Le frasi da non dire al vostro bambino e come sostituirle

di Cinzia Rampino


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Educatori non si nasce, si diventa. Lo stesso vale per “genitori” e per “bambini felici”. Ecco perchè è meglio conoscere subito quali sono le frasi da non dire al vostro bambino e sapere il modo per sostituirle. Partiamo.

Al primo posto c’è la frase “Mi hai stufato/Lasciami in pace”.
Sebbene sia normale che un genitore a volte sia particolarmente stanco e, davvero, non abbia le energie per sintonizzarsi sui suoi figli, deve evitare accuratamente di dire queste parole. I bambini, infatti, non comprendono il senso e le motivazioni degli adulti ma essendo autocentrati ed “egocentrici” auto-referenziano e, ad ogni cosa che viene detta loro, pensano: che cosa ho di sbagliato? Inoltre, il messaggio che tale frase fa passare, se ripetuta troppe volte è: questo genitore non mi ascolta e quindi non fa al caso mio. Risultato? Ben presto vi sostituiranno con figure di riferimento diverse senza darvi la possibilità di recuperare o capire.
Come sostituire questa frase? Prendetevi del tempo. Se siete stanchi e stressati piuttosto affidate i vostri figli ad altre figure che siano rilassate, ma non prendetevela con loro: non capirebbero.

Perchè tu sei…
“Perchè tu sei strano, tu sei incosciente, maleducato, iperattivo, maldestro, intelligentissimo, grasso, magro, bello, brutto…”
Nessuno è in assoluto “questo” o “quello”. In particolare, i bambini prendono per oro colato ciò che viene detto loro da un genitore/educatore/insegnante e crederanno di dover diventare ciò che noi gli chiediamo di essere con le nostre frasi profetiche. E se non riuscissero ad essere così belli come gli diciamo di essere? E se non fossero iperattivi? Praticamente, noi, in questo modo, gli stiamo dicendo che cosa diventare, appiccicando loro una etichetta secondo quello che si chiama meccanismo di labeling ovvero di etichettamento della persona.
Sostituire con: argomentare il perchè si dovrebbe fare o non fare qualcosa e dare motivazioni concrete alle regole da noi enunciate è il miglio modo per far ragionare i bambini. Quindi non “sei ipercinetico” ma “se ti muovi così tanto puoi rompere delle cose o dare fastidio agli altri bambini accanto a te” ecc.

Non avere paura
“Ma non c’è da avere paura” e “non c’è nulla piangere”. Le emozioni e la loro espressione sono fondamentali. Lasciamo che i bambini decidano come e quando provarle. Non dobbiamo aver paura della loro tristezza, né del dolore né di affrontare i loro crucci. Pena una costruzione di una personalità ansiosa e insicura.
Sostituzione: rinforzare le azioni positive e fare sentire i bambini sicuri che noi ci siamo e che, davvero, non c’è né da piangere né da avere paura.

Tuo cugino (fratello, sorella) lo sa fare, tu no
No no e no ai paragoni con fratelli, sorelle, cugini e amichetti. Questo non si fa nemmeno con i grandi, figuriamoci ai più piccoli! Se vogliamo trovare un modo per distruggere l’autostima e creare insicurezze e aggressività nel carattere dei bambini, fare i paragoni (positivi e negativi) è il migliore. Quindi non facciamo mai discorsi di confronto e soprattutto non diciamo mai che qualcun’altro è migliore di nostro figlio (o che lui è migliore degli altri). L’unico modo per correggere questa tendenza è fare esempi calzanti in cui spieghiamo ai bambini che si può fare meglio di come è stato fatto, perchè ognuno di noi ha le potenzialità di fare qualsiasi cosa.

Bravissimo! Sei un genio! (Sei bellissima, la più bella di tutte)
I bambini che sono “vittime” della troppa generosità da parte dei loro genitori in termini di aggettivi e di attenzioni, rischiano di perdere il contatto con la realtà e con le difficoltà della vita. Inoltre, i superlativi insinuano di “dover essere all’altezza dell’aspettativa genitoriale”. Pena il senso di sconfitta ad ogni piccola defallance. I complimenti e rinforzi positivi vanno bene, i superlativi carichi di aspettative no.

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