Renato Zero a cuore aperto da Mara Venier: “Nel sogno ho parlato con mia madre morta”

di Redazione


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Ospite nel salotto di Domenica In, Renato Zero si è raccontato in una lunga e toccante intervista, andata in onda domenica 10 dicembre. L’artista ha parlato a ruota libera della sua vita, dagli esordi difficili alle gioie del successo, fino al dolore per la perdita della madre.

Il successo e l’amore dei fan

“Il successo può annientarti, se non lo sai gestire” ha detto Renato ospite da Mara Venier. Lui ha imparato a conviverci grazie all’affetto quotidiano dei fan: “Con loro ho un rapporto speciale, sto poco a casa perché preferisco il contatto con il pubblico”.

Il dolce ricordo della madre

Particolarmente toccanti le parole su sua madre, figura fondamentale. Se riesco a sognarla? L’ho sognata una volta sola. Stava sul pontile di Ostia e si affacciava verso il mare. Aveva i capelli neri con le righine bianche e questo cappello a larghe falde che mamma adorava. A un certo punto si è girata e ho visto che era mamma. E allora le ho fatto un po’ di domande. Le ho chiesto: “Hai sofferto quando sei andata via?”. E lei: “No amore, io sono andata via molto prima di quello che voi immaginate”. Poi, mentre parlavo con lei – questo lo dico perché si vedono Madonne, si cercano santi e miracoli – ho avuto questo ardire di chiedere a Dio di aprire gli occhi e di continuare a dialogare con mia madre e l’ho fatto per buoni sei minuti. Mi ha lasciato la serenità di sapere che se tu hai amato in modo così totale, la gente non va via.

I Natali spensierati di un tempo

Il cantante ha raccontato che nella sua famiglia la vera festa era il 24 dicembre, il giorno della Vigilia di Natale: “È questo avvicinarsi alla rinascita, al voltare pagina. Il 24 è il punto di raccolta dei sentimenti, degli affetti, le famiglie si ritrovano”. E ha aggiunto come all’epoca non ci fosse il consumismo di oggi, lanciando un appello alle casalinghe che oggi si indebitano per oggetti comprati a rate su internet: “Farò danni, ma attenzione a non fare il passo più lungo della gamba”.

L’appello per salvare la musica

Infine un accorato appello per salvare la musica, oggi soppiantata dal digitale. Renato si rammarica che i giovani scarichino canzoni senza conoscere artisti e autori. E invita le case discografiche a riportare al centro il valore degli album, delle copertine, dei testi. Perché la musica è l’anima e va vissuta pienamente.

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