L’8 marzo è alle porte: si festeggia la Giornata Internazionale per i diritti della donna

di Alice Marchese


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L’8 marzo è alle porte. Domani si festeggia la Giornata Internazionale della Donna e si celebra così un lungo percorso dedicato alla lotta per la parità di genere e per l’acquisizione di diritti civili. Ma non sono soltanto le donne a scendere in piazza. Anche gli uomini manifestano contro la violenza sulle donne. È successo pochi giorni fa a Roma, sull’esempio di quanto accaduto nei giorni scorsi a Biella e in altri centri in Italia.

La mobilitazione a piazza San Silvestro nella capitale ha visto i partecipanti al flash mob con una mascherina rossa sul viso realizzata da una cooperativa di donne in passato vittime di violenza. Ad organizzare l’iniziativa è stato il comitato Liberare Roma dopo i recenti episodi di femminicidi o violenze striscianti.

L’obiettivo di tali mobilitazioni? «Smuovere la cultura di tanti uomini che troppo spesso non hanno coscienza di questo fenomeno o che, peggio, girano la testa altrove». Nel frattempo le sigle sindacali dei pensionati hanno lanciato un manifesto per un’altra mobilitazione analoga «Uomini abbiamo un problema» per domani a piazza del Popolo a Roma proprio in concomitanza con la Festa della donna.

L’anno trascorso è stato alquanto difficile a causa del coronavirus e dell’emergenza che avanzava minuto dopo minuto. Ma, sebbene questo sia stato un problema rilevante, ne permane uno altrettanto gravoso che riguarda prevalentemente la violenza di genere, ma non solo: dal lavoro che non c’è, alla disparità salariale; dalla recrudescenza di fenomeni di violenza, all’applicazione del cosiddetto Codice rosso che inasprisce le pene; dalle difficoltà nelle professioni, alla promozione della cultura dei diritti delle donne.

Il colore dell’Italia nell’ultimo periodo cambia da un giorno all’altro. Passa dal giallo, all’arancione o al temuto rosso in base al grado d’emergenza. Eppure, fortunatamente non sono le uniche sfumature che il nostro stato può assumere; l’Italia è stata in “zona rosa” con i fiocchi del Giusto Mezzo. “Il Recovery non ci copre”: il Giusto Mezzo è il primo atto del movimento nato su ispirazione di Half of it.

Come ha messo in evidenza l’Eures, se essere donne è difficile, lo è ancor di più quando si è anche meridionale e in particolare siciliane: nell’Isola infatti solo il 29 per cento delle donne lavora, in Europa il tasso di occupazione è del 63. La scarsa indipendenza economica si riflette poi sul fenomeno in allarmante crescita della violenza di genere. L’Isola, inoltre, è ai primi posti nel Paese per denunce di stalking (35 ogni 100 mila abitanti) e per maltrattamenti in famiglia (37 ogni 100 mila abitanti).

Non è un caso che la Giornata internazionale della donna, istituita per ricordare le conquiste e il complesso percorso di emancipazione, sia sempre meno focalizzata sulle disparità salariali e le discriminazioni sociali (seppur drammaticamente esistenti) e sia diventata un’ulteriore occasione per combattere la violenza di genere. Che ormai si diffonde anche sui social.
Le donne sono infatti le principali vittime sul web di messaggi di odio, seguite subito dopo da quelli contro i migranti.

«Se vinciamo ora questa battaglia, che è la più dura di tutte, quando in futuro verrà il momento sarà certamente più facile per le donne di tutto il mondo vincere la loro». Parola di Emmeline Pankhurst (Manchester, 1858 – Londra, 1928) l’attivista inglese che fu l’ispiratrice della più dura battaglia per i diritti delle donne nella storia dell’Occidente e di cui è arrivata in libreria una nuova biografia.

Nel 1903 fondò la Women’s Social and Political Union, un’organizzazione militante e sulla sua vita è stato pure girato un film, «Suffragette», di Sarah Gavron – con Meryl Streep nel ruolo della protagonista.
È bene ricordare questi personaggi che hanno fatto la storia nel giorno dell’8 marzo, così come l’ultimo grande movimento del «Me Too» nato in America come ribellione alle violenze sessuali nascoste e dilagato poi in tutto il mondo con testimonial come Asia Argento.

Per quanto riguarda l’Italia, a Roma nel 1944 si formò l’UDI (Unione Donne Italiane) che sancì l’8 marzo come data per celebrare la Giornata della donna. Due anni dopo (‘46) l’istituzione dell’UDI tantissime donne italiane festeggiarono l’8 marzo e venne scelta la mimosa come fiore simbolo dato che fioriva proprio nel periodo della festa e che era un fiore economico. Dal 1946 a oggi la mimosa in tutta Italia è il fiore simbolo dell’8 marzo.

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