Mamme lavoratrici, come tenere lontano il senso di colpa e vivere serene

di Danila


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Esiste da sempre ed è una sorta di competizione tra le mamme casalinghe e quelle lavoratrici, in breve tra chi segue passo passo la crescita del proprio figlio e chi invece, per ragioni di lavoro, è costretta a perdersi qualche tappa di questo percorso. Ma anche se non lo ammettono, soprattutto davanti a quelle mamme perfettine che riescono a dedicare totalmente  il proprio tempo ai figli, queste mamme lavoratrici provano un profondo senso di colpa per non poter garantire ai propri figli una presenza continua e costante, soprattutto durante i primi anni.

Ma la verità è che non importa davvero la quantità, ma la qualità del tempo che passiamo con i bambini. Non siamo delle mamme peggiori di altre perché non riusciamo a passare l’intera giornata con i figli o perchè  siamo costrette a delegare molte delle mansioni a educatrici e baby sitter, ma al contrario se riusciamo comunque ad affrontare il lavoro, la famiglia e la maternità con serenità riusciremo sicuramente a dare molto di più ai bambini. Insomma, una donna felice e serena è anche una mamma migliore.

Una donna che lavora gode di un migliore benessere mentale, contribuisce ad incrementare le entrate economiche in famiglia e, al contrario di quello che pensano le mamme che non lavorano, riesce nonostante tutto a dare a maggiore attenzione alle cure per la salute dei bambini ed è anche portata a dare un’importanza maggiore alle esigenze dei propri figli.

Per affrontare il senso di colpa, ricordate che avendo meno tempo da dedicare ai nostri figli tendenzialmente cerchiamo di sfruttarlo al meglio per condividere insieme ai bambini vere e proprie esperienze di vita, cercando di stimolare nel modo migliore le loro attitudini e curiosità. Lavorare aiuta noi donne a sentirci appagate e a risentirne positivamente è anche il matrimonio, per cui i bambini hanno una garanzia maggiore di crescere in un ambiente familiare sereno. Non a caso, secondo alcune ricerche, pare che l’incidenza dei divorzi sia nettamente inferiore tra le coppie dove entrambi i coniugi lavorano.

Inoltre, perché sentirsi in colpa? Quando deleghiamo alla baby sitter alcune dei compiti a cui non riusciamo a provvedere dovremmo anche considerare che ai bambini il contatto con gli altri fa bene e funge da stimolo, non è un caso che ci siano più figli “mammoni” in famiglie in cui la mamma non lavora. Viceversa, molto spesso, i bambini che crescono a contatto con altre persone, oltre a quelle della famiglia, tendono a conquistare una maggiore autonomia e indipendenza cominciando proprio dalle piccole cose, come la pappa o la pulizia dei denti. In ultima analisi dovremmo cominciare a pensare a noi stesse come a un modello di autonomia e indipendenza che prima o poi sarà fonte di ispirazione per i nostri figli. Per cosa mai, dunque, dovremmo sentirci in colpa noi mamme lavoratrici?

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