Sempre più stranieri, quindi, si rivolgono al wedding tourism per organizzare le proprie nozze in Italia. I dati provengono dall’Osservatorio Destination Weddings in Italy, condotto da Centro Studi Turistici e finanziato dal ministero del Turismo. Secondo Businesswire, il mercato globale del destination wedding ha raggiunto un valore di 21,4 miliardi di dollari nel 2022 e si avvia a superare i 64 entro il 2026.
Per quanto riguarda i Paesi di provenienza degli sposi, in testa ci sono gli Stati Uniti, con una quota che supera il 29%. Seguono Regno Unito, Germania e Francia, ma non mancano futuri sposi provenienti da Brasile, India o Emirati Arabi. A essere molto richieste, non sono soltanto le classiche mete da sogno, come la romanticissima Venezia. Anzi.
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La regione più ambita è la Toscana, con 21% dei matrimoni organizzati nel suo territorio. Subito dopo ci sono Lombardia, Campania, Puglia, Sicilia, Lazio e Piemonte. In generale è il Centro Italia a riscuotere il successo maggiore, con il 38,8%. Altre zone meno celebri, però, si fanno sempre più strada nei sogni degli sposi.
I motivi, secondo i dati, sono due: il calo della spesa media (quindi si scelgono mete meno “luxury”) e il desiderio di scoprire luoghi autentici, insoliti, con tradizioni interessanti e da scoprire.
A tal proposito, ad esempio, è molto interessante il progetto Matrimonio nel Borgo dell’Associazione Wedding Bureau Consulting. L’iniziativa offre agli sposi un matrimonio ricco di antiche usanze, riti e simbologie. Al momento le cerimonie sono previste solo a Castel Sant’Angelo, ma presto saranno coinvolti anche Caramanico e Pescocostanzo (tutti in Abruzzo).
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Le spose vestono nel rispetto di riti secolari, ci sono serenate e balli in piazza, ma anche escursioni per conoscere meglio il territorio, lontano dai classici circuiti turistici.