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Papa Francesco e le donne: una rivoluzione nella Chiesa
Stampa articoloNel corso del suo pontificato, Jorge Mario Bergoglio, noto al mondo come Papa Francesco, scomparso oggi, ha lasciato un’impronta indelebile nella Chiesa cattolica, ponendo le donne al centro della sua missione pastorale.
Con parole e azioni, Francesco ha promosso una visione inclusiva, esaltando il “genio femminile” e operando cambiamenti epocali attraverso nomine storiche. “La Chiesa è donna”, ha ripetuto in più occasioni, sottolineando che “uno dei grandi peccati che abbiamo avuto è ‘maschilizzare’ la Chiesa”.
Un richiamo alla dignità femminile
Fin dai primi giorni del suo pontificato, iniziato il 13 marzo 2013, Papa Francesco ha insistito sull’importanza delle donne nella Chiesa e nella società. Durante il volo di ritorno dalla Giornata mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, il 29 luglio 2013, dichiarò ai giornalisti: “È necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. La donna per la Chiesa è imprescindibile. Maria, una donna, è più importante dei vescovi”. Questo approccio, radicato in una teologia della donna, ha segnato una svolta rispetto alla tradizionale visione maschile della gerarchia ecclesiale. Francesco ha esortato a superare il “machismo in gonnella”, criticando approcci che riducono il ruolo femminile a stereotipi, e ha invitato a riflettere sul “posto specifico della donna” nei luoghi decisionali della Chiesa.
Nomine storiche che cambiano il Vaticano
Le parole di Francesco si sono tradotte in azioni concrete, con nomine che hanno segnato la storia della Chiesa. Nel 2022, suor Raffaella Petrini è stata nominata Segretaria generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, un ruolo tradizionalmente riservato a vescovi. Nel 2025, dal letto del Policlinico Gemelli, Francesco ha formalizzato la sua nomina a Presidente del Governatorato, rendendola la prima donna a ricoprire questa posizione. Altra pietra miliare è stata la nomina, nel 2023, di suor Simona Brambilla come primo Prefetto donna nella storia della Santa Sede. Nel 2016, Barbara Jatta era stata scelta come direttrice dei Musei Vaticani, rompendo un altro soffitto di cristallo in un’istituzione storicamente guidata da laici.
Il “genio femminile” al servizio della Chiesa
Durante il Congresso internazionale Donne nella Chiesa: artefici dell’umano, tenutosi il 7 marzo 2024 presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, Francesco ha esaltato il “genio femminile”, capace di “riflettere in modo unico la santità di Dio nel mondo”. “La Chiesa ha bisogno di questo, perché la Chiesa è donna: figlia, sposa e madre, e chi più della donna può rivelarne il volto?”, ha dichiarato. Ha descritto le donne come “artigiane” e “collaboratrici del Creatore”, chiamate a promuovere la vita, il bene comune e la pace in un mondo “lacerato dall’odio”. Questo discorso, pronunciato alla vigilia della Giornata internazionale della donna, ha ribadito la necessità di una presenza femminile più incisiva, non solo nella pastorale, ma anche nei processi decisionali ecclesiali e sociali.
Un messaggio universale per la società
L’impegno di Francesco per le donne si è esteso oltre i confini della Chiesa, con appelli al rispetto della loro dignità e dei loro diritti fondamentali. In un’intenzione di preghiera del 2024, il Papa ha affermato: “Rispettiamo le donne. Rispettiamole nella loro dignità, nei loro diritti fondamentali. Se non lo facciamo, la nostra società non andrà avanti”. Nel 2020, alla vigilia della Festa della donna, ha riconosciuto “l’indispensabile apporto della donna nella società”, evidenziando la loro “sensibilità” e “capacità peculiari”, come l’attenzione agli altri e il ruolo nella maternità. Ha lodato le donne che condividono responsabilità pastorali con i sacerdoti e contribuiscono alla riflessione teologica, ma ha insistito sulla necessità di “allargare gli spazi” per una presenza più incisiva.
Il diaconato femminile: una porta socchiusa
Nonostante le aperture, Francesco ha mantenuto una posizione cauta sul diaconato femminile. “Dare loro spazio nella Chiesa non significa offrire un ministero”, ha dichiarato, sottolineando che il tempo per tale riforma non è ancora “maturo”. Tuttavia, non ha chiuso del tutto la discussione, affrontata più volte nei Sinodi dei vescovi. Nel 2016 e nel 2019, ha istituito commissioni per studiare il ruolo delle diaconesse nella Chiesa primitiva, senza però arrivare a decisioni definitive. “Aiutiamoci, senza forzature e senza strappi, ma con accurato discernimento”, ha esortato nel 2024, invitando a individuare “vie adeguate” per valorizzare le donne senza alterare la struttura ministeriale tradizionale.
Un’eredità in divenire
L’azione di Papa Francesco ha segnato una rivoluzione silenziosa, ampliando il ruolo delle donne nella Chiesa senza stravolgere la dottrina. Le sue nomine storiche, i richiami alla dignità femminile e la promozione del “genio femminile” hanno aperto nuove prospettive, ma il cammino verso una piena valorizzazione rimane incompleto. La sua insistenza su una teologia della donna e il dialogo aperto su temi complessi, come il diaconato, suggeriscono che il futuro della Chiesa potrebbe vedere ulteriori passi avanti. Per ora, il suo pontificato resta un faro per chi crede che “la Chiesa non può essere se stessa senza la donna e il suo ruolo”.