Renato Zero, biografia, carriera, vita privata, età

di Redazione


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Renato Zero

Il vero nome di Renato Zero è Renato Fiacchini. Nasce a Roma da Domenico e Ada, il 30 settembre del 1950, quindi ha 72 anni. Trascorre l’infanzia in via Ripetta, a due passi da piazza del Popolo, in una famiglia “al femminile” con la nonna Renata e le tre sorelle Enza, Fiorella e Maria Pia. Il fratello Giampiero nasce dieci anni dopo. Vive l’adolescenza nella zona della Montagnola. Dalla famiglia riceve valori semplici e solidi.

Esordi

L’esordio ufficiale nel mondo della musica avviene nel 1967: in quell’anno esce il 45 giri di Renato Zero prodotto da Gianni Boncompagni: include “Non basta sai” e “In mezzo ai guai”. Il cantante intuisce che, per essere davvero innovativo, deve muoversi su altri piani. Si allontana dall’ambiente musicale in modo parziale e compie altre esperienze.

Renato frequenta il Piper, noto locale romano, e incontra personaggi come Mita Medici, Patty Pravo, Mia Martini e sua sorella Loredana Bertè. Viene notato da Renzo Arbore, che lo recluta fra il pubblico dei programmi “Bandiera gialla” e “Per voi giovani”, e da Don Lurio che lo scritturerà nel corpo di ballo di Rita Pavone.

Registra alcuni caroselli per una nota marca di gelato e partecipa al raduno Beat cantando con i The Spaectres Groups, con i quali partecipa al film “Brucia ragazzo”. Renato si muove tra esperienze musicali, al teatro e cinematografiche. L’esperienza più significativa del periodo è quella di “Venditore di felicità” nella versione discografica e cinematografica del musical “Orfeo 9” di Tito Schipa Jr.

Tra gli anni Sessanta e Settanta cerca ancora una identità, ma mette già a punto il suo stile. Dopo tanta gavetta, debutta seguendo le sue preferenze stilistiche. Sceglie il suo nome d’arte: Renato Zero si chiama così per ripicca contro chi lo critica: “Sei uno zero” si sente ripetere più volte, ma trasforma quello scherno in risorsa.

Molto interessante è anche perché i suoi fan si chiamano Sorcini. La definizione sostituisce l’iniziale Zerofili: nasce a Viareggio, nei primi anni Ottanta, quando i suoi ammiratori lo attorniano con i motorini: da lì esclama “Sembrano tanti sorci”, quindi diventa re dei Sorcini.

Anni Settanta e Ottanta

Il primo album di Renato Zero esce nel 1973 e si intitola “No! Mamma, no!”. È un disco dal vivo, ma non del tutto. La svolta avviene nel 1976, quando prepara un nuovo album e un primo tour, sul filo conduttore del Trapezio. L’anno della consacrazione è quello successivo: nel 1977 esce il 45 giri “Mi vendo/Morire”, con il quale rimane in hit parade per 57 settimane. Crea dunque l’etichetta indipendente Zerolandia.

Anticipato dal 45 giri “Triangolo/Sesso o esse Zero“, esce nel 1978 “Zerolandia”, seguito nel 1979 da “EroZero”. Arriviamo così agli anni Ottanta, in cui Renato compie trent’anni. Nasce il doppio album “Tregua”, dedicato al padre Domenico.

Fra Roma e Torino, tra il dicembre del 1980 e il gennaio del 1981, Renato Zero mette in scena la serie di concerti “Natale a Zerolandia” da cui nasce un doppio album live dal titolo “Icaro”. Subito dopo pubblica il 45 giri “Galeotto fu il canotto”, seguito nel 1981 da un nuovo disco di inediti, “Artide Antartide”.

Renato Zero

Foto di Francesco Maresca – CC BY-SA 3.0

A meno di un anno dal precedente lavoro esce un album doppio dal titolo “Via Tagliamento 1965 – 1970”, tributo al periodo vissuto al Piper. Proprio in questo periodo la Rai lo recluta per uno show del sabato condotto da Corrado e Raffaella Carrà, ma non mancano i problemi con la censura. Conduce anche la trasmissione “Zerolandia Fermposta”.

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Dopo aver pubblicato in tre anni ben quattro doppi album, nel 1983 decide di diffondere un Q disc dal titolo “Calore”, mentre nel 1984 è la volta del nuovo disco “Leoni si nasce”. Il 1986 è l’anno di “Soggetti smarriti”, che vince il Disco d’Oro ed è seguito, appena 18 mesi, dal doppio disco “Zero”. Renato Zero, a questo punto, è pronto a fare uscire il disco della rinascita: “Voyeur”.

