali e psicologici subiti dalla donna nel corso della gravidanza e del parto, o più genericamente in situazioni ostetrico-ginecologiche non necessariamente legate al momento del travaglio. Ad esempio manovre, procedure e interventi dolorosi e invasivi, non sempre necessari, spesso effettuati senza anestesia, senza il consenso informato o il rispetto della privacy della donna interessata.
Tutto questo è stato alimentato da una conoscenza assolutamente errata dal momento che si pensa necessario un dolore fisico talmente lancinante prima del “miracolo” e cioè della nascita. Dopo tempo, fortunatamente, ci si è resi conto che il corpo femminile ha bisogno di salute e dignità e che questo lede nettamente l’integrità di una donna. Da qui nasce il concetto di violenza ostetrica.
Tra le più frequenti vi è:
Questo fenomeno è anche psicologico: abusi verbali, frasi offensive, insulti e umiliazioni nei confronti di donne appartenenti a minoranze. Anche il divieto di avere con sé in sala una persona di fiducia o vivere situazioni invasive e intime in una totale mancanza di riservatezza.
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L’ideologia ideologica patriarcale gioca un ruolo purtroppo determinante nello sviluppo di questo fenomeno. Anche le motivazioni culturali alimentate da argomentazioni ideologiche e di carattere religioso. Queste sarebbero quindi alla base di una certa tendenza a legittimare e accettare l’idea della sofferenza femminile durante l’esperienza del parto. Da sempre anche il ciclo mestruale è visto come un dolore immane. Soltanto negli ultimi anni una cultura ben più consapevole e inclusiva ha sviluppato una sempre maggiore sensibilità riguardo al tema.
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