“Siamo dottoresse, non signorine”, Maria è l’autrice del cartello

di Alice Marchese


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“Siamo dottoresse, non signorine”. Il cartello, simbolo di protesta, ha fatto il giro dei social. Maria Ilaria Di Laora è l’autrice della scritta nel centro vaccinale di Frattamaggiore.

“Siamo dottoresse, non signorine”

L’ultimo anno è stato abbastanza difficile per via della pandemia, ma adesso ogni Paese si sta sempre più mobilitando con la campagna vaccinale.

Maria Ilaria Di Laora oggi è uno dei medici vaccinatori in forza all’Asl Napoli 2, nel centro di Frattamaggiore. Al contempo è anche specializzanda al Policlinico della Federico II, a Napoli.
Un paziente incuriosito qualche giorno fa dalla scritta l’ha postata sui social, rendendola virale.

Un cartello nato per scherzo, spiega a Fanpage.it, ma che rispecchia un costume diffuso tra molti dei pazienti che hanno frequentato il polo vaccinale in questi mesi.

Le parole di Maria Ilaria Di Laora

«È un cartello che nasce in realtà a febbraio. Qualche mese fa quando dividevo il laboratorio di vaccinazioni con un collega di sesso maschile, che puntualmente veniva chiamato dottore e puntualmente io signorina. L’ho messo in tutti gli ambulatori perché era una cosa sentita da tutte noi colleghe che lavoriamo in quel centro vaccinale, perché fondamentalmente abbiamo vissuto tutte la discriminazione rispetto ai colleghi maschi che venivano sempre chiamati Dottori dai pazienti. Quindi nello stesso ambulatorio, “buongiorno dottore”, “buongiorno signorina”. È nata come una cosa anche molto ironica, scherzosa, poi è finito sul web a nostra insaputa».

“Siamo contenti di aver sollevato una protesta”

Un modo non per rivendicare un ruolo perché, come racconta, le soddisfazioni per un medico sono altre. «Sicuramente non cambieremo il mondo, sicuramente non sarà questo cartello a cambiare forse le cose. Però in qualche modo siamo anche contenti di aver “sollevato” questa protesta. Anche le donne possono rivestire questi ruoli, anche le donne possono ricoprire incarichi che fino a questo momento sono stati considerati appannaggio del mondo maschile».

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