Novanta

Gli anni Novanta si aprono con “Prima Icaro ora Prometeo”, del 1991. Renato porta al Festival di Sanremo “Spalle al muro”. Nel Natale dello stesso anno promuove “La coscienza di Zero“. Il 1992 lo vede promuovere il progetto Fonòpoli, la sua città per la musica, e partecipare alla trasmissione televisiva 1 2 3 Rai .

Torna a Sanremo nel 1993, con il toccante brano “Ave Maria”, una preghiera laica in cui Zero si farà accompagnare da un coro polifonico e che gli varrà una standing ovation di oltre quattro minuti. Pubblica subito dopo l’album “Quando non sei più di nessuno” e incide un mini cd “Passaporto per Fonòpoli”, a sostegno del progetto.

Nel 1994 Zero esce il suo nuovo album: “L’imperfetto”. Sulla scia di quel successo segue “Sulle tracce dell’imperfetto“, il cui brano di punta è “I migliori anni della nostra vita”. Il 1998 vede uscire uno dei dischi di maggior successo, cioè “Amore dopo amore”, mentre il 1999 si ricorda per il terzo doppio album live: “Amore dopo amore tour dopo tour”.

Renato Zero viene invitato al Pavarotti and friends e duetta con il Maestro della lirica italiana sulle note de “Il cielo”. In quell’occasione Mina consacra in qualche modo l’icona-Zero.

Anni Duemila

I Duemila iniziano con uno speciale televisivo in quattro puntate: “Tutti gli zeri del mondo”. Renato canta nel 2001 nel nuovo disco “La curva dell’angelo”, che scala le classifiche. Segue, nel 2003, “Cattura”. Nel 2005 è tra i protagonisti del “Live 8”, proponendo “Cercami”, “Nei giardini che nessuno sa” e “I migliori anni della nostra vita” con Laura Pausini e Claudio Baglioni.

Esce nello stesso anno “Il dono”, cui segue il disco “Presente”, nel 2009. Zero è il prima artista italiano a prodursi e distribuirsi in proprio attraverso l’etichetta Tattica, senza sostegno delle major. Per festeggiare i suoi 60 anni, organizza in piazza di Siena a Roma una serie di 8 concerti.

Esce nel 2011 la raccolta “Puro spirito”. Dopo quattro anni dall’ultimo album di inediti, il cantante torna con la trilogia “AMO“. Si tiene a Roma, tra il 2014 e il 2015, la mostra dedicata interamente all’artista: “Zero”. Partecipa nel 2016 come ospite d’onore al Festival di Sanremo e, nello stesso anno, pubblica “Alt”, altro disco di inediti.

Nel 2017 annuncia il suo progetto più ambizioso: “Zerovskij Solo per Amore”, un doppio album ed un live senza precedenti, che diventa anche un film-concerto. Il disco successivo è “Zero il Folle”, del 2019. Nel periodo del lockdown per la pandemia da Covid-19, Renato Zero sviluppa “Zerosettanta“, che prende spunto dalla ricorrenza dei suoi settant’anni. Esce così nel 2020 un triplo album di inediti. Nell’aprile del 2022, invece, viene pubblicato “Atto di fede“, un progetto editoriale di musica sacra interamente composto da Renato.

Parlando della sua fede, in merito alla sua idea di Dio spiega in un’intervista al settimanale Oggi: “Non è nel buio e nel silenzio. Lì non c’è. La sua presenza si avverte negli occhi di un bimbo, in una madre che partorisce, nella carezza di un fanciullo a un anziano, che sono gli estremi di una promessa che dev’essere mantenuta. Dio è qui”.

Vita privata di Renato Zero

Il cantante romano promuove da sempre attività di filantropia e solidarietà. È noto anche il suo impegno per la prevenzione del disagio giovanile, per il recupero dei tossicodipendenti e per il supporto a case di riposo ed ospedali. Partecipa a tante iniziative di raccolte fondi.

Per quanto riguarda la vita privata, le uniche relazioni ufficiali sono state con Lucy Morante ed Enrica Bonaccorti. Spesso la stampa di settore e i fan hanno avuto grande curiosità in merito alle sue preferenze sessuali, ma in merito non ha mai fatto dichiarazioni esplicite.

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Renato Zero ha un figlio, Roberto Anselmi Fiacchini, adottato nel 2003. È nonno di due nipoti, Virginia e Ada, alle quali dedica il brano “La mia carezza” del 2020. Il cantante ha un forte legame con il promontorio dell’Argentario, dove possiede una residenza. Lì gli piace spesso creare la sua musica.

Foto in evidenza di Wowow021 – Own work, CC BY-SA 4.0.

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