Mette un po’ di tristezza, ha ragione. Siamo sempre meno “umani”

di Alice Marchese


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«Finiremo tutti per essere sostituiti dalle intelligenze artificiali. Per fare quattro chiacchiere ci resteranno solo la lavatrice, il frigorifero, un frullatore. In questi tempi mette un po’ tristezza in più, vero?». Com’è riportato da Repubblica, Federica Sassaroli, attrice e doppiatrice genovese, per 12 anni ha registrato i messaggi vocali Vodafone: un mese fa è stata sostituita da un computer. «Subito l’azienda aveva scelto una voce digitale femminile, ora ha cambiato: la seconda versione mi piace di più». Non la metterà mica sul piano personale? «Ma no, è che il robot-uomo sembra più “caldo”: più umano. Per un attimo ti fa illudere che dall’altra parte ci sia ancora qualcuno. Qualcuno di “vero”, voglio dire». Sì, però. «Prima o poi, essere sostituiti è inevitabile: il fatto è che a suo tempo io avevo preso il posto di Laura Merli, anche lei doppiatrice. Una persona».

Cosa è successo il mese scorso? «Questa volta hanno fatto un test, chiedendo agli utenti: riuscite a distinguere la voce di Federica da quella di Tobi (l’intelligenza artificiale di Vodafone)? La risposta della maggior parte delle risposte è stata no: allora hanno scelto la versione digitale». Mette un po’ di tristezza, ha ragione. Siamo sempre meno “umani”? «Non lo so, però quando racconto del mio vecchio mestiere qualcuno non mi crede, così mi metto a fare la voce della signorina Vodafone: “Allora non eri un computer!”, dicono. Come se tutto potesse essere riprodotto da una macchina». È quello che sta succedendo. «Mi piace ripensare ai vaffa che mi sono presa dai clienti in 12 anni. Bellissimo. Parolacce in italiano e spagnolo, perché registravo i messaggi in due lingue. Almeno indicava una qualche forma di interesse».

Quanti messaggi d’affetto sulla sua pagina Facebook. Qualcuno ha scritto: “Finalmente conosco la faccia di chi ho insultato per 10 anni prima di passare a Iliad”. “Ho sentito più la sua voce che quella di mia madre”. «E c’era chi sosteneva che con la mia voce registrata potevo comunque risolvere il suo problema, mentre ora che c’è un robot sarà impossibile. Sono cose che ad una teatrante come me fanno bene. Perché anche quella era forma di arte, a modo suo». È cominciato tutto con Anna Marchesini, e certe telefonate irresistibili. «Avevo 7 anni, restavo incollata davanti alla tv a guardare il Trio: lei, Lopez e Solenghi. Sono cresciuta con la loro comicità. E poi il teatro: folgorata da un Rinaldo in Campo con Massimo Ranieri». Attrice, speaker, comica e doppiatrice. Vincitrice del Festival Nazionale del Cabaret in Rosa e del Festival delle Arti. «Un giorno ho risposto ad un annuncio: cercavano attori, alle selezioni ci presentammo in 190. Come il numero del servizio clienti. Mi divertivo già a imitare la voce Vodafone precedente, il colloquio è stato un successo».

E ora? «Alcuni dei miei spettacoli di teatro comico li apro con lei, la signorina Vodafone. E la gente si complimenta: “Ma lo sa che lo fa proprio uguale?”. Ho doppiato il cartone animato Fearless su Netflix. Dal 2020 sono la voce degli audiolibri su Audible e la direttrice artistica dell’Accademia Dei Sì, dove tengo corsi online di vocalità, dizione, lettura ad alta voce e public speaking. Preparo Dissocial , serie web in cui il digitale avrà il sopravvento sugli umani: sarò Malexa ». Ma che differenza c’è, tra voce umana e riprodotta artificialmente? «La risposta emotiva che genera, grazie alla frequenza e alla tonalità: anche se si tratta di promuovere un nuovo pacchetto di traffico giga. Invece la voce digitale spegne, appiattisce». Quando ha ascoltato la nuova voce artificiale di Vodafone? «Me l’hanno girata alcuni amici su whatsapp. Sa, io ho un altro operatore».

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