Sanremo 2024, il monologo ironico-graffiante di Teresa Mannino: “Abbiamo perso la misura”

di Manuela Zanni


Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di DonnaClick! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Quando Amadeus aveva annunciato l’assenza dei monologhi nell’edizione di Sanremo 2024, in realtà si riferiva all’assenza dei discorsi “triti e ritriti” spesso tedianti, banali e scontati. Ma Teresa Mannino è tutta un’altra storia. Scopriamo, di seguito, cosa ha detto, tra il serio e il faceto la comica siciliana.

Il graffio ironico di Teresa Mannino all’Ariston

No ai monologhi noiosi e banali, si a quelli brillanti, ironici e graffianti come quello con cui Teresa Mannino ha affrontato tematiche importanti quali la finta superiorità dell’uomo, la perfezione della natura, il potere ‘di’ preferito al potere ‘su’.

“Sanremo si ama, Ama si ama, si amano tutti ma io non scendo”. 

Teresa Mannino è la co-conduttrice della terza serata e porta subito sul palco la sua cifra ironica, demolendo la liturgia della scala. “Queste scale sono diverse da tutte le scale del mondo, perché hanno le curve, il pavimento di vetro, pure la cera. E poi non servono a niente – dice l’attrice – perché ci sono altri otto ingressi. Qua dietro si prega, ci sono amuleti, segni della croce… e lui dice che è il momento più bello, quando ti guardano 10 milioni di italiani… lo psicologo dovevi fare”. Poi accetta di scendere, ma solo quando il pubblico scandisce a gran voce il suo nome.

Teresa Mannino: ‘Al potere ‘su’ preferisco il potere ‘di”

“Siamo nel 2024 – riflette l’attrice, alternando il registro serio a quello comico – ma ragioniamo come 2524 anni fa. Il filosofo greco Protagora diceva che l’uomo è misura di tutte le cose, e per noi l’uomo ricco, bianco e occidentale è misura di tutte le cose, solo che l’ha persa, pensa che tutto il resto del mondo sia a sua disposizione e quello che non serve viene eliminato E le donne? Che fanno? Eppure sono indaffarate. Parliamo allora di essere umano, ancora meglio di animale umano. Il 60% del nostro patrimonio genetico è uguale alle banane, per quello – scherza – si dice ‘mi sono sbucciata le ginocchia’, con le scimmie è uguale al 98%, solo che l’informazione non è molto diffusa, gli scimpanzé ci tengono a non farlo sapere. Ci sentiamo superiori perché parliamo, in realtà gli animali e le piante lo fanno in altro modo. I babbuini, per esempio, si salutano strizzandosi il pene”.

“Finta superiorità uomo sulla natura, abbiamo perso la misura”



 Poi l’elogio delle formiche tagliafoglia, che hanno creato un perfetto sistema agricolo in cui i maschi servono solo a procreare, “non gli fanno neanche buttare la spazzatura, l’unico compito è fornire gli spermatozoi, che stanno nella spermateca della regina, me la devo fare pure io la spermateca… il loro compito è il volo nuziale, si accoppiano e dopo muoiono perché non servono più. Ma quanto sono avanti! Non hanno problemi a gestire gli ex e i maschi felici perché la loro vita è un’unica grande scopata”.

“Preferisco il potere “di” al potere “su””

“Gli animali umani invece – chiosa Mannino – preferiscono il potere sugli altri uomini, sulle donne, sui bambini, sulla natura. Anche a me piace il potere, ma il potere di, che ha un’altra energia, il potere di ridere e far ridere, di vestirmi con le piume, di cantare stonata, di ballare per strada. Non sono disposta a ignorare le storie non ancora passate, se non è passato non è il momento di passare oltre”.

Dalla stessa categoria

Correlati Categoria