Sul caso Ferragni – Balocco indaga la Procura di Milano: acquisite le carte dall’Antitrust

di Redazione


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La Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo, per il momento senza ipotesi di reato né indagati, per il caso che ha coinvolto Chiara Ferragni e l’azienda Balocco per la pubblicità del pandoro, dopo il deposito di un esposto – in 104 procure – da parte del Codacons e Assourt e dopo la maxi sanzione comminata dall’Antitrust.

La Guardia di Finanza acquisisce le carte dell’Antitrust

Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano sta acquisendo, senza ordine di esibizione, le carte raccolte dall’antitrust sulla vicenda dei pandori Ferragni-Balocco, nell’ambito dell’inchiesta esplorativa coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco. Per l’istruttoria l’autorità garante della concorrenza (che ha comminato una maximulta da oltre un milione di euro) ha infatti raccolto moltissimo materiale e di conseguenza l’acquisizione da parte della Gdf prenderà diversi giorni. Tutta la documentazione, che compone un corposo fascicolo, sarà poi esaminata dalle Fiamme gialle che stenderanno una relazione da consegnare a Fusco, che poi deciderà se e quale reato ipotizzare ed eventualmente fare iscrizioni nel registro degli indagati. Al momento l’inchiesta è a carico di ignoti e senza titolo di reato.

Maxi-sanzione dell’Antitrust per pubblicità ingannevole

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha sanzionato due società che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all’identità personale di Chiara Ferragni, rispettivamente per 400 mila euro e per 675 mila euro, e Balocco S.p.A. Industria Dolciaria per 420 mila euro. In pratica, l’Antitrust ha contestato alle società di aver attuato una pratica commerciale scorretta per aver pubblicizzato il “Pandoro Pink Christmas”, “griffato” Chiara Ferragni, lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. La donazione, in realtà, era già stata fatta dalla sola Balocco, in cifra fissa, a maggio 2022, quindi molti mesi prima del lancio dell’iniziativa, avvenuto a novembre 2022, mentre le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro”. L’inchiesta si è poi allargata anche alle uova di Pasqua firmate dall’influencer.

Le scuse di Chiara Ferragni non bastano

Le scuse di Chiara Ferragni non sono bastate così come la promessa di arrivare fino in fondo alla vicenda che la vede coinvolta. Al Comune di Milano, Fratelli d’Italia ha chiesto che venga revocato l’Ambrogino d’oro ai Ferragnez che lo avevano ricevuto nel 2020, per essersi spesi durante la pandemia anche per realizzare una terapia intensiva all’ospedale San Raffaele.

In calo i follower, Chiara studia contromosse legali

Alcuni marchi hanno ritirato i loro prodotti da quelli sponsorizzati dalla coppia e, per la prima volta, da molto tempo i numeri sui social iniziano a barcollare. Su Instagram: -150 mila i follower di Chiara Ferragni, -73 mila per il marito. Un’inezia rispetto al totale della coppia che si aggira sui 44,5 milioni di seguaci. Tuttavia, a dispetto di chi la vuole stanca e depressa, Chiara Ferragni sarebbe già all’opera per superare la crisi. Barricata nel nuovo attico, salvo una passeggiata a Parco Sempione con i figli e la mamma Marina Di Guardo, avrebbe incaricato due studi legali e un’agenzia di web reputation non solo per arginare la perdita dei followers, ma anche per salvare le sponsorizzazioni. Che, per adesso, porta avanti solo il marito.

Silenzio social per l’influencer

Intanto le luci di Natale sono spente, almeno sulla pagina Instagram di Chiara Ferragni, trincerata dietro un lungo silenzio social che va avanti da giorni. L’ultimo post è il video in cui si scusa per aver commesso, dice, un “errore di comunicazione” sulla vicenda “pandori” e annuncia la donazione di un milione di euro al Regina Margherita. Risale al 18 dicembre, pochi giorni dopo lo scoppio del caso. A postare, per adesso, resta Fedez, il vero “grande nemico” del Codacons, estraneo a questa vicenda.

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